Fare scuola inclusiva non significa solo ricorrere al Circle Time di tanto in tanto. Una scuola inclusiva significa una scuola che coinvolga tutti, che si soffermi sui reali bisogni dei bambini e che promuova la cooperazione, facendo sì che ogni bambino contribuisca con i suoi punti di forza e con le sue debolezze.
In questo senso la casa editrice Erickson ha pubblicato molto recentemente quattro volumi utilissimi per chi vuole conoscere meglio i metodi educativi inclusivi più efficaci, e per chi, all’interno della scuola, vuole iniziare ad esplorare questo mondo educativo più naturale e rispettoso di ogni bambino.
L’occasione per l’uscita di questi libri è stata il convegno “La qualità dell’inclusione scolastica e sociale” che si è tenuto a Rimini il mese scorso a cura del Centro Studi Erickson.
Il primo dei quattro libri si intitola “Generazione Don Milani - Frammenti di biografie pedagogiche”, a cura di Raffaele Iosa. Si parla, qui, della biografia di Don Milani, ma anche di chi con lui è cresciuto (la “generazione”, appunto), nella Scuola di Barbiana. Ricostruendo prima il contesto sociale della scuola italiana negli anni di Don Milani, il libro porta l’esperienza positiva degli anni d’oro dell’inclusione della scuola italiana, gli anni Settanta, che grazie alle riforme del periodo permisero di trasformare la scuola in qualcosa di partecipato, inclusivo e egualitario.
Di Sonia Coluccelli e Silvia Pietrantonio è invece “Il metodo Montessori oggi”, un libro esaustivo e illuminante per parlare di un metodo pedagogico che mette al centro di tutto il bambino e che sembra quasi scomparso dalle scuole italiane (ma non in quelle del mondo), ma che in realtà è sempre attuale e attuabile. Le autrici vogliono semplicemente rispondere ad una domanda: “è ancora possibile utilizzare il metodo Montessori? Può essere Maria Montessori ancora una guida per bambini e famiglie?”. La risposta è affermativa: il pensiero di Maria Montessori è facile da integrare con le nuove scoperte, aprendosi al confronto con altri metodi educativi. E se vogliamo iniziare ad utilizzarlo, il libro dà anche qualche spunto concreto e qualche consiglio di prime attività montessoriane.
Si prosegue con “Talvolta i fiumi straripano” di Fabio Celi. Il sottotitolo è molto esplicativo: Uno psicologo racconta gli allievi con DSA e BES che ha incontrato nella sua vita professionale, tra metodi di intervento, leggi astruse, emozioni, accettazione e compassione del dolore”. L’autore parla in prima persona delle sue esperienze di esclusione nella scuola, parlando dei suoi allievi affetti da problemi dell’apprendimento e dell’influenza positiva di certi atteggiamenti, come il confronto e lo stimolo della loro autostima (che non deve essere alimentata con speranze troppo alte), per migliorare le prestazioni e per assicurare il benessere al bambino. “L’autostima - dice Celi - dipende dal rapporto tra risultati e aspettative. Dal momento che si tratta di una frazione, l’autostima si abbassa quando le prestazioni sono basse, ma anche quando le aspettative sono troppo alte. Dovrebbero tenerlo presente quelle maestre che dicono a un bambino dislessico di cercare di leggere come gli altri, e poi, quando quel bambino non ce la fa, gli dicono che è svogliato”.
Infine un volume per parlare dell’inclusione degli alunni disabili nella scuola ecco “La normativa inclusiva nella “Buona Scuola”. I decreti della discordia” di Salvatore Nocera, Nicola Tagliani e AIPD (Associazione Italiana Persone Down), con una presentazione di Dario Ianes. Il libro parla della legge n. 107/2015 sulla buona scuola, di cui avremo certamente sentito parlare in vari dibattiti. Qui ci si concentra sui decreti attuativi che regolano la promozione dell’inclusione degli alunni con disabilità a scuola, con interventi che parlano del dibattito che ha coinvolto le associazioni dei familiari e gli esperti e con riflessioni per leggere la proposta di inclusione scolastica alla luce, anche, della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006. Uno strumento davvero utile e prezioso tanto per i genitori quanto per gli insegnanti e per quanti operano nella scuola.
