La diastasi addominale dopo il parto

Venerdì, 19 Ottobre 2018 14:12

Dimentichiamo le blogger e le modelle impeccabili a due settimane dal parto (e con “impeccabili” intendiamo già in forma). Lo sappiamo che sono dei mostri e che è impossibile tornare al peso forma e alla tonicità di prima in così poco tempo.

Per tornare in forma e toniche serve tempo, serve costanza e serve impegno. Ma soprattutto serve tranquillità: l’ansia non ci farà tornare al fisico di un tempo.

Detto questo, una gravidanza lascia quasi sempre qualcosa fuori posto. In particolare, la pancia. Che quando non torna come prima è il sintomo di un problema al quale possiamo dare un nome: diastasi addominale.

La diastasi addominale dopo il parto: quando la pancia dopo la gravidanza non torna più quella di prima

La diastasi addominale si verifica quando dopo la gravidanza (non subito, sia chiaro: parliamo di almeno quattro/cinque mesi dopo) la pancia non torna più come prima, con un addome visibilmente rilassato e la zona sempre gonfia, proprio come quando eravamo incinte.

Questa situazione più estetica si accompagna anche ad altre sensazioni e problemi che ci dicono che possiamo trovarci di fronte alla diastasi addominale. Parliamo di dolori lombari (quindi verso il fondo della schiena), bacino instabile e incontinenza, insieme ad una protuberanza che fuoriesce dall’addome quando mettiamo in tensione la zona.

La diastasi dei retti addominali colpisce quindi il muscolo retto addominale, nella parete addominale anteriore, e si manifesta come un allontanamento delle superfici muscolari da quelle ossee continue. In altre parole, questo muscolo addominale si separa nella sua parte destra e dalla sua parte sinistra, lasciando un vuoto mediano. Essendo il muscolo molto resistente, quando questo accade è difficile che torni alla situazione iniziale.

La gravidanza causa spesso questo distanziamento, poiché l’utero in accrescimento e il feto che preme dall’interno separano i muscoli retti addominali. La maggior parte delle volte, tuttavia, con il tempo dopo il parto i tessuti si rilassano e tornano alla situazione iniziale entro 8/12 settimane. Quando questo non avviene si parla dunque di diastasi addominale.

Ogni gravidanza, quindi, porta con sé una diastasi fisiologica che si risolve da sola, ma che a volte resta anche dopo il parto ed è questo il caso in cui possiamo parlare di problema.

I fattori di rischio che portano alla diastasi addominale sono l’età della mamma in attesa (se superiore ai 35 anni), il bambino dal peso elevato nell’utero, le gravidanze gemellari e l’avere già avuto gravidanze in precedenza.

Per prevenire il problema dobbiamo stare quindi attente proprio durante la gravidanza, prendendo qualche accorgimento. Innanzitutto, possiamo fare attenzione alla postura evitando le posizioni errate quando ferme e quando camminiamo. Dobbiamo poi eseguire esercizio fisico, per rinforzare i muscoli della parete addominale (attraverso i consigli di un fisioterapista che ci dirà quali esercizi sono consigliati proprio per evitare il problema); fare ginnastica per il pavimento pelvico; e infine sedersi sempre in maniera corretta con schiena dritta e piedi a terra.

Se tuttavia questo non bastasse e la diastasi addominale non passasse dopo il parto, il nostro medico saprà indicarci cosa possiamo fare. Noi, intanto, possiamo fare un’autovalutazione (qui trovate moltissime informazioni utili) e fare qualche esercizio mirato per tonificare il muscolo traverso dell’addome.

Giulia Mandrino

La valigia dell’ospedale per il parto

Venerdì, 19 Ottobre 2018 08:50

Dunque, che ci metto in valigia per l’ospedale? Aspetta, che prima devo rilassarmi non pensando al parto! Ma di body quanti ne servono? Mutandone o mutandine? E se dimentico la tessera sanitaria?

Ok, calma e gesso: se già il parto mette un po’ d’ansia (è normale!), meglio arrivare preparate per non avere altri pensieri in testa se non quello di viversi al meglio la nascita del proprio bimbo. Ecco quindi una lista super utile di tutto ciò che dobbiamo inserire nella valigia dell’ospedale per il parto, preparandola per tempo e non pensando così ad altro!

La valigia dell’ospedale per il parto: cosa mettere nella valigia per prepararsi al meglio al parto e non pensare più a nulla

Sì, è verissimo, serve molta roba nella valigia che porteremo in ospedale durante il parto. Ecco perché un mesetto prima è consigliato prepararla, appoggiandola poi in un luogo comodo da prendere al volo sulla via per l’ospedale!

PER LA MAMMA

Documenti

Serviranno la cartella clinica con tutte le ecografie e gli esami fatti durante la gravidanza; la tessera sanitaria; la carta d’indentità.

Biancheria

Il reggiseno per l’allattamento (4); coppette assorbilatte; 3/4 mutande comode; assorbenti post parto in garza.

Indumenti

Per il parto, una camicia da notte lunga e comoda o una maglietta molto ampia; vestaglia e camicia da notte aperta davanti (3 o 4, da cambiare per restare sempre pulite); un golfino; delle ciabatte comode e delle ciabatte di plastica per la doccia; calze corte.

