Meno giocattoli, più benefici

Mercoledì, 01 Marzo 2017 14:01

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati, fortunatamente, da una presa di consapevolezza riguardo all’eccesso. Viviamo in un’epoca consumistica, è così e non possiamo farci niente. Ma nel nostro piccolo ci piace rinunciare all’eccesso, andando incontro alla salute del nostro pianeta e anche alla nostra. Perché rinunciare alle cose superflue e allo spreco fa benissimo.

Così, non lo neghiamo, anche con i nostri figli tendiamo a comportarci in questo modo. E ciò non significa privarli di ciò di cui hanno bisogno, ma semplicemente evitare che vengano sommersi di giocattoli, cose inutili o materiali da sprecare.

È giusto? È sbagliato? Proviamo ad analizzare la cosa.

Meno giocattoli, più benefici: perché rinunciare all’eccesso fa bene ai nostri bambini tanto quanto al nostro pianeta

Quando diciamo che tendiamo a privare i bambini dell’eccesso, intendiamo che per scelta non li sommergiamo di giocattoli. Non gli regaliamo subito l’ultimo device tecnologico. Non li accontentiamo con la scarpa di moda in quel momento solo perché devono averla tutti altrimenti sei uno sfigato.

Certo è che quando vedi i tuoi figli andare a casa dell’amichetto con la cameretta zeppa di giocattoli, videogame, tivù e pupazzi ti chiedi se la tua scelta sia appropriata. Se non stai privando tuo figlio di qualcosa che davvero gli serve.

Basta però tornare a ridimensionare la cosa e a pensare con uno sguardo critico positivo: siamo sicuri che avere tutto sia sinonimo di felicità, educazione o completezza? Noi non lo pensiamo. E partiamo sempre dal presupposto che anche noi non siamo cresciuti con questo “tutto” e siamo stati benissimo. Il secondo presupposto incoraggiante? Sono moltissimi gli studi che hanno provato che avere troppi strumenti (leggere: “troppi giocattoli”) sia controproducente, poiché il bambino tende a distrarsi e a non concentrarsi più su una sola attività, svilendo e annullando la capacità educativa dei singoli oggetti (perché ogni oggetto è educativo, che sia esso un giocattolo o uno strumento di utilizzo quotidiano).

Non pensate quindi che quando cresceranno i vostri figli penseranno di avere avuto un’infanzia di privazioni. Se ci si concentra sulla qualità, i risultati sono molto migliori di quando ci si fissa sulla quantità!

Volete un esempio? Prendete questo articolo dell’Indipendent. È del 1999, ma è attualissimo. Parla di quando un asilo di Monaco decise di togliere per tre mesi i giocattoli ai bambini durante le ore di scuola. Inizialmente si pensò, chiaramente, ad una pazzia. Ma anche loro sentivano che i bambini erano sommersi dai troppi oggetti, quindi provarono questo drastico esperimento. I primi giorni fu una tragedia: i bambini erano spaesati, non sapevano che fare, piangevano. Ma alla fine dei tre mesi i benefici si sono fatti sentire, eccome: i bambini impararono finalmente a giocare liberamente, attraverso giochi di ruolo e invenzioni; si concentravano molto meglio sulle attività; e infine comunicavano molto meglio, tra loro e con gli insegnanti.

Parliamo di bambini piccoli, in età da scuola materna. Non diciamo che sia necessario e obbligatorio eliminare i giocattoli, sia chiaro. Come dicevamo sono educativi, al di là di tutto. Ma se su bambini così piccoli l’effetto del non avere giocattoli è stato così positivo un motivo c’è, e il passo successivo, una volta imparata questa lezione, non può essere che quello dell’eliminare gli eccessi (o continuare su questa strada senza rimorsi e sensi di colpa, se già la stiamo percorrendo).

Non è difficile. Basta non cadere nella trappola del nostro tempo, e cioè quella che ci spinge a comprare subito, alla vista delle due lineette, il passeggino più figo, il giocattolo per i denti più costoso, il peluche più prezioso e il gioco tecnologico di ultima generazione solo perché “bisogna averlo”. Ormai non battiamo più ciglio nemmeno sui prezzi folli perché diamo per scontato che siano oggetti necessari.

