Che la sensorialità sia uno dei punti fondamentali per una didattica completa ed efficace è ormai assodato, e non è un caso se i metodi educativi italiani più apprezzati, come quello montessoriano, hanno tra le loro attività elementi che stimolano moltissimo il tatto.
I libri tattili, o sensoriali, sono uno strumento prezioso per i bambini (anche per quelli più piccoli), dal momento che nei primi anni di vita i bimbi scoprono il mondo attraverso i loro cinque sensi.
Farli in casa, però, è forse un po’ scomodo, e in commercio non se ne trovano moltissimi (soprattutto se si cercano la qualità e la sicurezza). Abbiamo però scoperto da poco Ideecolori Tralemani, un progetto che permetterà di dare ai nostri bambini proprio ciò di cui hanno bisogno: dei bellissimi libri tattili in stoffa realizzati finalmente con amore.
Partiamo dall’inizio, e cioè dal concetto di libro tattilile, o sensoriale: si tratta semplicemente di volumi educativi ispirati alla didattica di Maria Montessori, al cui interno si possono trovare attività e stimoli personalizzati in base all’età dei bambini (e ai loro interessi). La particolarità sta nel fatto che questi libri non sono fatti solo per essere letti e guardati, ma soprattutto per essere toccati con le manine, primo veicolo dell’apprendimento negli anni dell’infanzia.
L’apprendimento è assicurato dal fatto che i bambini, durante i primi anni di vita, sperimentano il mondo attraverso i mezzi che hanno a disposizione, e cioè i loro sensi. In questo senso, i libri sono costruiti a partire da diversi materiali, in modo da stimolare proprio questa curiosità tattile.
Non solo: tra i vantaggi ci sono lo stimolo della coordinazione occhio mano e l’esercitazione delle attività quotidiane (come l’allacciare le stringhe, chiudere i bottoni, aprire le cerniere…) in maniera divertente e quindi più attrattiva.
Emanuela Puzzo ha quindi deciso di creare la sua linea di libri tattili fatti a mano, i Quiet Book: questa giovane mamma trasforma stoffa, pannolenci e materiali naturali e colorati in piccoli libri tutti da toccare e da curiosare, realizzandoli a mano con precisione per assicurare che non si rompano. In poche parole: questi libri sono fatti per essere usati all’infinito!
Il bello è che, rispetto ai libri che potrete trovare in commercio in negozi specializzati, oltre ad essere più economici e di qualità (i costi vanno da 30 euro a 60 euro in base alle pagine e alle attività) possono essere personalizzati in tutto e per tutto, stabilendo insieme ad Emanuela i colori, le pagine, le attività e la copertina.
Il vostro bambino potrà quindi giocare con il suo libro, sulla cui copertina compare proprio il suo nome (più personalizzato di così non si può!) e all’interno troverà attività davvero stimolanti e divertenti: potete scegliere, ad esempio, la pesca e la lavatrice…
(foto 1)
Oppure la matematica e le ore…
(foto 2)
… O ancora la geometria, i mestieri, le stagioni, la cucina…
(foto 3)
Emanuela ha una sua pagina Facebook, ed è lì che potrete vedere tutti i suoi meravigliosi lavori e contattarla in caso di interesse!
Gli scrub, detti anche esfolianti, sono creme, sieri o mousse che contengono al loro interno microgranuli: vengono utilizzati per rimuovere le cellule morte consentendo una pulizia profonda, step indispensabile per una pella sana e vitale. Chi ha pelli molto grasse e impure dovrebbe effettuare lo scrub due volte a settimana, chi invece ha una pelle più secca e sensibile solo una volta.
Deve essere applicato sulla pelle umida in piccole quantità, eseguendo movimenti circolari che consentano una pulizia profonda della cute.
Oltre alla ricetta base composta da olio di cocco e zucchero di canna, potete scegliere degli oli essenziali specifici per il vostro tipo di pelle: vi consiglio prima di utilizzare lo scrub sul viso o su vaste aree del corpo di testare eventuali allergie spalmando una piccola quantità di prodotto attendendo mezz'ora. Come sappiamo essendo gli oli essenziali molto potenti è meglio sempre maneggiarli con cautela.