Igiene

Degli asciugamani per il corpo e per il bidet; delle garze sterili per il bidet post parto; un detergente intimo delicato; spazzolino e dentifricio; sapone, shampoo e bagnoschiuma; deodorante; pettine o spazzola, elastici, forcine e ciò di cui abbiamo bisogno in base ai nostri capelli; burro cacao per idratare le labbra; olio di mandorle per idratare il seno; salviettine disinfettanti per gli ambienti dell’ospedale come il bagno; crema e beauty case abituale.

Accessori consigliati

Libri e riviste per il post parto; succhi e bottigliette di acqua; monete per i distributori automatici; cellulare e cuffie per ascoltare musica; tappi per le orecchie per la notte.

PER IL BIMBO

Indumenti

Tutine e coprifasce a maniche lunghe (magliette aperte sul retro - almeno 5 o 6); body (almeno 5 o 6); babbucce; calzini leggeri e pesanti (5 o 6); bavaglini (4 o 5); golfino o giacca calda per le dimissioni a seconda del clima; in inverno, berretta, guanti e sciarpa per le dimissioni; copertina di cotone o lana per le dimissioni da utilizzare nella carrozzina o nell’ovetto.

Igiene e accessori

Ciucci; lenzuola per culla (se l’ospedale non ne ha); pannolini; accoppatoio o asciugamani morbidi per neonati: pettinino per capelli.

Giulia Mandrino

Sì, il sessismo è ancora un problema nella nostra società. Abbiamo fatto passi da gigante dal secolo scorso, è vero (grazie, suffragette e movimenti femministi!), ma non possiamo affermare che questo problema sia stato estirpato.

Le grandi questioni rimangono (la parità salariale, gli stereotipi, la discriminazione, i problemi professionali legati alla maternità…), così come i piccoli gesti che viviamo quotidianamente e che riteniamo normali anche se dovremmo imparare a riconoscerli e a non accettarli.

Noi donne, insomma, siamo ancora discriminate. Il sessismo esiste ancora. Ma per fortuna c’è anche chi lo sa bene e cerca, attraverso l’arte, di smascherare questa tendenza per fare breccia nelle menti e cambiare piano piano la visione del mondo ancora troppo maschio-centrica. Come questo artista, il fotografo Eli Rezkallah, che ha prodotto uno dei lavori a nostro parere più forti, efficaci e ammirevoli in questo senso.

Le pubblicità sessiste al contrario di Eli Rezkallah: quando alcune immagini iconiche vengono capovolte, il sessimo e il maschilismo vengono smascherati

Come dicevamo, abbiamo fatto passi da gigante in merito al sessismo rispetto ai secoli scorsi. È vero. Ma nella quotidianità le discriminazioni non sono scomparse. Ecco perché a volte servono scossoni, come quelli che ha voluto dare alla società Eli Rezkallah, fotografo e fondatore della rivista Plastik Magazine.

Tra i suoi lavori ne troviamo uno che parla da sé. Si intitola “In a parallel universe”, “In un universo parallelo”, e vuole capovolgere l’immaginario collettivo oramai radicato per fare capire l’assurdità del maschilismo e del sessismo. In altre parole: come sarebbe il mondo se fosse al contrario? Se le donne fossero il “sesso forte” e se il sessismo esistesse nei confronti degli uomini?



Per farlo, Eli Rezkallah ha preso alcune vecchie immagini pubblicitarie degli anni Cinquanta e Sessanta e le ha interpretate al contrario. Gli uomini prendono qui il ruolo delle donne rappresentate e viceversa. Le immagini di finzione, quindi, ricreano delle reali pubblicità apparse sulle vecchie riviste della “Mad man era”, ovvero l’età d’oro della pubblicità nel secolo scorso, per farci riflettere su una questione ancora troppo attuale, mostrando immagini solo all’apparenza ironiche, che ad un secondo sguardo ci portano a ragionare sulla questione scottante dei ruoli maschili e femminili.

In questo suo universo parallelo troviamo dunque un uomo sculacciato dalla moglie perché non ha comprato il caffè più fresco al supermercato…

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Troviamo un marito ai fornelli rassicurato dalla moglie: “Non preoccuparti, caro, almeno la birra non l’hai bruciata”…

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Troviamo un uomo nel suo “habitat naturale”, la cucina, autorizzato a lasciarla solo se scapolo e senza figli, per farsi un hamburger al bar.

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Quest’ultima, in particolare, è fortissima. Prendiamo la frase della pubblicità (ricordiamo: è vera!) e decliniamola nelle due modalità. Quella maschile recita questo: “Gli uomini non lasciano la cucina! Tutti sappiamo che il posto di un uomo è a casa, a cucinare per la sua donna un pasto delizioso. Ma se ti stai ancora godendo la vita da miss e non hai un maritino a casa ad attenderti, allora vieni da Hardee’s per qualcosa di scialbo e preparato frettolosamente!”.