La regola è quindi quella di fermarsi a ragionare. Non eliminate tutto. Non siate integralisti. Eliminate però il superfluo. Quello che in fondo non serve. Fermandovi a ragionare un secondo in più rispetto a prima (non è un compito difficile, ve lo assicuriamo!) riuscirete finalmente a distinguere ciò che è necessario da ciò che ci è imposto. E sarete più tranquilli, crescerete figli più consapevoli e darete loro una vera opportunità di educazione vera e naturale.

Cosa fa Carnevale più delle frittelle? Niente! Tuttavia non sono leggerissime... Ma come per le Chiacchiere anche stavolta abbiamo per voi la ricetta leggera, per frittelle al forno che non faranno venire sensi di colpa!

Frittelle di Carnevale leggere al forno: la ricetta per le frittelle carnevalesche non fritte, per una merenda senza sensi di colpa

 

Spesso le App e i servizi migliori partono sempre dall’esperienza diretta. Anche in questo caso: Michela Sartori è prima di tutto mamma e proprio dal suo quotidiano ha preso l’idea per un’applicazione per Smartphone che venga in aiuto a tutti i genitori!

Da dove viene l’idea? Da quei weekend persi a pensare a cosa fare, a cercare appuntamenti per famiglie, a scoprire se, più o meno vicino a casa, ci siano eventi dedicati ai bambini. Spesso la ricerca è estenuante e ancora più spesso si sta rinchiusi in casa perché non si sa proprio che fare!

Bene. Non sarà più così! Grazie a Family Point.

Family Point, l’app per conoscere i migliori luoghi per le famiglie: dall’esperienza di una mamma l’applicazione per Smartphone che raggruppa tutte le strutture dedicate a bambini e genitori

“Ti è mai capitato di essere in auto con i bambini, piangenti e annoiati, cercando disperatamente un parco o una qualsiasi attività che li faccia divertire oppure essere in vacanza in una giornata di pioggia e non avere idea come trattenerli? A noi si!”: poche parole che spiegano benissimo l’obiettivo dell’applicazione Family Point, ideata da una mamma per tutti i genitori. Ma soprattutto per tutti i bambini, perché proprio a loro sono dedicate tutte le attività raggruppate nell’applicazione.

Family Point è disponibile su App Store e Google Play e una volta scaricata permette, in maniera intuitiva e semplice, di cercare, geolocalizzandosi, tutte le attività, le strutture e i parchi che si trovano nelle vicinanze, così da non sprecare più intere giornate a cercare da sé “qualcosa da fare”. Perché, diciamolo: quando capita un imprevisto, una giornata di pioggia, un giorno completamente vuoto senza idee su cosa fare, spesso googlando non si trova niente, vuoi perché il motore di ricerca raggruppa tutti gli eventi senza contare le date (e quindi spesso gli eventi che escono in una determinata zona sono passati) oppure perché non c’è un criterio definito e non si trovano attrazioni apposta per le famiglie. Insomma, sì, Google ci viene in aiuto, ma non è semplice.

Ecco da dove è venuta, l’idea di Michela. Scaricando quindi l’app basterà cercare il luogo e la data, anche il giorno stesso, per trovare in maniera semplicissima e intuitiva ciò che si trova in un raggio facilmente raggiungibile. Ci si può geolocalizzare, oppure inserire manualmente il luogo; dopodiché l’app elencherà le strutture vicine.

Soprattutto, Family Point raggruppa tutte le strutture più belle per le famiglie. Michela lo sa in prima persona che queste sono importantissime per genitori e bambini, che possono così passare giornate alternative, educative e divertenti, dal momento che prima dell’App Family Point s’era inventata, meravigliosamente, il suo Giocabosco, un parco didattico a Gavardo (sul lago di Garda, in provincia di Brescia), nel quale le famiglie possono passare del tempo in compagnia di gnomi e fate.

