C’è chi li sopporta e chi si scortica la pelle: parliamo dei pruriti provocati dalle punture d’insetto, nemici giurati di moltissime persone in estate. Se sei tra quelli e quelle che non li sopportano e si ritrovano, anche senza volerlo, con irritazioni e graffi dovuti alle unghie che grattano continuamente sulla puntura, questo articolo ti sarà molto utile.
Esistono, infatti, dei rimedi del tutto naturali contro il prurito provocato dai morsi di zanzare e altri piccoli e innocui insetti estivi. E no, non vi suggeriremo il più classico dei classici: “Non grattarti!”.
Prima, quindi, puoi prevenire con le piante che tengono lontane le zanzare; dopodiché, invece di grattarti cerca sollievo con questi rimedi!
Sì, il sapone: sembra banale, ma lavarsi immediatamente la zona morsa dalla zanzara con del sapone aiuta molto. Il motivo è semplice: quando ci morde, la zanzara lascia anche la sua saliva sulla pelle e all’interno della puntura. Sciacquando con acqua e sapone rimuoveremo la maggior parte di essa, riducendo la risposta allergica del nostro organismo.
Un piccolo lavaggio con acqua e bicarbonato (magari un pediluvio, se si tratta di punture alle caviglie, che sono tra le più fastidiose) può alleviare moltissimo il prurito.
Oltre al bicarbonato, puoi scegliere un pediluvio o un lavaggio con dell’amido di riso disciolto in acqua: la sua azione decongestionante è davvero utile!
Il freddo agisce come anestetico. Se hai a disposizione del ghiaccio, quindi, avvolgi un cubetto in un fazzoletto di cotone e passalo delicatamente sulla puntura, fino a che sentirai sollievo.
Le creme a base di gel di aloe vera sono molto consigliate in caso di puntura d’insetto perché questa pianta è notoriamente antinfiammatoria e può così ridurre l’irritazione e il prurito persistenti, facendo anche guarire prima la zona.
Se hai del semplice alcool disinfettante e non hai altro a disposizione, passane qualche goccia sulla puntura: come tutti gli altri rimedi, allevierà il prurito e rimuoverà anche i batteri.
Come le creme a base di aloe, anche quelle alla calendula riducono prurito e rossori grazie all’azione lenitiva di questo fiore, calmante e piacevole nel profumo.
Insegnare ai bambini l'igiene è basilare e non serve spiegarvi come, no? Ma inculcarla è un altro conto. Sono infatti moltissimi i bambini e le bambine che sembrano ascoltare i nostri insegnamenti su come lavarsi i denti, pulirsi le orecchie e detergersi la faccia lasciando che le parole gli scivolino addosso. Non ci ascoltano. Se ne fregano. Non si lavano i denti, non si puliscono le orecchie, non sfregano in doccia e non si lavano nemmeno le mani. Mani nei capelli? Sì. Ma prima provate questi metodi!
Ecco quindi come insegnare e inculcare l'importanza della pulizia personale ai bambini, anche a quelli che non vogliono lavarsi mai i denti!
Se non l'hai ancora fatto, spiega loro l'importanza dell'igiene, e non dire semplicemente "Devi lavarti i denti e tenerti pulito". Curare la propria pulizia personale è fondamentale anche per la salute: non lavandosi possono comparire problemi della pelle, possono cariarsi i denti (e fare molto male!) o venire la gengivite, ci si può ammalare... Non serve fare dei racconti dell'orrore, ma la sincerità e l'informazione sono molto potenti!
Iniziare a parlare dell'igiene quando i bambini sono grandi, di 6-7 anni, non ha senso. E deleterio. Meglio iniziare fin da subito, fin da quando laviamo loro i denti con gli spazzolini da neonato: raccontiamo l'importanza di lavarsi i denti, di lavarsi quotidianamente, di prendersi cura di noi... Sia in relazione all'immagine che gli altri vedono di noi, sia per l'importanza di avere un'immagine di se stessi positiva e armoniosa.