Qui sotto trovate la nostra selezione di oli essenziali da aggiungere alla mousse scrub:
- per pelle secca e sensibile: sandalo, rosa, lavanda, ylang ylang, camomilla, lavanda.
- per pelle normale: geranio d'Egitto, lavanda, sandalo.
- per pelle grassa: geranio d'Egitto, cipresso, (limone se non ci si espone al sole nelle 24 ore successive)
Il mondo delle mamme è sempre diviso tra le pro e le contro. Pro e contro qualsiasi cosa. Allattamento, svezzamento, medicine… E anche i nasini che colano ai nostri bimbi non sono risparmiati da queste diatribe, poiché le scuole di pensiero si assestano su due fronti: le mamme a favore degli aspiratori nasali e quelle contro.
Noi? Siamo a favore. E ora vi spieghiamo perché.
Non serve molto per spiegare il nostro essere a favore dei lavaggi nasali frequenti ma delicati: semplicemente, pulire il nasino dal muco in eccesso non significa solo togliere un fastidio al bambino, ma proteggerlo dalle malattie.
Se infatti il raffreddore è decisamente uno dei fastidi più antipatici (soprattutto la notte, quando i bimbi faticano ancora di più a respirare), esso ha risvolti anche più seri, poiché in tutto quel muco che i bimbi producono si annidano germi e batteri, i principali responsabili delle infezioni respiratorie. Lasciarli pacificamente lì è deleterio, soprattutto durante i raffreddori, ma lo è anche nei giorni “normali”, quelli durante i quali la minaccia delle malattie stagionali sembra ben lontana. Già, perché il muco è sempre presente (anche se in minor quantità) ed è proprio qui che prolifica la colonizzazione da parte dei germi e dei batteri, esseri che non si fermano al nasino ma che passano alla bocca, alle orecchie e alle vie respiratorie.
Nei bambini questa colonizzazione è più pericolosa rispetto che negli adulti per un semplicissimo motivo fisico: orecchie e naso sono collegati dalla tuba di Eustachio, un piccolo tubo che prima dei 6 anni di età è orizzontale, e che diviene obliquo solo con gli anni. Ecco perché le otiti sono più frequenti, così come le altre malattie respiratorie (il tutto condito dalla minor forza del sistema immunitario, che in loro si sta formando). Se dunque le secrezioni nasali ristagnano, maggiore è la quantità di ammalarsi!
Se non quotidiano, il lavaggio deve allora essere comunque frequente, soprattutto in presenza di muco, sempre delicato ed eseguito in maniera corretta. In giorni “normali”, quindi, basteranno delle goccine di soluzione fisiologica nelle narici, per ammorbidire il muco, far sì che non si secchi e che venga espulso in maniera naturale, soprattutto attraverso gli starnuti.
Durante i raffreddori e i malanni stagionali, tuttavia, la pulizia semplice non basta, ed è qui che vengono in aiuto gli aspiratori nasali (ma solo in questo caso: al contrario, aspirando troppo frequentemente secchereste la mucosa causando irritazioni), come ad esempio il pratico Nasale Care di Miniland, il marchio spagnolo di baby care di qualità. In questo caso, il dispositivo è elettronico, ed è molto più comodo rispetto agli aspiratori meccanici che prevedono tubicini e pompette.
Tenete sempre il vostro aspiratore a portata di mano, durante i raffreddori forti: quando il bambino eccede nell’espulsione di muco (che, quando giallo, spessissimo è solo sintomo di muco stagnante e non di altre malattie), è bene aiutare il suo nasino a ripulirsi. E quando l’aspiratore è comodo è ancora meglio, poiché permette di eseguire questa pratica spesso odiata dai bambini in maniera veloce, pratica e discreta. Quando ergonomico, infatti, l’aspiratore permette di utilizzare una mano sola, tenendo in braccio i bimbi e facendoli così sentire al sicuro.