L’App raggruppa così già le principali strutture del Nord Italia, zona dai cui Michela è partita, ma entro l’estate tutta Italia dovrebbe essere coperta, dato che il suo database è in costante aggiornamento (grazie alle segnalazioni e che le arrivano alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e grazie all’inserimento diretto da parte delle strutture interessate, che possono iscriversi e aggiornare i contenuti delle loro attività, ricevendo anche utilissime statistiche). Musei, parchi tematici, parchi acquatici, parchi didattici, fattorie didattiche, strutture sulla neve, al mare, in montagna... C’è un po’ di tutto, e l’App raggruppa tutte queste strutture in categorie, in modo da scegliere facilmente in base alla voglia e al mood della giornata.

Ma Michela non si è fermata qui e la sua App ha in attivo una collaborazione con ViviParchi, la card famigliare che permette l’ingresso gratuito dei bambini o che permette di avere altre agevolazioni per le famiglie nei parchi d’Italia: basta richiederla direttamente tramite l’App Family Point!

In ogni regione hanno il loro nome, ma siamo sicuri che se vi diciamo "chiacchiere di Carnevale" sapete di cosa stiamo parlando! Cenci, bugie, lattughe, frappe, maraviglias... Qualunque sia il nome che gli date, le chiacchiere, sfoglie dolci croccanti e friabili tipiche del periodo carnevalesco, sono buonissime. Ma non molto leggere, vero? Essendo fritte e contenenti il burro di solito stanno sullo stomaco, o comunque fanno sentire in colpa. Bene. La nostra versione è decisamente più light, quindi preparatevi a gustarle senza paura!

Chiacchiere leggere al forno senza burro: la nostra ricetta delle lattughe di Carnevale in verione più light

 

Da anni e anni (se non secoli) siamo abituati a immaginare le lezioni in classe con un’impostazione standard, e cioè la frontalità: l’insegnante che spiega l’argomento alla cattedra o alla lavagna e gli alunni che ascoltano dal loro banco, in una relazione quasi univoca.

Qual è il limite di questo metodo? Certamente questa univocità, che implica l’insegnamento uguale per tutti, un insegnamento che passa dalla maestra agli alunni senza differenza. Tuttavia i bambini sono tutti differenti, hanno esigenze diverse, personali; ognuno ha i suoi tempi, i suoi interessi, i suoi punti forti e le due difficoltà.

Come dicevamo siamo abituati da troppo tempo a considerare questa didattica come standard e insostituibile, ignorando come invece esistano altri metodi più inclusivi, pensati con un occhio rivolto agli alunni! Uno di questi metodi è il Circle Time. Di cosa si tratta? Eccovelo spiegato.

Il Circle Time, un metodo educativo che stimola l'inclusione: una metodologia davvero utile ed efficace contrapposta alle solite lezioni frontali

Questo metodo, ovvero il Circle Time, non è nuovo, ma è già adottato (fortunatamente) da molte scuole italiane, essendo stato ideato durante gli anni Settanta nell'ambito della psicologica umanistica. Non solo: spesso quando le maestre optano per la disposizione dei banchi a ferro di cavallo forse non sanno che stanno già sperimentando un metodo molto vicino a quello del Circle Time!

Nello specifico, il Circle Time è un momento di lezione durante il quale gli alunni si dispongono con le loro sedie in cerchio. In questo cerchio ci sarà anche l’insegnante, allo stesso livello degli alunni, poiché lo scopo è proprio quello di suggerire una visione d’insieme che sia di parità tra tutti i componenti del cerchio. In questo modo ognuno può esprimere i suoi dubbi, le sue riflessioni e tutto ciò che vuole.

Questo del Circle Time dovrebbe essere un appuntamento a cadenza fissa durante la settimana scolastica, e gli insegnanti dovrebbero prepararlo come si deve, in modo da sfruttarne tutte le potenzialità. Ma vediamo quali sono questi benefici!

Innanzitutto, durante l’ora del Circle Time possono essere affrontati gli argomenti più disparati, da quelli sociali a quelli ecologici, da quelli sulle materie didattiche a quelli più “liberi”. L’insegnante ne propone uno (anche in base a ciò di cui la classe ha bisogno in quel dato momento) e da lì, fungendo sempre da mediatore, fa partire la discussione, alla quale ogni bambino può dare il suo contributo con pensieri, dubbi, proposte, critiche e così via.