Lavarsi i denti sarà anche noioso, ma la sensazione di freschezza quanto è piacevole? Prova a puntare su quello con frasi come: "Non hai voglia di sentire il sapore fresco della menta?". "Ah, che bello farsi una doccia rilassante e mettersi subito in pigiama! Lo trovo molto rilassante".
I bambini spesso preferiscono fare da soli, rispetto a prendere ordini. Spieghiamo loro che l'igiene personale è una loro responsabilità, molto importante: ci fidiamo di loro! Si ricorderanno di farlo tutti i giorni? È un'azione preziosa e da grandi!
L'igiene personale varia naturalmente in base all'età. Aggiungere tasselli gradualmente è quindi un modo per tenere sempre "sul pezzo" i bambini. Una volta imparato a lavarsi i denti, si può passare al filo interdentale. Ci sono poi il bidet, la doccia da soli, il pulirsi le orecchie a fondo, il lavarsi nei punti più importanti... L'igiene diventerà piano piano una parte importante e quotidiana della loro vita, senza forzature.
La radio è superata, i CD hanno stufato! Siamo nell'epoca degli audiolibri, un nuovo modo di "leggere" ascoltando i libri direttamente in automobile, divertendosi e imparando.
Sulle nuove automobili, infatti, è possibile collegare facilmente gli smartphone, con la possibilità di ascoltare podcast e audiolibri dalle casse, tutti insieme, trascorrendo così il viaggio in maniera leggera e appassionante. Il tempo correrà più velocemente e sarà come svolgere un'attività diversa dal solito in famiglia!
Sapete quali sono gli audiolibri per bambini migliori? Ecco una selezione dei nostri preferiti, da ascoltare nei viaggi lunghi verso le località di villeggiatura. Li potete trovare su Audible o su Storytel, i principali applicativi per ascoltare gli audiolibri.
Salani propone la saga di Harry Potter letta con la voce bellissima e profondissima di Francesco Pannofino: ascoltare i diversi libri in automobile immergerà nel mondo magico in maniera incredibile!
Questo audiolibro di Dino Buzzati è per ragazzi dai 10-11 anni e parla del sanguinario Gatto Mammone, degli spettri di Rocca Demona e dei cinghiali volanti di Molfetta. una fiaba in cui si racconta della guerra tra il Granduca di Sicilia e Re Leonzio, sovrano degli orsi. La trovate su Audible e dura un'ora e venti minuti.
In questa avventura, Geronimo Stilton racconta Dante e la Divina Commedia con il suo famosissimo e amatissimo stile. Perfetto per quest'anno in cui ricorre l'anniversario dantesco! Anche questo è su Audible e anche questo dura un'ora e venti.
Un classico che può portare in un mondo fantastico e affascinante proprio come Harry Potter! Su Audible è letto da Jasmine Trinca e dura tre ore e tre quarti.
Un cult della letteratura per l'infanzia (ma non solo!), il Piccolo Principe insegna moltissimo con pochissime parole che arrivano dritte al cuore e restano nella mente per sempre. Dura poco (due ore) ed è perfetto per un piccolo viaggio in famiglia. Lo trovate su Storytel.
Di nuovo su Storytel c'è Mary Poppins, letto addirittura da Paola Cortellesi: imperdibile! Dura quattro ore e mezza circa.
Claudio Bisio legge invece questo libro di Daniel Pennac amatissimo dai ragazzi: parla di un lupo solitario rinchiuso in uno zoo e di un ragazzo che ha vissuto un viaggio analogo al suo attraverso tre Afriche. Dura un'ora e venti ed è davvero molto coinvolgente.
Gli audiolibri non sono solo per i ragazzi, ma anche per i bambini più piccoli: i bimbi e le bimbe di 3-4 anni, ad esempio, possono ascoltare le fiabe più classiche, come Il brutto anatroccolo, Riccioli d'oro, I tre porcellini...
Un libro che tutti dovrebbero leggere: Luis Sepulveda è qui letto da Gerri Scotti. La storia della gabbianella trovata dal gatto nero Zorba parla di inquinamento, legami profondi anche se non di sangue, impegno, diffidenza e forza di volontà. Dura un'ora e cinquanta minuti.