Il bello di aspiratori come quello di Miniland è anche la sicurezza igienica, poiché permettono di depositare il muco in un contenitore interno isolato dal resto dell’apparecchio, evitando il contatto con le secrezioni appena eliminate. E anche la pulizia è semplicissima: basta svuotare il piccolo contenitore e lavarlo con acqua e sapone.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Le zuppe invernali sono sempre una cena perfetta, poiché ci permettono di assumere i carboidrati buoni (non quelli di pasta e pane, ma quelli delle verdure) e qualche proteina vegetali grazie ai legumi che aggiungiamo. In questa zuppa di sedano al gusto di pesto, ad esempio, noi aggiungiamo qualche borlotto fresco, saporito e con una consistenza che spesso piace a moltissimi bambini. E il sedano è davvero un toccasana: è ricchissimo di potassio, fosforo, magnesio, calcio, vitamine C, E, K e alcune vitamine del gruppo B!
Si parla molto delle mamme single, e ci sta (in effetti sono moltissime). Si parla molto del lavoro delle madri, che si snoda spessissimo tra casa e ufficio, e che non si limita alle 8 ore canoniche. Si parla molto dei padri assenti. E di quelli single, soli e presentissimi? Di quelli che per scelta, per sfortuna, per tragedie o per strani casi della vita si trovano ad essere nel tradizionale ruolo che le mamme hanno avuto per secoli e secoli di storia? Di loro chi ne parla?
La loro forza è pari a quella delle mamme. Le loro difficoltà sono le stesse. E meritano qualche parola, non credete?
“Per me diventare un papà single non è stato molto diverso dal presentarsi ad un primo giorno di lavoro. In un paese straniero. Dove tu non parli una parola della loro lingua”. Questo incipit è carico ed esplicito, e per questo ci ha colpito. A scrivere è John Allan, musicista abbastanza famoso che dopo una carriera sul palco si è dato all’insegnamento della musica negli asili di Los Angeles. Sì, è lui il papà single che porta la sua testimonianza: l’ha fatto sulle pagine di Red Trycicle, e ne è nato un breve racconto veritiero sul cosa vuole davvero dire essere un papà single.
Sin dall’inizio, niente di eroico, ma tutto molto disordinato, proprio come la maggior parte delle vite delle mamme alle prese con bimbi, pappe e pannolini: non appena si è trovato nella situazione, John Allan si è fatto prendere dal panico, e dopo essere andato in un negozio a comprare tutto ciò di cui ci sarebbe stato bisogno, si è iscritto ad un corso per genitori (scoprendo peraltro che in città erano tutti pieni: sintomo di un argomento davvero acceso!).
“Ho imparato così che quando un bambino piange probabilmente è affamato, stanco, sporco, oppure ha bisogno di fare il ruttino. Ho imparato a leggere i segni e a interpretarli. Ho imparato come stringere mia figlia per calmarla”, racconta, “e acquisire la competenza di sapere quale cura è appropriata per una certa età è stato estremamente utile, poiché ho realizzato subito che la mia bambina stava crescendo velocemente e in maniera continua, con un bisogno di attenzione praticamente costante”. Sembra banale? Pensate ad un papà che è completamente estraneo al mondo della maternità e dei bambini, e capirete quanto è difficile. E soprattutto quanto è spaventoso.
Ed ecco che allora in aiuto gli è venuta, non lo nega, anche la Super Nanny della tivù, il programma che in Italia è chiamato “Sos tata”. John non lo nega: lo ha aiutato molto, poiché se all’inizio guardando le puntate era tutto un “Ommioddio, se questo è essere genitori, con figli del genere, voglio scappare!”, di volta in volta capiva che il comportamento dei bambini è riflesso esatto di quello dei genitori. Sono le nostre scelte, insomma, a determinare le loro azioni e le loro abitudini. Ed è quello che ha fatto, riuscendo piano piano a creare con sua figlia un rapporto basato sul rispetto e sull’amore.
Tuttavia, dall’altro lato c’è sempre stato lo spettro del vivere in un mondo nel quale la maternità è prettamente femminile. Insomma, lo spettro dell’essere un papà single in un mondo di mamme.
“In alcune classi del corso che seguivo mi sentivo più accolto che in altre - racconta - poiché alcune mamme si sentivano in imbarazzo, ad esempio, ad allattare con un uomo nella stanza. Lo capivo, ma loro dovevano capire che io avevo bisogno di aiuto tanto quanto loro. E ancora adesso, dopo anni, quando vado al parco con mia figlia a volte tendo a sentirmi a disagio, fuori luogo”.