Prendendo questa abitudine i bambini, pian piano, inizieranno a sviluppare capacità di problem solving, di empatia, di indipendenza, di cooperazione, di autostima e di confronto, tutte skill utili nella vita reale e adulta. E, allo stesso modo, impareranno a gestire le situazioni difficili, anche quelle tra gli alunni stessi (bullismo, incomprensioni, gelosie), che in questo modo potranno essere affrontate con più calma e tranquillità in un luogo nel quale ognuno può sentirsi protetto.

Non solo: per sua conformazione il cerchio mette tutti l’uno di fronte all’altro, e quando un bambino parla tutti lo ascoltano (con più attenzione rispetto a quando i banchi sono disposti “normalmente”, in maniera frontale). Di conseguenza nella classe si creerà una consapevolezza delle differenze di ognuno, che possono essere valorizzate.

Ma soprattutto si capiranno i punti forti e i punti deboli del gruppo e di ognuno, anche in relazione alle materie (non solo alle tendenze comportamentali), e questa consapevolezza potrà essere sfruttata tanto dall’insegnante quanto dagli stessi bambini durante le lezioni “normali”: i bambini tenderanno più facilmente ad aiutarsi a vicenda, creando un circolo virtuoso ed empatico di scambio di competenze e arricchendosi a vicenda; e gli insegnanti, dal canto loro, sapranno creare percorsi didattici migliori, che non siano meramente univoci e uguali per tutti.

10 ricette ispirate ai prodotti Lush

Lunedì, 27 Febbraio 2017 15:42

Avete presente quando si passa accanto ai negozi Lush e si viene inebriate dai profumi esplosivi? I loro prodotti sono super pop, profumati, colorati e soprattutto utili. Noi a casa ne vorremmo moltissimi, ma spesso le tasche ci vietano di svaligiare i negozi!

Ecco perché a volte ci piace ricreare questi prodotti in casa, con le nostre mani! E oggi vi sveliamo le nostre ricette.

10 ricette ispirate ai prodotti Lush: come ricreare a casa i prodotti profumatissimi per il bagno e per la cura della persona

Iniziamo con il must quando si parla di Lush, e cioè delle bombe da bagno, le palline da sciogliere sul corpo e nell’acqua per idratare, tonificare, colorare il bagno e profumarlo.

Mettete in una ciotola una tazza di bicarbonato e mezza di sali di Epsom, mescolando bene. In un altro recipiente più piccolo mescolate invece mezza tazza di acido citrico, un cucchiaio di acqua, 2 di oli essenziali, 3 di olio di oliva e qualche goccia di colorante alimentare. Ora, un cucchiaio alla volta, versate la parte colorata nella prima bacinella, mescolando bene con una frusta fino a che i due composti saranno uniti. Otterrete una consistenza granulosa. Prendete quindi una vecchia confezione delle bombe da bagno (la pallina di plastica, insomma), e versateci dentro il composto. Schiacciate bene, chiudete la pallina e lasciate asciugare un attimo. In alternativa, potete fare delle “mezza bombe” utilizzando gli stampi di silicone per le tortine a mezza sfera. Il composto piano piano si asciugherà, quindi lavorate velocemente per fare più palle possibile!

Seconda proposta è la maschera al cupcake: Lush realizza sempre maschere per il viso, idratanti e purificanti, ispirate dalla natura o dal cibo.

La nostra ricette prevede di mischiare in un barattolo 5 o 6 foglie di menta (precedentemente frullate con un goccio di acqua, in modo da ottenere una cremina), un cucchiaino di polvere di cacao amaro, un cucchiaio di burro di cacao, mezzo cucchiaino di glicerina, 4 gocce di olio essenziale di sandalo, mezzo cucchiaino di miele e acqua di rose (la cui quantità varia in base alla consistenza che si ottiene!).