Leggiamola al femminile, esattamente come figurava sulle riviste ed esattamente come ogni donna leggeva, convincendosi del suo ruolo preconfezionato e deciso dalla società: “Le donne non lasciano la cucina! Tutti sappiamo che il posto di una donna è a casa, a cucinare per il suo uomo un pasto delizioso. Ma se ti stai ancora godendo la vita da scapolo e non hai una mogliettina a casa ad attenderti, allora vieni da Hardee’s per qualcosa di scialbo e preparato frettolosamente!”.

L’ironia c’è in entrambi i casi, ma il problema è che in quella originale, certo, si sorrideva, ma solo per quanto riguarda il marchio pubblicizzato, che vuole attirare i giovani scapoli a mangiare al fast food. Ciò che non fa ridere per niente è come viene dipinta la donna, schiava del marito e rinchiusa tra le mura domestiche.

Sarà anche esagerato, ma era così. E anche se oggi il politicamente corretto impedisce (fortunatamente) di utilizzare questi toni, i ruoli delle donne sono ancora troppo inquadrati e rinchiusi in stereotipi di genere. E noi non possiamo più stare zitte!

Giulia Mandrino

Le stoviglie in legno per lo svezzamento

Mercoledì, 17 Ottobre 2018 14:24

Non è che perché i bimbi sono piccoli e utilizzeranno per poco le stoviglie dello svezzamento dobbiamo prenderne un set a caso. Innanzitutto, anche se le useranno per un breve periodo la sicurezza dei materiali (meglio se naturali) non deve essere snobbata. E in secondo luogo, perché non scegliere qualcosa che sia anche carino, oltre che pratico?

Le stoviglie per i bambini hanno la caratteristica di essere più arrotondate (soprattutto le posate) e infrangibili. Per questo le troviamo spesso in plastica. Ultimamente, però, giustamente i genitori puntano anche sulla naturalezza e sull’ecologia dei prodotti che propongono ai loro bambini e sono sempre più le aziende che hanno messo in commercio stoviglie per bambini in legno e bambù, materiali più ecologici (biodegradabili) e pure più sani rispetto alla solita plastica!

Le stoviglie per bambini in legno e bambù che preferiamo? Eccole!

Le stoviglie in legno per lo svezzamento: legno e bambù sono un’ottima alternativa alle classiche stoviglie per bambini in plastica

I cucchiaini in legno e silicone

Leggerissimi e pratici, sono cucchiaini progettati apposta per i primi cibi solidi dei bambini, con manico in bambù e punta in silicone morbida, in modo da non graffiare le gengive dei bimbi. Ergonomici, non hanno angoli vivi e sono quindi perfetti sia per imboccare sia per la fase in cui i bambini cominciano a maneggiare le posate da soli.

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Anche questi sono in legno e silicone, ma dai colori più pastellati!

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Il piatto volpe

Un piatto in legno davvero simpatico, con una ventosa inferiore per renderlo più sicuro per i bambini che cominciano a mangiare da soli!

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Il set ape

Anche in questo caso le posate (cucchiaino e forchettina) sono realizzate in fibra di bambù per quanto riguarda il manico e in materiale più morbido (senza BPA) nella parte che i bimbi porteranno in bocca. E il piattino che ricorda un’ape presenta due protuberanze molto comode per facilitare la presa del bambino.

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Il set scimmietta

Completamente in fibra di bambù e colori atossici, il set per lo svezzamento a scimmietta è davvero super carino e completo: ci sono il cucchiaino e la forchettina, ma anche il bicchiere infrangibile, la ciotola per i cibi più liquidi e i primi e il piatto con divisorio per i cibi più solidi.

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Il set da supereroi

Super completo, questo set per supereroi è composto internamente in bambù naturale e presenta una tazza, due posate ergonomiche e tondeggianti che è possibile appoggiare in equilibrio nel piatto, una scodella con manici comodi e un piatto con divisori perfetto per un pasto completo. Cresce con il bambino, insomma.

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Il set da astronomo

Dal design super scandi e davvero elegante, il set per lo svezzamento per bambini che amano i pianeti è del marchio Love Mae (e lo trovate su LoveTheSign). È composto al 100% da materie prime naturali e il bambù che lo compone è di primissima qualità, atossico, privo di ftalati, antimacchia e lavabile in lavastoviglie.

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Le diverse tecniche per fare colorare i bambini

Mercoledì, 17 Ottobre 2018 13:48

I bambini disegnano, colorano, tagliano, disfano, ricompongono… Fanno, insomma, viaggiare le loro mani e la loro fantasia, facendole viaggiare insieme e creando così cose stupende. Spesso però ci troviamo annoiati, insieme a loro, nel non sapere cosa utilizzare, semplicemente perché siamo abituati ad utilizzare i soliti pastelli e pennarelli su fogli bianchi. È normale che le idee finiscano!

I bambini per colorare possono però utilizzare infinite tecniche, con pochi strumenti che troviamo spesso in casa, sperimentando così ogni volta colori differenti e differenti forme e texture.

Anche quando semplicemente vogliono lavorare su dei disegni da colorare (avete visto i nostri disegni di Halloween per bambini? https://www.mammapretaporter.it/educazione/pdf-scaricabili/i-disegni-di-halloween-da-colorare-per-bambini), possono utilizzare non solo i pennarelli e i gessetti, ma tantissimi altri strumenti! Eccone una selezione.