Giulia Mandrino
La scelta del “per quanto allattare” è sicuramente una decisione personale e famigliare che ogni mamma prende in base a tanti fattori (e non dovrebbe in alcun modo considerare i consigli delle varie zie Ignazie che pensano di sapere tutto, dal fatto che “la mamma non ha il latte” al fatto che “se non allatti”, sei una mamma di serie B). Non c’è un “giusto e uno sbagliato” quando si tratta di allattamento, esistono al limite consigli e pareri e, unica certezza confermata anche dalla comunità pediatrica, è che l’allattamento al seno è la scelta di alimentazione più sana tra tutte.
Detto questo, non è da colpevolizzare la mamma che non allatta o quella che allatta fino allo svezzamento, senza proseguire per un tempo lunghissimo.
Quando si decide di allattare si sa che si andrà incontro a qualche difficoltà. Il problema è che spesso queste difficoltà condizionano le mamme che in un primo momento avevano deciso di allattare al seno, quando talora basterebbe un po’ d’aiuto da parte di personale esperto o qualche accorgimento che faciliterebbe la situazione.
Ecco quindi 9 consigli che potranno servirvi durante la vostra esperienza di allattamento al seno, rendendo l’esperienza più facile e serena, il più a lungo possibile.
1) La prima regola, che vale un po’ sempre per ogni aspetto della vita (e in questo caso ancor di più) è informarsi. Ma soprattutto, farlo tempestivamente, non quando il bambino è già nato. Arrivare al parto impreparate potrebbe portare ad un’altra conseguenza: l’ansia dovuta al fatto, per esempio, che il bambino non si attacca al seno subito. Informarsi in quel momento è sconveniente, perché lo si fa spesso in fretta, quando invece, al contrario, facendolo prima possiamo prenderci tutta la calma del mondo, valutare i corsi, le informazioni che ci propongono, conoscere esperti e capire davvero cosa ci servirà e cosa aspettarci fin dai primi momenti.
2) La seconda regola riguarda le prime ore di vita del bambino, indispensabili per costruire il rapporto d’allattamento tra mamma e bambino. Tenete il bambino il più possibile a contatto con voi, vicino al seno scoperto, coccolandolo, lasciate che sia lui a trovare il capezzolo, in maniera naturale e spontanea, lasciandogli tutto il tempo di cui ha bisogno. Questa condizione favorirà l’attaccamento, che sarà aiutato anche da tutti gli ormoni prodotti durante il parto, fatti apposta per questa situazione!
3) Come per le prime ore, la vicinanza mamma e bambino è fondamentale anche con il passare dei giorni, perché nel primo periodo post parto la produzione di latte avviene conseguentemente allo stimolo della poppata. In altre parole: allattando spesso si produce più latte. Ecco perché è buona abitudine stare molto vicini nei primi tempi, in modo che la mamma impari a leggere i segnali della fame e del desiderio di suzione del suo bambino. E’ meglio attaccare il bambino subito, non quando piange (il pianto, infatti, arriva come ultimo segnale, e il bambino, stanco e nervoso, potrebbe anche fare più fatica a succhiare).
4) No a orari programmati: una regola che a molte parrà strana, ma che gli esperti hanno convenuto essere tipica del neonato nelle prime settimane. La tendenza in passato era quella di dare un orario fisso alle poppate, attualmente si è capito che è una pratica un po’ controproducente perché genera ansia nella mamma (quando il bambino non li rispetta) e perché il corpo del bambino sa esattamente quando è ora di nutrirsi, e imporre un orario non ha senso.
5) Per lo stesso motivo (evitare il più possibile l’ansia dovuta a regole troppo rigide che sanno molto di “vecchio”), non controllare sempre il peso del bambino più volte al giorno. Una volta i pediatri consigliavano di procedere con la doppia pesata prima e dopo la poppata, ora sappiamo che la crescita varia moltissimo nel corso delle 24 ore e che il corpo del bambino si assesta piano piano. Quindi diminuiamo le pesate in favore della serenità: un controllo del peso in meno non sarà di certo l’unico elemento che indica la crescita corretta del bambino.
6) Un’altra situazione frequente è la difficoltà nella fuoriuscita del latte materno dal seno. Un valido aiuto lo forniscono i massaggi specifici, fatti con movimenti circolari che vanno dall’attaccatura del seno fino al capezzolo. Allo stesso modo in cui la poppata stimola la produzione del latte, infatti, il massaggio delicato agisce come stimolo, aiutando la mamma in maniera dolcissima.