“Rub rub rub” è uno scrub per la doccia, azzurrissimo e molto efficace. Volete replicarlo a casa? Nessun problema! Prendete 3 cucchiai di sale fino e aggiungeteli in una tazza con un cucchiaio di olio di mandorla, mescolando molto bene. Aggiungete un cucchiaio di succo di limone, mescolate, quindi versate dell’acqua di rose fino a che la consistenza è morbida e spalmabile. Aggiungete del colorante alimentare (noi lo usiamo azzurro in questo caso), mescolate nuovamente e versate in un barattolo da chiudere ermeticamente.

Utilizzate questo esfoliante sotto la doccia, passandolo bene dappertutto per togliere le cellule morte, idratare la pelle e ritrovarla liscia e tonificata.

Gelatine da doccia? Semplicissimo! Aggiungete una bustina di gelatina, mezza tazza di doccia schiuma e del colorante alimentare in una tazza di acqua bollente. Versate in due contenitori per cubetti di ghiaccio e lasciate che le gelatine si solidifichino, aspettando qualche ora. Utilizzatele poi come saponette più divertenti!

Nello shampoo volumizzante di Lush c’è anche il sale. E funziona! Per ricrearlo a casa, fate sciogliere un cucchiaio di olio di cocco e aggiungetegli un cucchiaio di succo di limone e tre cucchiai di sale grosso marino. Mettete il composto in un barattolo e riempitelo fino all’orlo con il vostro shampoo abituale, quindi utilizzatelo una volta a settimana per sgrassare i capelli e renderli in questo modo più voluminosi.

Il trattamento contro i capelli crespi da Lush si chiama R&B e consiste in una crema da spalmare sulle punte prima dell’asciugatura.

Prendete un bel cucchiaio di burro di karité e scioglietelo bene in un pentolino. Aggiungete quindi mezzo cucchiaio di olio di cocco e mescolate bene. Togliete dal fuoco e aggiungete mezzo cucchiaio di olio di jojoba e mezzo di olio di oliva. Il burro comincerà a solidificarsi di nuovo: a questo punto potete versare tre gocce del vostro olio essenziale preferito. Aggiungete infine 6 cucchiai di gel di aloe vera per ottenere la crema completa.

Lo scrub non è solo per il corpo: avete mai provato quello per le labbra? Semplicissimo! Stendetelo sulle labbra, fregate bene e sciacquate: rimarranno morbidissime e anche più rimpolpate! Ecco come prepararlo: mescolate un cucchiaio di zucchero di canna grosso con mezzo cucchiaio di olio di oliva e una goccia di estratto di vaniglia. Mettete il composto in un piccolo contenitore e il gioco è fatto. In questo caso il colorante è da evitare, a meno che non vogliate una sorta di rossetto incorporato, dal momento che lascia facilmente il colore sulle labbra!

Per ultime, due ricette della nostra Giulia Mandrino per due prodotti che in bagno non dovrebbero mai mancare e che se fatti in casa si rivelano ancora più efficaci: il burro corpo compatto tonificante e snellente, che ricorda moltissimo i blocchi solidi di Lush; e lo scrub anti cellulite profumatissimo e (finalmente!) economico, a base di sale rosa dell'Hymalaya.

Il riso jasmine è tra i più saporiti, con il suo profumo inconfondibile. Cuocerlo è semplice e portandolo in tavola otterrete sempre il risultato di proporre una cucina etnica che piace un po' a tutti. A noi piace cuocerlo con il latte di cocco (ricco di antiossidanti, grassi "buoni", vitamine C ed E, e ottimo contro il reflusso gastroesofageo) per aggiungere ancora più sapore, abbinandolo ai deliziosi gamberi e alla frutta secca.

Riso jasmine al latte di cocco con gamberi e mandorle: la ricetta per il riso orientale dal gusto etnico

 

La vita è fatta di momenti speciali. Indossali!”: un motto carinissimo che nasconde tutto il concetto di Clyck, un prodotto che ci ha colpito perché pensato per raccogliere e conservare i nostri ricordi in un periodo storico nel quale il rischio di perderli è sempre più concreto. Non stampiamo più le nostre immagini, le guardiamo solo sui nostri device, le perdiamo in cartelle che in un nonnulla potrebbero cancellarsi. Tuttavia tornare alla creazione di ricordi fotografici come una volta si può. Anche con lo smartphone, ma bisogna impegnarsi!