Le diverse tecniche per fare colorare i bambini: dagli acquerelli ai colori speziati, ecco le tecniche per colorare che possono utilizzare i bambini

Gli acquerelli: si possono utilizzare in tantissimi modi, con diversi pennelli e con diverse tecniche. In questo articolo troverete tutti i modi in cui i vostri bambini possono sperimentare con gli acquerelli.

Il contagocce: sempre con gli acquerelli, per colorare i bambini possono utilizzare al posto del pennello un contagocce, per allenare ancora di più la manualità fine e per dipingere gli spazi in maniera più astratta e giocosa. Qui l’articolo dedicato alla tecnica degli acquerelli con il contagocce l’articolo dedicato alla tecnica degli acquerelli con il contagocce.

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La schiuma da barba: sì, anche la schiuma da barba può diventare un materiale con il quale colorare, per creare disegni astratti con venature che ricordano quelle del marmo. Si utilizzano, insieme alla schiuma da barba, degli acquerelli liquidi e qui trovate tutti gli ingredienti e il modo per cominciare a colorare trovate tutti gli ingredienti e il modo per cominciare a colorare.

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I pastelli a cera: sono un classico dell’infanzia e sono tra i nostri preferiti per la matericità e per il loro profumo. I bambini possono colorare in moltissimi modi, e qui trovate qualche idea in più per poter sperimentare con questi pastelli a cera trovate qualche idea in più per poter sperimentare con questi pastelli a cera che tanto amiamo.

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I pastelli a olio: Semplicemente, sono i pastelli a cera ai quali aggiungiamo delle gocce di olio (esistono anche i pastelli a olio in cartoleria, ma possiamo farli a casa, quindi perché no?). L’effetto è bellissimo, patinato e materico. Qui il nostro articolo per creare a casa i pastelli a olio.

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Le foglie: armati di colla, i bambini possono utilizzare ogni materiale per creare un collage e il collage diventa una diversa tecnica di colorazione, se utilizzato all’interno dei bordi da colorare. Al posto delle solite riviste, possiamo utilizzare delle foglie cadute in autunno per colorare i nostri disegni! Qui, inoltre, trovate moltissime idee per fare arte con le foglie.

Le foglie come stampino: sempre con le foglie possiamo dipingere facendo pattern all’interno dei contorni dei disegni, utilizzandole come stampini semplicemente colorandole di inchiostro e premendole sul foglio.

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L’action art: tempere, tanta fantasia e tanto movimento. Replicando il metodo di pittura di Jackson Pollock (che faceva sgocciolare i pennelli sulla tela) i bambini possono colorare le loro opere in maniera astratta, muovendo tutto il corpo e non solo la manina. In questo articolo trovate un sacco di idee per colorare in maniera “movimentata”.

I colori commestibili: sono fatti per i bambini più piccoli ma ciò non toglie che sono favolosi e che anche i bimbi più grandicelli possano utilizzarli per colorare i loro disegni. Parliamo dei colori commestibili, la cui ricetta trovate qui.

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I colori con le spezie: anche questi sono colori che possiamo creare nella nostra cucina e sono speciali perché profumano moltissimo, trasformando l’esperienza del colorare in qualcosa di sensoriale. Qui la ricetta.

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Giulia Mandrino

Halloween non è uguale in tutto il mondo. O meglio: anche se in tutti i Paesi di tradizione cristiana la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre è dedicata ai morti, per ricordarli da parte dei parenti, cambia il modo di festeggiare questa ricorrenza. Basta pensare a qualche anno fa: da noi Halloween non esisteva, praticamente, e semplicemente non si lavorava e non si andava a scuola per poter fare visita ai cimiteri.

Dai paesi anglosassoni, quindi, è arrivata anche da noi la tendenza a festeggiare Halloween con feste a tema spaventoso, travestimenti e dolcetti. Ma nelle altre parti del mondo che si fa?

La tradizione certamente più affascinante è quella messicana. In Messico, infatti, si festeggia sì il “Dia de los Muertos”, ovvero il giorno dei morti come da noi, ma lo si fa in una maniera molto più gioiosa e colorata rispetto a quella a cui siamo abituati! Ed è davvero interessantissimo provare a festeggiare questa giornata ispirandoci a questa tradizione messicana.

Festeggiare Halloween con gioia come nel “Dia de los Muertos” messicano: dal Messico un modo colorato e allegro di celebrare i morti nel giorno di Halloween

Dimentichiamo, quindi, sangue, ragni, streghe e scheletri putrefatti: in Messico i teschi sono al centro di tutto, ma senza ragnatele e vermi qua e là! Già, perché Halloween in Messico si chiama “Dia de los Muertos” e giunge da lontanissimo. Questa ricorrenza si festeggia da secoli, è antica, e da secoli si tratta di un giorno di gioia, allegria e colori, come un carnevale nel quale ad essere ricordati sono i cari defunti.