7) Altro metodo che va a vantaggio del flusso del latte sono gli impacchi caldi prima dell’allattamento. Al contrario, degli impacchi freddi saranno utili se il seno risulta infiammato. Può capitare, infatti, che le poppate provochino rossore o gonfiore e che ci sia bisogno di qualcosa di lenitivo e antinfiammatorio.
8) Il timore delle mamme è quello di non avere più latte. Se infatti i primi tempi il seno era gonfio e turgido, pian piano la mamma lo nota più svuotato. Niente paura: sono cambiamenti normali dovuti agli equilibri tra produzione e bisogno del bambino, come durante i primi giorni, in cui le continue poppate stimolano la produzione del latte. Ecco perché dobbiamo continuare a seguire i bisogni del bambino percependo la loro voglia di poppare, senza orari o regole ma solo con l’istinto. Oppure, talora, siamo semplicemente un po’ disidratate: in questo caso è utile bere almeno due litri di acqua al giorno. Esistono anche integratori naturali in grado di stimolare la produzione di latte da parte del nostro organismo (come ad esempio “piùlatte” di Humana, che è a base di cardo mariano - antiossidante e depurativo -, fosfatidilserina e galega officinalis, dalla funzione galattogoga, ovvero benefica per la secrezione del latte materno). E’ utile tenere sotto controllo anche i livelli di stress: rilassatevi, e come in un circolo virtuoso ci guadagnerà anche la produzione di latte.
9) Infine, il consiglio per eccellenza: seguite il vostro istinto e il vostro buon senso, decidete sempre voi ciò che è meglio per il vostro bambino, senza dare peso ai consigli non richiesti che vi arriveranno da ogni parte. Le nonne e le zie, le amiche e le semplici conoscenti lo faranno anche in buona fede, ma non sono esperte e non sanno che la loro pressione potrebbe davvero compromettere il vostro allattamento. “Fate entrare i consigli da un orecchio e fateli uscire dall’altro, sorridendo e sapendo dentro di voi che nulla di ciò che diranno potrà scalfirvi!”
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Terzo appuntamento dei nostri suggerimenti per regali di Natale e compleanno intelligenti, educativi e divertenti allo stesso tempo, per non proporre il solito videogioco o giocattolo plasticoso di ultima generazione senza tuttavia regalare qualcosa di noioso, pedante e che piaccia solo a noi genitori! Se volete sbirciare anche le altre idee, intanto, vi consigliamo di fare un giro qui.
I benefici delle costruzioni in legno per bambini sono innumerevoli, e non è una novità. Ecco perché decidere di regalarle per Santa Lucia, Natale o l’Epifania (ma anche ad ogni compleanno!) è sempre una scelta azzeccata. Non sono semplicemente un regalo intelligente ed educativo di quelli noiosi e pedanti (e pesanti, sì!). I bambini si divertono davvero moltissimo, passano davvero tantissimo tempo a progettare e giocare liberamente, e questo regalo sarà sempre, sempre apprezzato.
Ricordiamolo sempre: il gioco è il lavoro dei nostri bambini, e non dobbiamo mai né negarglielo né imporglielo troppo. Ovvero: i giochi liberi, quelli senza regole, sono i migliori, poiché stimolano il bambino a creare e a realizzare da zero, facendo sì che alleni la sua mente e che impari direttamente e personalmente ciò che gli servirà nella vita, attraverso un lavoro concreto che svolge con le sue mani e la sua testa.
Che sia un gioco libero di ruolo, un disegno libero o una costruzione, il gioco libero dalle regole è sempre il miglior modo di impiegare tempo per i bambini. Sprigionano così la fantasia e mettono in atto logiche e comportamenti per provare la vita vera, anche se “solo" attraverso il gioco.
Le costruzioni si inseriscono in questo senso tra i giochi migliori. Non sono semplicemente un giocattolo bello da vedere (perché dobbiamo ammettere che sono proprio belle). Sono numerosi gli studi che hanno provato che i benefici di questa attività sono davvero moltissimi, e il fatto che ai bambini piaccia così tanto giocare alle costruzioni prova quanto siano davvero pensate per loro.
A noi piacciono tantissimo queste costruzioni in legno: le abbiamo trovate sul sito Il Giardino dei Libri e ciò che ci ha colpito sin da subito sono i materiali con cui sono realizzate, diversissimi dalle solite Lego, che sono altrettanto benefiche, sia chiaro, ma che non hanno certamente il fascino dei tradizionali giocattoli in legno.