Bene: quest’idea del braccialetto ci viene in aiuto e ci permette inoltre di portare sempre con noi questi ricordi fotografici!

Clyck, il braccialetto per portare sempre con noi i nostri ricordi: una forma nuova e originale che ci permette di indossare le nostre immagini del cuore

Ricodate i vecchi frame dei cinema analogici o i provini ottenuti dallo sviluppo dei vecchi rullini? Quella striscia con i bordi neri bucati e le immagini una accanto all’altra a formare una storia... “Clyck”, con un design retrò assolutamente affascinante, è proprio questo: una vecchia pellicola che raccoglie nove immagini e che grazie alla chiusura può essere indossata come un braccialetto.

L’album di famiglia si fa quindi fashion e originale: non più stivato nelle credenze, oggi è indossabile. La procedura è semplicissima: basta andare sul sito, seguire le istruzioni, scegliere il colore preferito, caricare le nove immagini preferite della nostra famiglia (prendendole dal computer, da Facebook o da Instagram, ribadendo così la possibilità di stampare e rendere meno volatili fotografie - anche in bassa definizione - che altrimenti perderemmo!), mettere - a piacimento - un filtro in stile Instagram (Love, Color e Classic) e ordinare il braccialetto così composto (a 18.90 euro comprensivi di tutto, braccialetto e spese di spedizione).

Clyck vi invierà poi direttamente a casa il braccialetto, richiuso in una simpaticissima fialetta, nella cassetta delle lettere e non tramite corriere (in questo modo è molto più comodo: non dovete organizzarvi stando a casa ad aspettarlo!).

Non preoccupatevi: anche se è in PVC (con chiusura nickel-free, disponibile nei colori rosa, verde o argento) il braccialetto è morbidissimo e possiede tutte le certificazioni di atossicità, che ne affermano la totale sicurezza.

Se volete un po’ di ispirazione, il bello è che potete andare sulla loro pagina Instagram o sulla bacheca di Clyck e dare un’occhiata ai prodotti selezionati da loro oppure condivisi direttamente dai clienti!

L’idea, in conclusione, è perfetta per non perdere i propri ricordi, ma è assolutamente sfruttabile anche per regali che saranno, siamo certe, graditissimi: donare un braccialetto pieno di ricordi è un pensiero personale, fatto con il cuore, e le neomamme, le mamme, le nonne, le sorelle, i fratelli, gli zii e tutti gli amici ne rimarranno certamente colpiti!

Per fare mangiare i legumi in famiglia le proviamo proprio tutte! E trovare forme nuove è sempre eccitante, anche per i bambini, che magari non rimpiangeranno così tanto l'assenza di hamburger di manzo nella loro dieta settimanale! Già, perché questi hamburger sono vegetariani, senza carne, ma super nutrienti e dal sapore esplosivo.

A noi piace mangiarli nel panino proprio come un vero hamburger, con qualche fettina di cipolla rossa di Tropea, conditi con della crema di avocado oppure della salsa allo yogurt.

Hamburger di ceci: la ricetta per il burger vegetariano che non farà rimpiangere la carne e che ci darà tutti i benefici dei legumi

 

Vi avevamo già parlato di come utilizzare gli oli essenziali, di dove comprarli e di come diffonderli. Oggi però vogliamo entrare proprio nello specifico della diffusione, spigandovi nel dettaglio di cosa si tratta quando parliamo di diffusori elettrici: come funzionano? Quali sono le tipologie? Quale scegliere?

Ecco la guida ai diffusori elettrici di oli essenziali: quali esistono in commercio e come funzionano i diffusori per l’aromaterapia

Come vi avevamo già accennato, i bruciatori di oli essenziali (e cioè le “casette” per candele sovrastate dalla vaschetta per le gocce) non sono il massimo, poiché, appunto come dice il nome, bruciano gli oli, rendendo inefficiente l’aromaterapia. Sempre meglio quindi scegliere diffusori specifici, elettrici, fatti apposta per rendere al meglio.