Nel “Dia de los Muertos” in Messico si celebra la vita. La si onora. Si ricordano i propri cari che non ci sono più con canti, balli e soprattutto colori. I teschi di Halloween, quindi, sono coloratissimi, sorridono.

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Simbolo di tutto questo è Catrina, lo scheletro donna riccamente decorato, colorato e addobbato secondo la moda messicana tradizionale del sei-settecento con ampie gonne e fiori tutto intorno, che deriva tanto dalla tradizione quanto dalla storia più recente di questo Paese, dal momento che sono stati gli illustratori e gli artisti come Diego Rivera a renderla famosa e diffusa.

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Per festeggiare Halloween in maniera messicana, dunque, possiamo provare a travestirci da Catrina (osando anche un Catrìn in versione maschile con i bimbi): faccia dipinta di bianco e decorata a teschio allegro (con fiori attorno agli occhi, ragnatele carine in fronte e nasino nero a rappresentare il buco del teschio), corona di fiori in testa e abiti eleganti e frivoli al punto giusto, con una bella gonna ampia da ruotare con effetto.

 

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Oltre a questa figura, il dia de los muertos viene festeggiato con altari pensati per accogliere il ritorno dei defunti, decorati con candele, calendule e incensi, teschi zuccherini e frutta caramellata. E questo ci porta a parlare del cibo tradizionale che si prepara per questo giorno dei morti messicano.

Il dolce più caratteristico è il pan de muertos, un pane dolce e aromatizzato fatto in casa preparato con uova, farina, limone e zucchero, al quale si accompagnano la zucca sciroppata e i calaveras, i teschi di zucchero offerti ai defunti nel loro viaggio di ritorno sulla terra.

Giulia Mandrino

Nei giorni scorsi siamo stati ospiti dello stand Mama Natura durante l’interessante fiera “Bimbinfiera" a Milano. Cosa abbiamo scoperto? Che Mama Natura è una linea di prodotti naturali pediatrici per mamme e bambini, pensati per i principali problemi dei nostri bimbi, dalla crosta lattea alle irritazioni cutanee, dalla dentizione fino al raffreddore e alle colichette.

Già conoscevamo questo marchio testato e sicuro, ma ora siamo delle vere esperte! Ecco perché abbiamo pensato a voi stilando questa selezione dei migliori prodotti Mama Natura per i nostri bambini, un piccolo kit di sopravvivenza naturale da avere sempre in casa!

La nostra selezione dei migliori prodotti Mama Natura: i migliori prodotti del marchio Mama Natura per prenderci cura dei nostri bambini in maniera super sicura e naturale

A spiegarci il mondo Mama Natura è stata la dermatologa Dottoressa Sandra Lorenzi, medico chirurgo specializzata proprio nelle malattie della pelle e in venereologia. Anche lei si è accorta di una tendenza: quella dell’aumento della richiesta di prodotti naturali da parte delle mamme per i loro bambini. Mamma che, come noi, sono sempre più attente all’INCI dei prodotti. In particolare, l’attenzione è molto alta per quanto riguarda la pelle, poiché ormai sappiamo tutti che la cute è una spia che ci parla di come lavora il nostro organismo. Un problema alla pelle, quindi, non è fine a se stesso, e le mamme lo sanno.

Ma vediamo quindi insieme quali sono i problemi più frequenti quando si parla di pelle dei bambini e quali sono i prodotti migliori per contrastarli.

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CROSTA LATTEA

È il disturbo più frequente in età neonatale ed è una condizione che può predire anche patologie future, come ad esempio la dermatite atopica (dal momento che chi ha avuto la crosta lattea ha più probabilità di sviluppare la dermatite, anche se non è matematico). Solitamente non dura più di due mesi, ma quando accade questo può essere un campanello di allarme, proprio perché può essere una spia di una futura dermatite.

La si riconosce per le squame giallastre sulla pelle del bambino, squame che dobbiamo rimuovere nella maniera più delicata possibile. La crosta in sé, tuttavia, è meglio non rimuoverla, per evitare di formare micro cicatrici. Ecco perché il modo più naturale per trattarla è utilizzare oli o emulsioni delicati, attendendo l’eliminazione naturale. In questo senso è ottimo Sebokind®, un olio di mandorle dolci, camomilla e melissa con proprietà antinfiammatorie e idratanti. Lo si può utilizzare nel caso specifico della crosta lattea, quindi, ma in generale è consigliato ogni giorno, per due volte, perché soprattutto nei primi anni di vita i bambini non hanno ghiandole sebacee attive e dobbiamo quindi aiutarli a tenere la pelle idratata.

IRRITAZIONI DA PANNOLINO

Le irritazioni da pannolino sono un altro problema frequentissimo nei bambini piccoli. Il pannolino causa infatti rossori e irritazioni cutanee molto fastidiose che in alcuni casi sfociano in lesioni della pelle. Ad ogni cambio pannolino dobbiamo quindi utilizzare una crema specifica per idratare e proteggere la pelle, come Dermakind®, con un’alta concentrazione di ingredienti attivi di origine naturale che favoriscono il processo di rigenerazione della pelle e leniscono l’infiammazione.