Queste costruzioni si presentano in un sacchetto di tessuto che contiene addirittura cento pezzi divisi tra diverse forme: triangoli, rettangoli, quadratini…
A partire dai 3 anni (perché questo è un gioco adatto a partire da quest’età) questi mattoncini in legno sono davvero perfetti per giocare e creare, lasciando che i bambini sperimentino la loro fantasia e il loro senso di progettazione senza seguire alcuna istruzione. I mattoncini possono trasformarsi in qualunque cosa passi loro per la mente in quel momento, attraverso differenti manipolazioni e appoggi.
Con il loro sacchetto in tessuto, poi, sono semplicissimi e velocissimi da riporre, e stanno sempre in ordine su una mensola o in un baule, nell’armadietto o in un cesto di vimini in cameretta.
Giulia Mandrino
Le nostre case sono probabilmente già felici, perché basta la serenità per rendere l’ambiente in cui viviamo confortevole e piacevole. Tuttavia ci sono alcune regole (piacevolissime) che possiamo applicare per rendere la nostra casa ancora più felice, bella, serena e gioiosa. Eccole!
Partiamo dalle piante: noi le consigliamo sempre, perché anche quando la casa è spoglia rendono tutto più completo e piacevole. Perché? Perché se ci pensiamo l’uomo è nato vivendo nella natura, e oltre al fatto estetico (sì, le piante, soprattutto quelle verdi, sono magnifiche) c’è anche quello naturale e primitivo del benessere atavico: portando qualche pianta in casa staremo meglio anche inconsciamente, perché in questo modo trasporteremo un po’ di natura all’interno. E in più le piante fanno molto bene, perché purificano l’aria!
Seconda regola: cercare sempre la luce naturale, per lo stesso motivo. Se abbiamo la fortuna di avere grandi finestre sapremo già che la luce fa moltissimo sul nostro umore: pensiamo alle giornate piene di sole, e a come ci entra dentro entrando in casa! Se ne abbiamo poche e piccole scegliamo quindi tessuti leggeri, che facciano filtrare la luce, oppure optiamo per evitare proprio le tende, sfruttando ogni piccolo raggio di sole!
Stesso discorso per l’aria fresca: anche in inverno, facciamola passare attraverso la nostra abitazione aprendo almeno cinque minuti tutte le mattine almeno due finestre, creando un po’ di contraria. Aria più salutare significa stare meglio!
Per quanto riguarda la tecnologia, teniamone il meno possibile: sì alla tivù in salotto, no in camera. Idem la radio, e lo stesso vale per i cellulari (soprattutto la notte). Piuttosto, la sera in camera leggiamo un libro. Sì, quindi, a grandi librerie, con tutti i libri che ci riempiono il cuore e la mente.
Se puntiamo sui colori delle pareti, scegliamone di adatti ad ogni stanza: ottimi, sempre, i colori pastello. Il verde e il blu andranno bene in camera da letto, poiché rilassano; il porpora in studio, poiché è un colore che dà energia e stimola la creatività; il rosso, anche tenue, va benissimo in cucina e sala da pranzo, perché stimola, e dunque è perfetto quando siamo con gli amici o in famiglia a tavola, per conversare vivacemente.
Infine, anche se non siamo persone troppo ordinate, prendiamo l’abitudine di sistemare e mettere in ordine una stanza nel momento in cui usciamo: come insegna il feng shui, certi dettagli della nostra casa ci fanno stare bene (come suggerisce, dopotutto, questo articolo) e l’ordine esteriore ci trasmette un senso di ordine interiore davvero benefico. Piccole cose, quindi, piccoli gesti, per far sì che il beneficio sia grande.
Giulia Mandrino
Se avete già “Il mio palloncino” di Mario Ramos, questa nuova uscita di Babalibri non potete perdervela. Ma non potete farne a meno nemmeno se non conoscete ancora Mario Ramos, ma se amate quanto noi i libri per bambini. Perché come sempre Babalibri vince, pubblicando libri illustrati per bambini bellissimi nella loro semplicità.
Lo potremmo definire “silent book”, ovvero un libro per bambini senza parole: Mario Ramos (autore prematuramente scomparso nel 2012 che ci ha regalato dei libri per bambini davvero favolosi) con “Attenzione, passaggio fiabe!” rilegge nuovamente Cappuccetto Rosso, realizzando un libro per tutti quei bambini che ancora non sanno leggere, ma anche per chi, già abituato a leggere le parole, ama i libri semplici e diretti che stimolano anche la fantasia.