L'educazione non è qualcosa di statico e lineare. Non è qualcosa di preciso e non ha regole definite. A volte l'educazione càpita. Càpita perché possiamo trarre insegnamenti da quello che la vita ci offre e da quello in cui ci imbattiamo un po' per caso: il Covid, ad esempio, è stato un periodo che ha messo alla prova duramente, offrendoci allo stesso tempo diversi spunti di riflessione.
Un altro esempio? Le Olimpiadi, che ogni quattro anni (stavolta ne sono passati cinque!) ci permettono di vedere in tv tutto il bello dello sport nelle sue sfaccettature migliori. Perché guardare le Olimpiadi con i bambini è educativo? Ecco tutti i motivi (e non solo perché è emozionante e coinvolgente!).
Se da un lato è giusto e doveroso lasciare che i bambini si esprimano come preferiscano e crescano seguendo le loro inclinazioni e tendenze naturali, è innegabile che la disciplina è fondamentale per una crescita sana e armoniosa, soprattutto quando intesa non come costrizione autoritaria, ma come auto-regolazione verso qualcosa di positivo. Lo sport, in questo, è un esempio positivo: gli atleti alle Olimpiadi hanno fatto loro questa filosofia!
Non esistono solo il calcio e la pallavolo, eppure i bambini tendono a scegliere le attività più mainstream. Durante le Olimpiadi si scoprono la scherma, il judo e la arti marziali, la ginnastica artistica, lo skate (esatto! Lo skateboard è una disciplina olimpica!), l'atletica leggera, il ciclismo, l'hockey, il canottaggio, l'arrampicata sportiva, la ginnastica acrobatica...
Certo, è bellissimo vedere l'Italia che trionfa. Ma alle Olimpiadi trionfa lo sport ed è facile tifare per atleti di una nazionalità diversa dalla nostra perché ci piacciono particolarmente! Viva il mondo aperto.
Le Olimpiadi possono anche diventare pretesto per parlare di storia e di civilità, introducendo la storia dei giochi olimpici che nacquero in Grecia nel 776 avanti Cristo.
L'universalità è un pilasto delle Olimpiadi, a cominciare dal simbolo: i cinque cerchi intrecciati rappresentano infatti i cinque continenti.
La ginnastica artistica non è praticata solo da femmine, il calcio non è solo per uomini. Unica pecca: la parità non è ancora raggiunta, se pensiamo che, ad esempio, il nuoto sincronizzato olimpionico è solo per donne (non è previsto nemmeno il misto...).
A cambiare dopo il parto non è solo il ciclo mestruale (qui trovi un articolo su come effettivamente cambia, e qui un altro in cui ti spieghiamo quando arriveranno le mestruazioni dopo il parto). Anche la libido si modifica moltissimo. Già in gravidanza avrai notato cambiamenti e fluttuazioni: beh, è normale. E se dopo aver partorito non hai proprio voglia di fare sesso, non preoccuparti: è normalissimo. A dirlo è addirittura la scienza.
Innanzitutto, è bene ricordare da quando è possibile avere rapporti sessuali dopo il parto: naturalmente, la prima regola è seguire le indicazioni del ginecologo o della ginecologa che hanno seguito gravidanza e parto, ma in generale i professionisti parlano di sei settimane.
Questo lasso di tempo permette di guarire al meglio ed evitare problemi, ma anche di assestarsi nel nuovo ritmo di vita inevitabilmente scombussolato (a livello fisico e mentale).
Le sei settimane sono quindi una norma, ma non una regola valida per tutte le persone. Anzi. Se trascorso questo tempo non ti è ancora tornata la libido e non senti per niente la voglia di avere rapporti sessuali, la ragione è fisica. E anche ancestrale. Il nostro corpo, infatti, è programmato per tendere alla sopravvivenza. Prevenire rapporti sessuali in queste settimane così delicate gli permette di "salvarsi", in modo che tu, proteggendo il tuo corpo da traumi in un momento così delicato, possa procreare anche successivamente. Proprio come fanno sapere gli studiosi in questa ricerca intitolata "Evoluzione e sessualità umana".