Ma quali sono le cause di queste irritazioni? Certamente il fatto che la pelle fatichi a respirare e resti umida a causa del pannolino, favorendo la proliferazione dei batteri. Ma non dobbiamo dimenticarci il nickel di alcuni prodotti tessili e cosmetici, i profumi (da eliminare quando si tratta di cosmesi del bambino), i coloranti dei tessuti (soprattutto blu e nero)…

COLICHETTE

Ci svegliano la notte e ci fanno impazzire, perché ci sentiamo inutili di fronte ai dolori di pancia che i nostri bambini provano. Possiamo provare i massaggi o certe posizioni mentre li culliamo, ma se questo non basta Mama Natura ha pensato per noi Colikind® gocce, un integratore alimentare per alleviare i sintomi delle coliche infantili grazie ai fermenti lattici vivi e alla camomilla, che aiuta l’eliminazione dei gas. Lo si può utilizzare da 0 a 3 anni, contiene olio di oliva ed ha un sapore gradevole pensato apposta per il lattante.

In caso di altri disturbi del tratto gastrointestinale (come enterite, alterazione della motilità, disbiosi intestinale - anche dopo una terapia antibiotica), invece, abbiamo Enterokind® junior, per mantenere l’equilibrio della flora intestinale. Questo è adatto ai bambini dai 3 ai 12 anni e contiene probiotici vivi (2 ceppi, con tre miliardi di fermenti lattici vivi ciascuno. In pratica, 6 miliardi a dose), più camomilla e vitamine A e D.

RAFFREDDORE

I bambini non hanno un sistema immunitario sviluppato quanto il nostro ed è per questo che sono più soggetti ai raffreddori e alle influenze. In questo caso molto utile è lo spray Rimikind®, che permette di contrastare il raffreddore spruzzando il prodotto per tre volte al giorno in ogni narice. Rimikind libera subito il naso dei bambini, ma è utile anche in caso di secchezza. La camomilla e l’aloe contenuti sono lenitivi, e allo stesso tempo creano un film protettivo.

DENTIZIONE

Anche la dentizione è un demone per i bambini, che soffrono moltissimo a causa dei dolori di questo periodo. Per alleviare il fastidio della dentizione (ma anche per afte e arrossamenti gengivali nei bimbi più grandi) serve un prodotto naturale e sicuro come Chamodent® baby gel, prodotto Mama Natura che è dispositivo medico (ed è quindi venduto in farmacia) pensato per proteggere le gengive gonfie, irritate e arrossate attraverso la malva, l’acido ialuronico butirrato (che creano un film protettivo), la camomilla e il pantenolo, con proprietà emollienti.

Giulia Mandrino

Come creare il corredino del bambino

Martedì, 16 Ottobre 2018 08:44

Soprattutto le neomamme, non appena scoprono di aspettare un bambino o con l’avvicinarsi della data del parto, cominciano a chiedersi cosa serva per il corredino del bambino.

Il corredino del bambino è semplicemente quella serie di oggetti che ci serviranno nei primi mesi della sua vita. Ci sono cose necessarie e cose utili, cose imprescindibili e cose che semplicemente rendono la vita del genitore più comoda. In ogni caso, possiamo stilare una lista che racchiude tutti quegli oggetti di cui il bambino avrà bisogno e che è meglio preparare prima del suo arrivo, dall’abbigliamento al beauty per la cura e per l’igiene, dai pannolini all’attrezzatura per la casa.

Come creare il corredino del bambino: cosa comprare per preparare il corredino per l’arrivo del bebè

I pannolini

Sono la prima cosa da comprare perché i bimbi ne avranno bisogno fin da subito. Per i primi giorni si consigliano quelli usa e getta (per la praticità), poi possiamo scegliere di mantenere quelli usa e getta oppure di comprare quelli lavabili (qui la nostra guida ai pannolini lavabili).

La biancheria

- Lenzuola per il lettino e la culla

- Lenzuola per la carrozzina

- Coprimaterassini impermeabili per culla e carrozzina: per evitare fuoriuscite di pipì (in questo modo è più semplice lavare).

- Coperta per il lettino: in base alle stagioni, in lana o in cotone

- Sacco nanna: qui trovate tutte le informazioni che vi servono.

Il beauty

- Bagnoschiuma e shampoo naturale

- Olio idratante (anche per il massaggio)

- Spazzola e pettinino con punte arrotondate

- Forbicina per tagliare le unghiette

L’abbigliamento

- La biancheria intima: avremo bisogno di (moltissimi!) body e magliette di cotone con maniche lunghe o corte a seconda della stagione, in materiali il più possibile naturali e senza troppe cuciture o bottoni.

- Le tutine: le troviamo in ciniglia, in cotone leggero o in cotone felpato (anche qui in base alla stagione).

- Bavaglini: prendiamone in abbondanza, perché si sporcano moltissimo.

- Calzine: in cotone o in caldo cotone a seconda della stagione, oppure in lana per l’inverno (utili, in questo caso, sono anche le babbucce).

- Felpe e golf: per tenere i bimbi coperti anche in casa.

- Tuta imbottita: se la nascita è prevista in inverno, prendiamo anche una tuta per coprire benissimo il neonato durante le uscite.