“Attenzione, passaggio fiabe!” comincia con la scenetta conosciuta e straconosciuta della mamma che saluta Cappuccetto Rosso sul limitare del bosco, con la bambina che, armata di cestino con le vivande da portare alla nonna, parte. Stavolta non a piedi: in bicicletta! E già questo dettaglio è fantastico.
Così, andando avanti, come in un originale e dolcissimo libro per imparare i cartelli stradali, Cappuccetto Rosso non incontra solo il lupo, il cacciatore e la nonna. Con la sua piccola bicicletta Cappuccetto deve fermarsi a vari incroci: a passare davanti a lei, infatti, come in uno spin-off, sono gli altri protagonisti delle fiabe più conosciute.
Cappuccetto incontra così i tre orsi di Riccioli d’oro, i tre porcellini (sullo skateboard!), Pollicino e i suoi fratelli… E poi, sì, anche il cacciatore, che sta scappando dal lupo. Ma solo perché il lupo sta provando i suoi nuovi pattini e a quanto pare è un pericolo per la circolazione.
Non avendo nemmeno una parola, questo libro è bellissimo perché si presta a mille interpretazioni e, soprattutto, a mille racconti: i bimbi lo possono sfogliare in silenzio, possono farselo raccontare da noi (con le nostre parole), possono raccontarlo loro (con le loro parole), possono creare storie diverse ogni volta che lo sfogliano…
A rendere tutto più semplice sono i disegni, meravigliosi, di Mario Ramos, artista che ha sempre saputo con la sua matita creare un mondo in una sola pagina. Il suo tratto è semplice, chiaro, senza fronzoli, infantile e delizioso.
Super ironico, moderno e divertente, Mario Ramos ci porta così in un mondo delle fiabe personale e creativo, leggero e intrigante, da leggere e rileggere inventando tutte le volte una versione tutta nostra (che, come vedrete, si modificherà in base al momento che state vivendo in famiglia!).
Sara Polotti
Preparate tutti i barattoli e i coperchi abbinati che avete in casa e che non avevate il coraggio di buttare: vi serviranno per i prossimi regali di Natale, che possiamo realizzare in casa e ci faranno fare una bellissima figura! Chi li riceverà non solo avrà in dono qualcosa che abbiamo realizzato con le nostre mani, ma soprattutto avrà qualcosa di delizioso per le sere di questo inverno.
E poi questo regalo è bellissimo: i barattoli sono sempre bellil di per sé, e basta annodarci attorno un nastro a fiocco per avere il regalo bell'è che pronto.
Un regalo economico e veloce da realizzare, genuino e sano: le tisane in barattolo sono super semplici da realizzare. Basta comprare gli ingredienti essicati in erboristeria (o nei vostri negozi bio, fisici e online, di fiducia), mescolando poi bene a seconda della ricetta che volete regalare. Ecco le nostre preferite:
Qui trovate la nostra ricetta completa. Mescoliamo insieme 10 cucchiai di tiglio, 5 cucchiai di malva, 7 cucchiai di lavanda e 7 cucchiai di passiflora, quindi mettiamo il composto nel barattolo.
Qui trovate la nostra ricetta completa. Stavolta mischiamo 10 cucchiai di bacche di cardamomo, 10 di anice stellato e due di zenzero essicato e grattuggiato.
Anche questo è molto rilassante: nel barattolo andranno 10 cucchiai di lavanda, 10 di tiglio e 10 di melissa.
Ottima per il raffreddore, è super aromatica e profumata. Basterà mettere nel barattolo del timo essiccato e tritato in un mixer. Magari ne avete ancora da quest'estate, bio perché cresciuto sul vostro balcone! Quando poi la si berrà, sarà ottima con un cucchiaio di miele di eucalipto.
Qui la ricetta completa. Questo tè è profumatissimo e bellissimo da vedere. Nel barattolo versiamo 6 cucchiai di tè rosso rooibos, 2 cucchiai di petali di rosa commestibili essiccati e tritati, 1 cucchiaio di mela disidratata e tritata, la scorza essiccata di un'arancia (possiamo tenerla sul termosofone per 24 ore o cuocerla a bassissima temperatura in forno, se non abbiamo l'essiccatore), un cucchiaio di fiori commestibili di fiordaliso e una stecca di cannella grossolanamente spezzata.
Giulia Mandrino
Tra i classiconi della pasticceria c'è sicuramente la ciambella, una semplicissima torta con il buco nel mezzo che è perfetta da inzuppare la mattina nel latte oppure da farcire con della marmellata.