E, continua: “Alcuni papà devono ancora lottare per il diritto di crescere un bambino in una società che si dispera all’idea che un maschio possa essere colui che si occupa dei figli. Per fortuna sono molti i padri come me, ormai, e la percezione sta cambiando. Anche se possiamo interagire con i nostri figli in maniera differente, ho capito che è proprio come dicono le ricerche, e cioè che i bambini hanno bisogno di entrambi i mondi. E’ vero che non siamo come le mamme, siamo più rudi e crudi”.
E, alla fine, rivela il suo segreto: per lui e sua figlia il punto di contatto fondamentale è stata l’arte. Quando si è trovato ad essere papà a tempo pieno, c’erano moltissimi tempi vuoti da riempire. E così, in maniera naturale, ha iniziato a riempirli di musica, soggetto che interessava moltissimo anche a sua figlia, rappando, cantando, suonando e improvvisando ogni volta che avevano voglia. “Oltre che un’esperienza educativa, per noi si è rivelata la maniera perfetta per rafforzare ancora di più il nostro legame padre-figlia”:
Bastano il riso e il brodo vegetale, e poi tutti gli ingredienti che più piacciono a voi e alla vostra famiglia: fare un buon risotto è sempre un’ottima soluzione, poiché in questo modo assumerete i benefici dei cereali, unendoli alla bontà e alla salute delle verdure, cucinando velocemente in mezz’oretta un piatto completo e gustoso.
In inverno, poi, un buon risotto scalda sempre le pance e i cuori. Unendo l’utile al dilettevole, quindi, basterà preparare un bel risotto con le verdure di stagione per una cena davvero perfetta.
(foto 1 http://vegandad.blogspot.it/2010/06/broccoli-risotto.html)
(foto 2 http://www.cucchiaio.it/ricetta/ricetta-risotto-mandorle-arance/)
(foto 3 http://www.agrodolce.it/ricette/risotto-zucca-taleggio/)
(foto 4 http://www.mytasteit.com/r/risotto-alla-zucca-e-funghi-37328089.html)
(foto 5 http://www.nonsolopiccante.it/2013/04/04/risotto-ai-carciofi/)
(foto 6 http://ricette.donnamoderna.com/risotto-al-radicchio-e-melagrana)
(foto 7 http://www.mytasteit.com/r/risotto-con-la-verza-49817730.html)
Non sono i viaggi a Disneyland, i progetti scientifici che vincono i primi premi, la perfezione degli abiti cuciti per i saggi di danza e le recite scolastiche. No, non sono questi a rendere una donna una mamma perfetta. Perché essere mamma è nelle piccole cose, e fare la mamma, semplicemente la mamma, è già abbastanza. Fate che questo sia il vostro mantra, e vedrete come cambierà tutto.
Ciò che stiamo per scrivere sappiamo che vi suonerà familiare. Lo sappiamo poiché ci basta scrivere delle nostre esperienze, della nostra quotidianità di mamme: tutte noi, seppur ognuna con la sua particolare famiglia e la sua particolare persona, ci prodighiamo in atteggiamenti che pensiamo ci rendano madri migliori. E’ giusto. Non lo neghiamo. Ma alla fine, sappiate che fate già abbastanza, e che i vostri figli lo sanno.
Quali sono questi atteggiamenti? Il pretendere di aiutare ogni giorno i bambini con i compiti; il cucinare manicaretti stratosferici (e magari, a volte, fare un piatto per ognuno, perché al piccolo non piacciono i broccoli e guai a propinare la minestra al papà); il disegnare al computer quella bellissima agenda per la famiglia, con font pazzeschi e disegni carini, per organizzare le settimane; l’aiutare i bimbi con il progetto scientifico strafacendo perché, beh, sai che bello se vincono il primo premio?
Ma non è questo a fare di voi delle buone madri. Questo è ciò che fa di voi delle mamme ineccepibili e molto, molto brave, non lo neghiamo, ma l’essere buone madri sta nelle piccole cose. In tutte quelle cose che sembriamo stare dimenticando, ma che facciamo tutto il giorno, tutti i giorni.