L’arredamento

- La culla: ce ne sono diversi modelli, anche trasformabili, che crescono con il bambino. Oppure c’è chi sceglie di utilizzare semplicemente la carrozzina fino a che il bambino non è abbastanza grande da poter essere spostato nel lettino.

- Il lettino: può essere acquistato anche successivamente e possiamo scegliere tra uno con le sbarre oppure uno più montessoriano basso  (che può essere semplicemente un materasso appoggiato su un tatami).

- Il fasciatoio: meglio mobile, in modo da spostarlo dove vogliamo e appoggiarlo ad un’altezza che non ci provoca mal di schiena per i troppi abbassamenti.

Gli strumenti pratici

- Il passeggino o la carrozzina: ce ne sono di diversissimi, dal trio con culla a quelli più pratici e leggeri. In questo caso, è utile chiedere consiglio al negoziante in modo da scegliere quello più comodo in base al nostro stile di vita.

- Il seggiolino per l’automobile: il consiglio è quello di chiedere al rivenditore un modello adatto ai neonati, che sia in regola con le norme di sicurezza europee, cambiandolo man mano che il bambino cresce a seconda delle esigenze date da età, altezza e peso.

Gli accessori

- Il ciuccio: da utilizzare opzionalmente a partire dal secondo mese.

- Il biberon: nei primi mesi, solo se la mamma non allatta al seno, affiancandolo eventualmente anche ad uno scalda biberon e ad uno sterilizzatore

- Il termometro per bambini

- Il marsupio o la fasciaportabebè: comodissimi per spostarsi senza passeggino e molto belli perché permettono di creare un legame profondo e fisico con il bimbo.

- La vaschetta per il bagnetto

 

Giulia Mandrino

La vita all’aria aperta è fondamentale. Non solo per noi adulti, consapevoli dei benefici dello sport e dell’aria naturale e amanti della bellezza del verde, ma anche per i bambini, che per crescere armoniosamente hanno bisogno di scoprire il mondo vero con le proprie mani, in libertà e abituandosi alla natura.

Quando nasce una famiglia, tuttavia, si pensa sempre che continuare a inseguire le proprie passioni outdoor sia impossibile, o perlomeno scomodo. Sono molti i genitori che rinunciano alle camminate lunghe in montagna, ai weekend con il surf, alla bicicletta su lunga distanza, alla corsa quotidiana, alle vacanze avventurose on the road… Eppure non dovrebbe essere così. Prima di tutto perché bastano pochi accorgimenti per continuare a svolgere queste attività con i bambini, e poi perché esistono aziende che ci vengono incontro in questo senso, con i loro prodotti studiati per vivere avventure all’aria aperta senza rinunciare a confort e sicurezza.

Come Thule, che noi amiamo da sempre. Perché Thule non è solo un’azienda che produce oggetti per trasportare gli strumenti delle nostre passioni in macchina o in bicicletta (come gli sci, il surf, le valigie…), ma perché propone linee per famiglie davvero complete, con passeggini, zaini e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per trascorrere le nostre vacanze e il nostro tempo libero nella natura con i nostri bambini.

Thule, per non rinunciare alle passioni outdoor: tutti gli strumenti di cui abbiamo bisogno per vivere all’aria aperta con tutta la famiglia

Forse conoscerete Thule proprio per i loro prodotti più iconici, ovvero gli strumenti per trasportare in automobile tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere al meglio le nostre passioni: Thule produce infatti portabici, valigie e trolley, portatutto per la capotte della maccchina, box e bagagliere, sistemi di trasporto per sci e surf… Ma non solo!

Già questo è comodissimo: spesso le famiglie faticano infatti a organizzare le vacanze avventurose all’aria aperta proprio per mancanza di spazio in automobile. Se in due, infatti, è semplice stivare tutto, quando sui sedili ci sono seggiolini, bambini e valigie aggiuntive lo spazio si riduce. Ecco perché i portatutto di Thule sono insostituibili: permettono di aumentare lo spazio disponibile in sicurezza e con stile!

Per quanto riguarda i bambini, poi, ci sono davvero moltissimi strumenti a cui non rinunceremmo più. Prima di tutto i passeggini (che sono davvero fighissimi, maneggevoli e adatti a tutte le situazioni, dal running alla montagna). Poco tempo fa, a City Life, abbiamo partecipato ad un evento di presentazione del nuovo Thule Sleek, che fa parte della linea Thule Active with Kids, che amiamo proprio perché pensata per coniugare la vita di famiglia con quella attiva all'aria aperta. Thule Sleek è quindi un passeggino davvero compelto e perfetto, pensato per le famiglie di città che non rinunciano alla vita attiva e outdoor, in città o nella natura: a quattro ruote, è super maneggevole, leggero e comodo, e permette di muoversi tranquillamente in tutte le situazioni urbane come sui marciapiedi, in strada, sui mezzi pubblici e su terreni accidentati.

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Ma non dimentichiamo anche tutti gli strumenti collaterali che rendono ogni vacanza e ogni giorno molto più sicuro e confortevole.