Questo istinto di sopravvivenza può manifestarsi in diverse forme. Può essere che tu ti senta esageratamente stanca e quindi, anche se la voglia a tratti c'è, ti sembra impossibile anche solo pensare al sesso. Oppure sono proprio gli ormoni a impedirtelo, evitandoti del tutto la voglia e, anzi, facendoti percepire il sesso come qualcosa di per niente appetitoso. Per nove mesi, infatti, gli ormoni responsabili della riproduzione umana sono stati in circolo nel tuo corpo a livelli altissimi. Immediatamente dopo il parto, però, si abbassano improvvisamente ed è normale non sentire più la libido che si provava (in molti casi) durante la gestazione.
C'è poi da considerare l'ossitocina: si tratta dell'ormone della felicità, che solitamente viene rilasciato proprio durante il sesso. Quando una mamma allatta, tuttavia, questa ossitocina viene rilasciata esattamente allo stesso modo, provocando una soddisfazione fisica e mentale che copre, essenzialmente, il bisogno di contatto fisico.
Cosa significa tutto questo? Tutto e niente. Semplicemente, vivi la sessualità con tranquillità, senza stress, godendoti i piccoli momenti, la nuova ruotine e il tuo nuovo corpo, evitando di farti schiacciare dalle pressioni esterne.
L'Unesco ha definito il judo la migliore attività fisica per ragazzi dai 4 ai 21 anni, perché completa ed educativa: serve altro? Beh, i benefici di questa disciplina orientale sono davvero moltissimi e comprendono sia la sfera fisica sia la sfera mentale. Ma cos'è il judo? Come si pratica? E fa davvero così bene ai bambini?
Arte marziale, il judo (che in giapponese significa "via della cedevolezza", "via della gentilezza") è una disciplina orientale educativa fondata dal maestro Jigoro Kano che prende ispirazione dalle azioni di attacco e di difesa. Lo spunto viene anche da altre arti marziali giapponesi, come il ju-jitzu, che si fondano sul controllo e sulla protezione della propria persona.
A livello pratico, nel judo si sfidano due persone con l'intento di fare cadere l'avversario, senza armi se non il proprio corpo e i propri movimenti, destabilizzando l'altro e sfruttando la sua forza e le sue tecniche. Il tutto si svolge sul perimetro di un tatami.
Il judo, come accennato, non prevede colpi e attacchi, ma proiezioni (la percezione del piano debole dell'avversario nel momento in cui si entra in conttato, proiettandolo al suolo grazie al centro di gravità), atterramenti (sfruttando gli errori dell'altro), sottomissioni (con pressioni e torsioni) e immobilizzazioni (quando l'avversario è già a terra).
Come tutte le attività fisiche, il judo è consigliatissimo sin dai primi anni di vita, perché permette di tenere in forma il corpo, di allenare l'equilibrio, di acquisire forza e di stare bene, coordinandosi anche al meglio.
Nello specifico, questa arte marziale nasce come metodo educativo, e ha quindi, oltre ai benefici fisici più classici, dei pro prettamente mentali e psicologici. Favorisce, infatti, l'autostima, ma anche il rispetto degli altri e delle regole, la propriocezione (non solo fisica) e l'autonomia (essendo uno sport individuale).
Il judoka (colui o colei che pratica il judo) impara presto anche molti valori importanti come il rispetto, la costanza per raggiungere i propri obiettivi e l'importanza della non violenza. Il judo infatti è solo apparentemente violento: non a caso l'ideogramma indica la gentilezza e non a caso l'obiettivo è l'immobilizzazione a terra.
Il tofu, alimento vegetale a base di semi di soia ricchissimo di proteine, è detto anche formaggio vegano, ma possiamo utilizzarlo in moltissimi modi! Ad esempio, come sostituto della carne durante le grigliate, per essere eticamente ed ecologicamente più sostenibili senza rinunciare al gusto.