Forse non ne parliamo perché parlare della quotidianità non è molto glamour, non è cool, non è instagrammabile. Ma se proviamo a fare un elenco di tutte le piccole cose normali che una mamma fa, beh, già quelle bastano da sole per renderla perfetta.
Ci alziamo (magari dopo una notte insonne), non ci pettiniamo (al massimo uno chignon comodo e via), ci laviamo i denti, andiamo in cucina, prepariamo la colazione, svegliamo i bimbi con un bacio o una carezza, li convinciamo a vestirsi, li accompagniamo a scuola, li andiamo a prendere, prepariamo il pranzo, facciamo la spesa…
E poi tutte quelle cose che i bambini non vedono, ma magari percepiscono: il pagare le bollette, i mille viaggi avanti e indietro in macchina per accompagnare tutti dove devono andare, i fare i conti dei soldi in banca, le chiacchierate con le maestre (e magari le discussioni), il cambiare le lenzuola per farli dormire nel profumo e nel pulito, le code di cavallo e le trecce che avete dovuto imparare a fare guardando mille tutorial su YouTube, le pulizie di casa, i regali di Natale, le feste di compleanno con gli amichetti, il fare amicizia con le altre mamme. Tutte quelle cose che una mamma deve fare, inevitabilmente, senza scelta. Ma con amore.
Sono proprio queste piccole cose a fare dire ai bambini “grazie mamma”, a renderci ai loro occhi perfette. Non sono il viaggio al parco divertimento, le mille uscite al cinema, la torta super golosa preparata per merenda o tutte quelle cose “plus” che ci prodighiamo così tanto a fare.
Ai nostri bambini basta che noi ci siamo, che provvediamo a loro, che li abbracciamo, che diamo loro un bacio della buonanotte, che leggiamo loro la loro storia preferita, quella che magari non è così educativa ma che a loro piace così tanto che non si strancherebbero mai di sentirla. E chissenefrega se non parla di tutti quei concetti politically correct di cui oggi le storie sembrano dover per forza parlare. E che noi mamme sembra dobbiamo per forza raccontare.
Basterà solo una regola, quindi, per essere una brava mamma: ogni tanto, lasciate perdere la perfezione. E prendete del tempo per la normalità. Per una partita a carte con loro, per guardare insieme il disegno che hanno dipinto, per fare una coccola, per fare la spesa insieme. Senza strafare, si vince. Perché essere mamma è già abbastanza, e loro lo sanno.
Tra le esperienze più emozionanti e scombussolanti nella vita di un bambino certamente ai primi posti sta l’arrivo di un fratellino o di una sorellina, soprattutto quando il primogenito è ancora da solo e si trova di punto in bianco a non essere più l’unico “coccolino” e a diventare fratello maggiore.
Ci sono molti modi per rendere meno traumatico questo passaggio (ad esempio, qui vi suggeriamo dieci mosse per fare vivere più serenamente questo momento). Tra gli altri consigli, tuttavia, ci sentiamo di darvi quello relativo ai fiori di Bach, una terapia dolcissima che ha sempre la soluzione per le diverse fasi della vita, anche di quella dei più piccoli.
Naturalmente, i fiori di Bach saranno solo un supporto: la prima regola è sempre quella di non fare sentire escluso o messo da parte il vostro primo figlio, che anche se ormai non avrà più bisogno delle cure di un neonato sentirà comunque la voglia di essere ancora accudito come prima. Insomma, state attenti anche a lui. E, oltre a coccolarlo un po’ (non fa mai male), cercate di coinvolgerlo nella cura del fratellino, facendolo sentire importante.
La gelosia, tuttavia, sarà davvero dietro l’angolo, poiché nel momento in cui il nuovo frugoletto arriverà a casa l’idea immaginata del “fratellino” si trasformerà in fatto concreto, e il vostro bimbo si troverà a dover affrontare la presenza di un nuovo estraneo in casa, un estraneo bisognoso di cure. Per addolcire questi sentimenti, ecco che arrivano in aiuto i fiori di Bach.
Innanzitutto, qui trovate una guida alla somministrazione, e cioè alle modalità con cui potrete dare i fiori ai bambini.