Per gli amanti della montagna, ad esempio, Thule ha pensato agli zaini portabebè. La sicurezza, qui, viene prima di tutto: i loro zaini portabebè sono testati nelle situazioni più estreme, con genitori sportivi professionisti che hanno provato a portare gli zaini portabimbi in tutte le condizioni, sia di confort che atmosferiche. I bimbi, quindi, possono viaggiare comodamente godendosi il panorama, e i genitori possono continuare a viaggiare a piedi proprio come amano fare da sempre! E la confortevolezza non è solo per il bambino: anche la schiena dei genitori è al centro dell’attenzione, grazie allo studio ergonomico che sta dietro alla produzione.

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Fantastici sono naturalmente i seggiolini per bicicletta, ideali sia per gli spostamenti quotidiani (diciamo sempre: lasciamo la macchina in garage, spostiamoci in bici!), sia per le avventure nel tempo libero, con i viaggi un po’ più lunghi. Ci sono sia posteriori che anteriori, e tutti rispettano i più alti standard di sicurezza internazionali. Sono inoltri pensati per essere utilizzati per molti anni, grazie alle cinghie e ai poggiapiedi regolabili (dai 9 mesi fino ai 6 anni di età).

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Fighissimi, infine, sono i rimorchi per bicicletta, per uno o due bambini, molto più comodi per loro, che possono accoccolarsi all’interno del rimorchio in tutta sicurezza. Questi rimorchi per bicicletta Thule sono pensati per gli spostamenti quotidiani, ma anche per le escursioni più lunghe, e possono essere anche staccati dalla bicicletta per essere trasportati a mano, come un passeggino, per poter correre in libertà, camminare o addirittura sciare!

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Giulia Mandrino

Le notti delle mamme

Lunedì, 15 Ottobre 2018 13:18

Le notti sono delle mamme. Sono di tutte noi. Noi che siamo sveglie da qualche parte del mondo. Noi che se ci prendessimo per mano formeremmo una catena d’amore fortissima, che non è possibile spezzare. Perché per quanto silenzio ci sia attorno a noi, non siamo sole, e mai lo saremo.

Le notti delle mamme: tutto l’amore del mondo è racchiuso in quelle poche ore silenziose nelle quali ci sentiamo sole al mondo, quando in realtà siamo unite da un filo invisibile

Le notti sono delle mamme: sono fatte per noi, e per i nostri bambini. Sono fatte per la cura più profonda, una cura che crea il legame più stretto di cui faremo esperienza nella nostra vita.

Le notti delle mamme sono quelle in cui il piccolo piange e non sai perché. Perché ha già mangiato, eppure è insoddisfatto. Perché le coccole al pancino non riescono comunque ad alleviare le colichette. Perché i dentini sembrano continuare a spingere su quelle gengive già provate. Perché un abbraccio è ciò di cui hanno proprio bisogno, anche solo per fare passare un brutto sogno.

Le notti delle mamme sono quelle in cui non riesci più ad addormentarti dopo un risveglio. Perché c’è chi riesce a fare tutto con un occhio chiuso, così che nel momento in cui il bimbo si riaddormenta riesce a riaddormentarsi anche lui. Ma c’è anche chi dopo quel primo risveglio non riesce più a rilassarsi, un po’ per le preoccupazioni, un po’ anche solo per continuare a guardare quell’angioletto che dorme.

Le notti delle mamme sono quelle in cui ti senti sola mentre allatti, perché ti sembra che tutti dormano tranne te. Perché il tuo partner non si sveglia nemmeno sotto le bombe, perché nessuna luce è accesa al di là della tua finestra, perché nessuno sembra accorgersi del tuo lavoro.

Le notti delle mamme sono quelle in cui non sai più cosa fare per fare riaddormentare il tuo bambino e in qualche modo ti senti sbagliata. Perché è così che ti fanno sentire le domande-cliché della gente, quel “Ma è bravo? Dorme?” che ti fa sentire un fallimento, quando in realtà un bambino non è “bravo” perché dorme, e non è “cattivo” perché non chiude gli occhi, così come una mamma non è una cattiva mamma solo perché si scosta da qualche canone.

Sono le notti insonni passate a pensare a come risolvere un problema che riguarda i tuoi figli, perché anche se stanno crescendo quel compito che li sta facendo impazzire, quel litigio con l’amichetto, quel gioco di incastri per fare contenti tutti durante la giornata è importante e ti fa stare sveglia la notte, proprio come quando a farti stare sveglia erano il latte e i pianti.

Sono le notti sveglia a prenderti cura di loro quando sono malati, con medicine e bevande calde, ma anche solo con una coccola e una canzoncina rilassante.

Le notti delle mamme sono quelle passate ad aspettarli alzata, anche quando sono adulti ed escono per una cena con gli amici, o tornano all’alba dalla discoteca.

Le notti sono delle mamme. E le notti delle mamme sono fatte di abbracci, tenerezza, preoccupazioni, stanchezza, relax e coccole. Nelle notti delle mamme tutto tace e l’unico rumore che sentiamo è il cuore che batte per i nostri figli. Sì, tutto tace, e noi le sentiamo ancora di più nostre.

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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