Spoiler alert: non potrete più farne a meno! Sono così semplici e così gustosi che non ci crederete.
La grigliata veg, quindi, non sarà più la stessa senza gli spiedini vegetariani di tofu ai semi: ecco la ricetta!
In estate un must have sono le piccole piscine gonfiabili per bambini: ideali quando si hanno un piccolo giardino, un cortile o un terrazzo particolarmente spazioso, queste piscinette sono davvero manna dal cielo nei giorni più caldi e afosi dell'anno.
Sono piccole, non ingombrano, fanno felici i bambini e permettono di rinfrescarsi giocando: niente di più bello!
Ma siamo sicuri di utilizzarle come si deve? Se non usate correttamente le piscine gonfiabili per bambini possono diventare davvero pericolose. Ecco perché è bene conoscere i pericoli e soprattutto capire quali siano le attenzioni da adottare quando i nostri bambini giocano nelle piscinette.
Purtroppo, l'annegamento è una causa di morte davvero diffusa: a dirlo è l'IIS, Istituto Superiore di Sanità, che fa sapere che ogni anno sono circa 400 le persone che muoiono per annegamento (in piscina ma anche al mare, nei fiumi o nei laghi). "Gli annegamenti e le lesioni alla colonna vertebrale conseguenti ad attività ricreative in aree di balneazione rappresentano eventi molto gravi che interessano spesso la fascia di popolazione più giovane", fanno sapere sul Bollettino Epidemiologico Nazionale, sottolineando proprio l'incidenza di queste tragedie.
Il pericolo è davvero subdolo perché, a differenza di altri incidenti, silenzioso: quando il bambino o l'adulto si trovano in pericolo sott'acqua, infatti, non riescono a gridare per chiamare aiuto. E non vale solo dove l'acqua è alta: bastano pochi centimetri e l'annegamento può avvenire in poche manciate di secondi.
"Anche in mancanza di dati più precisi", si legge sempre sul Bollettino, "possono essere prese una serie di misure di carattere generale volte alla riduzione del fenomeno. Queste includono una diffusa informazione sui rischi associati al consumo dell'alcol, una maggiore sorveglianza dei bambini da parte degli adulti, un miglioramento delle capacità natatorie e un miglioramento delle conoscenze di primo e pronto soccorso in particolare fra gli addetti alla sorveglianza".
Per prevenire questi incidenti, lo stesso Istituto Superiore di Sanità ci fornisce qualche consiglio.
Prima di tutto, è sempre raccomandato controllare a vista i bambini, vigilandoli visivamente e uditivamente e cercando di stare vicino per essere svelti nel caso in cui dovesse accadere qualcosa.
Fino ai 5 anni, è bene stare in piscina (o appena fuori) con il bambino, evitando di affidare la responsabilità ad un altro bambino, seppur più grande.
Quando ci allontaniamo ed usciamo dall'acqua con i bimbi, assicuriamoci di togliere tutti i giocattoli o gli oggetti che potrebbero attirarli di nuovo in acqua.
Infine, svuotiamo sempre e puliamo la piscina dopo l'uso, per evitare il proliferarsi dei batteri, che si depositano sul fondo rendendolo scivoloso e quindi molto rischioso.
Molto utile è poi iscrivere fin da piccoli i bambini e le bambine ad un corso di nuoto: prenderanno confidenza con l'acqua, impareranno a trattenere il fiato sott'acqua e altri trucchi importantissimi.
Infine, se la piscina presenta filtraggio o pompe, è bene proteggere questi elementi con apposite grate, in modo da evitare risucchi pericolosi o che i bambini si impiglino pericolosamente con il costume o i capelli.
Dici "polpette" e non ti viene in mente un piatto estivo. Anzi! Eppure anche le polpette estive esistono. Una buona notizia, se i tuoi figli o le tue figlie mangiano le verdure e i legumi solo in questa forma!
Ecco quindi una ricetta semplice e veloce per preparare polpette che profumano di agrumi e di Mar Mediterraneo, per una cena divertente anche quando fa caldo.