Semplice da fare, diventa ancora più facile da realizzare con il Bimby. Ecco il procedimento!
Deliziosa e pure sana, grazie ai fermenti lattici dello yogurt: la torta allo yogurt è un must per le nostre feste, ma non solo, perché la facciamo in poco tempo e possiamo mangiarla poi per colazione o per merenda. Questa è la nostra versione fatta con il Bimby, che siamo certe vi piacerà moltissimo.
Per proporre i legumi in tavola ci sono molti modi, soprattutto quando si tratta di bambini (avete già sperimentato le nostre ricette per fare mangiare i legumi ai bambini?). Tra questi sta sicuramente la pasta e fagioli, una ricetta super tradizionale che ci piace moltissimo e che possiamo realizzare anche con il Bimby in maniera semplice e veloce.
Vi ricordate lo studio di architetti aut--aut? Ve ne parlammo qualche tempo fa, quando vinsero il concorso “London Nursery Schools” con il loro progetto per un orto all’asilo, “Nursery Fields Forever”.
Ora sono tornati, vincendo un altro concorso con un progetto nuovamente dedicato all’idea di progettare un asilo con orto, stavolta in Italia. Un’idea vincente e pazzesca, che speriamo possa dare lo spunto giusto per integrare sempre di più la natura nelle scuole materne del nostro paese.
Il concorso vinto dallo studio d’architettura aut--aut si intitola “Scuole Innovative”, un concorso di idee internazionale del MIUR per la progettazione di 51 scuole sostenibili e innovative in Italia. La realizzazione di questi progetti vincitori sarà poi possibile grazie al finanziamento di 350 milioni di euro previsto dalla legge 107 della “Buona Scuola” del 2015.
Lo studio si è quindi concentrato sul comune di Selargius, in provincia di Cagliari, nel quale c’era bisogno di progettare una scuola dell’infanzia inserita in un giardino botanico. Tra gli scopi del bando c’erano su tutto l’esigenza di realizzare una scuola viva, aperta, vivace, che permettesse anche di dare vantaggi e opportunità alla cittadinanza intera.
Al contempo, il progetto ha tenuto conto degli scopi primari degli architetti, che sul loro sito internet spiegano bene la loro filosofia, che è vicinissima al nostro pensiero: i bambini d’oggi sono troppo lontani dalla natura, vivono in contesti urbanizzati che purtroppo non gli consentono (se non stimolati da noi adulti) di fare esperienza del contesto naturale, e ciò crea in loro una percezione distorta del mondo.
Tornare alle origini, alla terra, è quindi quanto mai auspicabile, ed è possibile farlo proprio attraverso l’istruzione, che può tornare ad essere essenziale, naturale, concentrandosi sull’esperienza e sulla curiosità dei bambini, che proprio con le loro mani immerse nella terra possono imparare moltissimo nei loro primi anni di vita.
Guardando quindi alla conformazione del territorio, agli edifici già esistenti e ai materiali della tradizione (la terra cruda), gli architetti hanno progettato un bellissimo asilo con orto (As.In.O.: Asilo Innovativo con Orto) che possa essere un luogo di sperimentazione e di esperienza naturale per i bambini e che possa fare riflettere la popolazione sull’ambiente e sul territorio.
L’asilo con orto progettato dallo studio aut--aut presenta un’agorà (un ambiente grande, dinamico e flessibile per passare dall’interno all’esterno e viceversa), degli atelier per i laboratori ludico, musicale, scientifico, linguistico e pittorico (affacciati direttamente sul giardino con grandi vetrate) e, naturalmente, l’orto, un giardino botanico ispirato all’hortus conclusus medievale con alte mura a proteggerlo.
Stupendi sono però anche i piccoli dettagli: non solo i materiali e il disegno innovativo e (ai nostri occhi) parecchio nordico (tuttavia integrato benissimo con la tradizione), ma anche, ad esempio, la porticina-buco a misura di bambino che porta dall’agorà agli spogliatoi, le piantine all’interno della scuola, il legno che riveste le pareti e le forme tra il sinuoso e il geometrico che definiscono l’edificio…
Noi amiamo moltissimo i loro lavori: speriamo che possano essere davvero un esempio per la scuola materna del futuro, una scuola nella quale i bambini possano lavorare nell’orto, sperimentare, uscire a piedi nudi nel prato e curiosare secondo il loro sentire!
Giulia Mandrino