Dopodiché, ecco le varie miscele e i fiori che si prestano perfettamente allo scopo, e cioè all’armonizzazione mentale di questo passaggio così sentito ed importante. Ogni situazione, come sempre con i fiori di Bach, ha il suo rimedio, ed è quindi importante che prima di tutto osserviate bene vostro figlio, per dargli la soluzione su misura.
Se, ad esempio, la gelosia è latente e non aggressiva, e cioè se il bambino sembra affrontare bene la situazione ma con un pochino di ansia rispetto alla normalità, il rimedio più dolce sarà Walnut, fiore di Bach che aiuta il soggetto ad accettare meglio i cambiamenti esterni ed interni.
Nel mix, poi, potrete aggiungere qualche goccia di Holly, anche questo pensato per aiutare chi è geloso ma non lo dà a vedere troppo: Holly, infatti, aiuta il bambino a elaborare questa gelosia virando poi verso l’amore fraterno.
Agrimony, invece, sarà il fiore perfetto per sistemare i sentimenti di chi reprime l’aggressività e rifugge il conflitto. Questa repressione di aggressività si manifesta con l’ansia di cui parlavamo (che è difficile a volte da vedere), ma soprattutto con segnali fisici particolari, come ad esempio il bruxismo notturno o i sorrisi a denti troppo stretti, con mascelle serrate. Addirittura, lo sfogo potrebbe essere cutaneo (con la comparsa di eczemi e irritazioni): in questo caso, provate Carb Apple, purificatore della pelle e della psiche.
Questa situazione, però, può sfociare anche nella pipì a letto la notte, poiché reprimere aggressività e sentimenti è (anche se inconsciamente) molto faticoso per il bambino, che poi tende a lasciarsi andare la notte. Non preoccupatevi, ma aggiungete ai suoi fiori Cherry Plum, fiore che modula il controllo.
Molte volte, tuttavia, la gelosia e l’ansia sono più manifeste. Può capitare che il bambino si prodighi in atteggiamenti volti ad attirare palesemente l’attenzione (in questo caso perfetto è Chicory mixato con Larch, fiore che sostiene l’autostima del bambino), oppure che manifesti la paura dell’abbandono (in questo caso sarà utile distinguere tra paura inconscia - e allora viene in aiuto Red Chestnut - e conscia, quando il bambino non nasconde il timore di essere accantonato - e il fiore sarà Mimulus, pensato per le situazioni in cui le paure sono note).
In ogni caso, parlatene con il vostro erborista, e partendo dall’osservazione dei loro comportamenti e dall’ascolto delle loro parole proponete questi rimedi, che possono essere mischiati per creare una soluzione assolutamente ad hoc per ogni bambino.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Diciamo sempre di voler seguire uno stile di vita più ecologico, sostenibile. Differenziamo, mangiamo meno carne, sprechiamo poco. Ma non saremo mai al pari degli Hjertefølger, la famiglia norvegese che in un clima artico ha saputo creare il suo habitat perfetto.
Tra i luoghi comuni più comuni di sempre c’è una frase. Quale? “Vorrei mollare tutto e andare a vivere fuori dal mondo, immerso nella natura, lontano dalla città”. Ma poi, chi è che lo fa davvero? Nessuno, praticamente. Restiamo impantanati nella nostra routine, nel nostro lavoro, nella nostra vita che pur anelando all’originalità sta sempre nel solco della “normalità”.
Ma c’è qualcuno che questa decisione l’ha presa, e alla fine in mezzo alla natura ci vive davvero, appieno, e comprende fino in fondo il suo impatto sul mondo. Parliamo di Ingrid Marie e Benjamin Hjertefølger, una coppia di avvocati norvegesi specializzati in sostenibilità dell’edilizia che ha deciso di costruire la propria casa in una zona completamente disabitata, in un clima artico, per crescere i propri figli in mezzo alla natura in maniera estremamente sostenibile.
La loro casa, a forma di geode e costruita interamente con un mix di sabbia, argilla e paglia e vetro, si trova a Gildeskal, nella contea norvegese Nordland (vicinissima al circolo polare artico). E potete ammirarla in un magnifico documentario di dieci minuti che si trova qui sotto, e che racconta come la famiglia viva in maniera ecosostenibile, coltivi le sue verdure e si protegga dal difficile clima esterno, in armonia totale con la natura circostante.