Prendersi cura di noi stessi non può prescindere dall'attenzione verso il pianeta. Curare la Terra facendo scelte ecosostenibili significa infatti curare il nostro organismo, che beneficia direttamente della salute dell'ambiente in cui vive. Se tutti compissimo scelte consapevoli, dunque, il Pianeta starebbe meglio, e noi con lui.
Un argomento che concilia le due cose è la scelta della crema solare per bambini: proteggere i bambini dai raggi UV è infatti importantissimo, ma allo stesso tempo è necessario scegilere creme e protezioni che non facciano del male al pianeta. Le creme solari classiche, infatti, sono pericolose per la biodiversità e intaccano la sopravvivenza delle barriere coralline.
Ecco quindi tutto ciò che c'è da sapere su come proteggere davvero i bambini dal sole e quali creme e protezioni scegliere per preservare la salute della Terra.
Proteggere i bambini dai raggi UV è importantissimo, soprattutto quando si parla di bambini. Non importa quale sia il fototipo: la loro pelle è più delicata e scottarsi è facilissimo. E se è vero che in estate è bene passare molto tempo all'aria aperta e al sole per fare incetta di vitamina D, è altrettanto vero che la protezione dai raggi del sole è imprescindibile.
Non bastano, però, le creme solari (che vanno sempre scelte con un SPF di 50+ o maggiore). Quelle sono l'ultimo schermo protettivo.
Prima di tutto, bisogna cercare di tenere i bambini il più possibile all'ombra, soprattutto nei primi anni di vita.
Secondo: mai dimenticarsi occhiali da sole con lenti protettive e cappelli a tesa larga.
Sì, poi, a magliette leggere in cotone e a indumenti che proteggano la pelle lasciandola comunque fresca.
Il tutto proteggendo sempre la pelle con la crema solare, che andrà spalmata frequentemente e non solo all'arrivo in spiaggia o nel prato. Soprattutto dopo i bagni o quando i bambini sudano particolarmente.
Il problema delle creme solari è che inquinano moltissimo. Per anni abbiamo utilizzato schermi protettivi per niente sostenibili: la maggior parte di quelli in commercio sono infatti chimici, e hanno la funzione di assorbire le radiazioni convertendole in calore. I filtri chimici, però, si disciolgono in mare ogni volta che facciamo il bagno, provocando la morte dei coralli e destabilizzando così l'ecosistema e la biodiversità, fondamentali per la vita sul pianeta.
Esistono invece dei filtri minerali: in questo caso, si tratta di diverse sostanze presenti in natura che svolgono una funzione di schermo, riflettendo le radiazioni e proteggendo la pelle. Che, pealtro, rimane più fresca (proprio perché i filtri riflettono la luce). Ad esempio, esistono filtri minerali a base di zinco e biossido di titanio (che troviamo anche in altri cosmetici come i fondotinta).
Importante è quindi scegliere creme solari dichiaratamente eco-compatibili, senza octinoxate e oxibenzone. Essendo minerali e quindi schermanti, queste creme risulteranno leggermente più cremose e difficili da spalmare rispetto alle creme scorrevoli e di facile assorbimento, ma è un inconveniente minimo rispetto ai benefici.
La crema solare 50+ MyKay, il latte solare Omia 50+, lo Spray solare Eco Cosmetic 50+ per bambini o la Kids Mineral Sunscreen di Suntribe sono tutte creme con filtro minerale certificate, rispettose della barriera corallina e (come nel caso di MyKay, senza microplastiche).
Ci sono però anche alternative plastic-free. Ad esempio, la crema a base di zinco per surfisti Surfyogis, che crea una barriera fisica contro i raggi ultravioletti e che è ecocompatibile con la barriera corallina e biodegradabile (ed è confezionata nel metallo riciclabile). Oppure lo stick per viso e zone sensibili 50+ di Aloha Care, la cui formula è priva di filtri chimici e nanoparticelle ed è sicura per la vita acquatica, oltre che essere confezionata in un tubetto di carta riciclabile.