Ma partiamo con ordine, cercando di capire cos’è questa diffusione e come funziona. La diffusione è per definizione quel processo nel quale le particelle degli oli vengono disperse e sparse nell’ambiente, passando da uno stato molto concentrato ad uno più basso. Le molecole degli oli essenziali vengono quindi distribuite nell’aria e in questo modo possiamo sentirne l’aroma. È un processo naturale (è lo stesso principio per il quale se avviciniamo il naso alla bottiglietta sentiamo il profumo, ma nel caso della diffusione artificiale questo viene sprigionato anche nell’ambiente).

I diffusori, quindi, sono macchine che permettono di eseguire questo processo facilmente e in maniera efficace. E una volta che le molecole degli oli sono diffuse nell’aria, queste possono entrare finalmente nel nostro corpo in maniera armoniosa e omogenea, attraverso la respirazione o la pelle.

Solitamente i metodi di diffusione sono quattro (vaporizzazione, nebulizzazione, vibrazione e calore), e i device utilizzano uno o più di questi metodi (combinati). I principali macchinari che eseguono queste operazioni sono essenzialmente quattro: il diffusore per umidificazione, quello per nebulizzazione, quello per vaporizzazione e quello ad ultrasuoni.

I diffusori per umidificazione ( i pratici umidificatori, che allo stesso tempo danno il beneficio del rendere l’aria che respiriamo più umida, e quindi più sana) usano una combinazione di vibrazioni e aria per trasformare gli oli in piccole particelle perfette per la respirazione. Come dicevamo, oltre a provvedere all’aromaterapia gli umidificatori (http://www.mammapretaporter.it/salute/salute-ben-essere-mb/l-umidificatore-imprescindibile-strumento-per-le-neomamme) (nei quali le gocce di oli vengono aggiunte all’acqua nella riserva superiore) rendono più umida l’aria e sono perciò perfetti per chi soffre di problemi respiratori e quando le stanze sono troppo secche.

I diffusori per nebulizzazione sono solitamente i più costosi. Lavorano seguendo lo stesso principio dei nebulizzatori per profumo (insomma, le boccette con lo spray): l’olio essenziale che versate viene, appunto, nebulizzato in una nuvola d’aria e si trasforma in una piccola “nebbia” di piccole molecole che si diffonde così nell’ambiente.

Il fatto che siano più costosi del resto dei diffusori ha un motivo: la nebulizzazione, infatti, è il metodo più efficace a livello terapeutico per beneficiare delle proprietà degli oli, perché le molecole, che vengono ridotte in dimensioni minuscole, sono più facilmente assimilabili dall’organismo. Inoltre l’olio non viene diluito in acqua, assicurandone così l’inalterazione della sua chimica.

Il vaporizzatore è detto anche diffusore a ventilazione, poiché disperde gli oli essenziali nell’aria soffiandoli fuori. L’olio solitamente si applica versando qualche goccia su un pezzo di carta assorbente e l’aria, una volta acceso il diffusore, passa proprio attraverso questa barriera, disperdendo gli oli nella stanza.

La particolarità del diffusore a ventilazione è che non è previsto l’utilizzo del calore né dell’acqua e quindi è molto sicuro, anche in caso di bambini che giocano lì intorno. Un po’ meno benefici del nebulizzatore, quindi, ma più sicurezza.

Ultimo ma non per importanza il diffusore a ultrasuoni, detto anche “a freddo”. Solitamente è quello più consigliato poiché il processo sei diffusione così particolare permette di non alterare minimamente le proprietà delle essenze: il diffusore lavora infatti attraverso piccole vibrazioni (gli ultrasuoni) che permettono all’acqua di evaporare a freddo e in maniera immediata. Si crea così una sottile nebbia di micro particelle facilmente assorbite dai polmoni. E, come gli umidificatori, utilizzando l’acqua i diffusori a ultrasuoni umidificano molto bene la stanza, rendendoli strumenti perfetti per contrastare e prevenire i disturbi respiratori.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sara

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Cecilia

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