(foto 1 http://www.kuriositas.com/2016/06/the-heart-followers.html)
Il documentario è stato presentato l’anno scorso dal film maker Tord Theodor Olsen, regista norvegese che ha deciso di mostrare al mondo cosa significa inseguire davvero il sogno di molti. Un sogno che può sembrare una scelta di vita hippie declinata in maniera contemporanea, ma che nel profondo vuole solo significare la volontà di allontanarsi davvero dal mondo dal mondo creando comunque una famiglia felice.
Lo stesso regista ha raccontato al blog Short of the week cosa ha significato girare questo documentario, approcciando una famiglia che per scelta ha deciso di allontanarsi da tutti.
“In veste di giornalista, ho incontrato la famiglia nel 2012, quando stavano ancora costruendo la loro casa - ha raccontato - e hai presente quando conosci qualcuno con il quale sei da subito completamente a tuo agio? Ecco. Calma e armonia mi hanno da subito invaso. Non in maniera “meditativa”; piuttosto, è qualcosa riguardo alla loro gentilezza e apertura. Volevo perciò che anche altri facessero la loro conoscenza, avessero la stessa esperienza. Ed ecco che ho deciso di girare un breve documentario su questa famiglia e i suoi valori, per creare lo stesso stato di calma mentale nei miei spettatori”.
(foto 2 http://www.barcroft.tv/glass-dome-sustainable-eco-house-arctic-circle-sandhorney-island-norway)
La discriminazione di genere è (ancora) una piaga del nostro tempo. Ma non solo ai piani alti, e cioè parlando di paghe e stipendi differenti per le donne e per gli uomini (che fanno lo stesso lavoro). La discriminazione di genere parte presto, sin da piccoli, e purtroppo è alimentata da piccoli gesti che sembrano fare parte della quotidianità e della tradizione ma che in realtà sono davvero pericolosi.
Ecco perché l’Onlus WeWorld ha deciso, con poche immagini fatte solo di parole, di fare capire ai genitori che basta poco per cambiare, e per far sì che i propri figli crescano in una casa nella quale l’importante non è il sesso, ma la persona.
Innanzitutto, parliamo di WeWorld: questa Onlus italiana è davvero ammirevole, poiché è una delle poche organizzazioni non governative che oltre ad aiutare bambini e persone in difficoltà in giro per il mondo (in particolare Africa, Asia e Sud America) si impegna contro la violenza sulle donne e contro la disuguaglianza.
Questa discriminazione sicuramente sta alla base di moltissimi problemi, ma non parliamo solo della discriminazione sociale ed economica. Anche di quella di genere, che se inculcata sin da piccoli porta nel tempo a problemi ben più gravi, come, appunto, la violenza sulle donne.
E’ di qualche giorno fa quindi la loro campagna apparsa su Facebook contro questa discriminazione di genere, che se è ancora radicata nei paesi poveri del mondo lo è altrettanto nel nostro paese. Non lo direste? Be’, i casi di femminicidio sono all’ordine del giorno, così come i meno gravi (ma comunque sintomo della situazione) casi di discriminazione sul lavoro, a scuola o in famiglia. Sì, è esatto: le “femmine” sono ancora considerate meno importanti dei “maschi”, e i “maschi” non virili, be’, sono subito etichettati (lo stesso vale viceversa per le bambine che non amano pizzi e merletti).
Dalle prime righe del post che hanno pubblicato sulla pagina di WeWorld abbiamo capito che la loro campagna è ammirevole, poiché vuole sottolineare semplicemente come piccoli gesti che consideriamo normali possano invece indirizzare verso la discriminazione, senza toni violenti, accusatori, allarmistici o da scoop.
“Sapevi che chi nasce in una casa dove mamma e papà si spartiscono i lavori domestici è meno portato a fare discriminazioni di genere? Ecco piccole accortezze per le prossime generazioni”: tutto qui. Piccoli gesti come questi.
Ed ecco quindi alcune delle loro bellissime e semplicissime frasi, che dovremmo ripetere come mantra:
Il succo, insomma, è: non soffocare le inclinazioni naturali dei tuoi figli. Ma soprattutto dai tu l’esempio, che è la migliore educazione!