“Quanti colori!” di Alex Sanders

Mercoledì, 19 Luglio 2017 14:11

Un libro per imparare i colori che finalmente sia diverso dai soliti libri per imparare i colori? C’è! È edito da Babalibri e si intitola “Quanti colori!”. L’ha scritto e illustrato Alex Sanders, artista nato sui Pirenei, e racconta l’essenziale eppure intrigantissima storia di Lulù, il coniglietto curioso che li porterà alla scoperta dei colori.

“Quanti colori!” di Alex Sanders: il nuovo libro edito da Babalibri per introdurre i colori ai bambini, con il giusto tono e un’attraente essenzialità

No, non parla però di tutti i colori. Perché, appunto come dicevamo, “Quanti colori!” non è il solito libro per imparare i colori in maniera didattica e monotona. Non ci sono oggetti e colori da collegare, non ci sono pagine nelle quali balza fuori dappertutto un determinato colore, non ci sono tutti i colori possibili e immaginabili. E soprattutto non ci sono oggetti artificiali colorati dall’uomo, ma solo elementi naturali con i loro colori semplici e schietti, quelli che possiamo trovare ogni giorno nel giardino e all’aperto.

Ci sono solo il verde, il giallo, il marrone, il rosso e il blu. Perché attraverso questo libro i bambini non imparano tanto l’associazione dei colori (che, sì, è implicata e comunque inclusa, perché i bimbi iniziano comunque ad accennare il riconoscimento di questi colori primari), quanto la loro origine, la causa e l’effetto. Imparando anche ad amare la natura, che può essere estremamente divertente.

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La storia parla di Lulù, coniglietto simpatico e dolce che passa la sua giornata all’aperto, rotolandosi nell’erba (diventando quindi verde! Ecco le cause e gli effetti), mangiando fragole (ed ecco il rosso sul musetto), sguazzando in una pozzanghera (e qui torna l’importanza del fango, marrone e buffo!) e cogliendo dei fiori per la mamma (con il loro colore giallo che rimane sulle zampe). E alla fine il tuffo nel blu dell’acqua, per lavare via tutto.

Le illustrazioni sono bellissime, minimali, semplici e infantili al punto giusto, e le scritte a mano, un po’ in corsivo e un po’ in stampatello, sono davvero attraenti: c’è la storia, ma ci sono anche i suoni onomatopeici (Oplà! Gnam gnam!, Splash!, Oh!), da leggere assolutamente quando recitiamo il racconto!

I disegni parlano ai bambini con una semplicità disarmante e li portano in viaggio con Lulù. Poche parole e pochi disegni: già dai due e tre anni i bambini possono, insieme a mamma e papà, leggere e guardare e rileggere e riguardare (e imparare subito a memoria!) questo piccolo albo illustrato, imparando i colori ma soprattutto prendendo confidenza con il fatto che i colori sono parte integrante della natura, che è proprio madre terra che li produce!

 

“Colore”, la nuova mostra al Muba

Mercoledì, 19 Luglio 2017 13:21

(Photo credits: Muba Milano, photo Elena Valdré)

Il Museo dei Bambini di Milano tira fuori dal cilindro sempre nuove e bellissime iniziative. Noi non ce le lasciamo mai sfuggire! Nemmeno questa, una mostra sensoriale e interattiva per scoprire tutti gli aspetti dei colori in una maniera nuova ed emozionante.

“Colore”, la nuova mostra al Muba: al Museo dei bambini di Milano la nuova mostra sul colore in chiave sensoriale

È stata inaugurata lo scorso 10 maggio e fino al 17 gennaio 2018 “Colore” (perfetta per bambini dai 2 ai 6 anni, quindi in età prescolare) resterà visitabile al Muba (il Museo dei bambini di Milano, presso la Rotonda della Befana in via Enrico Besana 21), e durante l’estate (ad eccezione dei periodi di ferie 11 agosto- 23 agosto) sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 fino all’ultimo ingresso alle 17.30. Essendo un percorso sensoriale ed interattivo, i bambini potranno visitarla ad orari prestabiliti per una visita di 75 minuti: alle 10, alle 11.30, alle 14, alle 15.45 e alle 17.30.

Senza le scarpe (via alle calze antiscivolo!) i bambini saranno portati in un percorso-gioco che li avvicinerà al mondo dei colori e della luce, grazie a questa mostra che ha come obiettivo la corretta educazione al colore. Già, perché la capacità di utilizzare i colori in realtà non è innata, ma ha bisogno di stimolo! Ci sono regole armoniche proprio come nella musica, e i bambini iniziano a conoscerle già in età prescolare.

Nei 75 minuti di mostra-gioco i bambini scopriranno 4 installazioni (curate dal Museo in collaborazione con la designer del colore Francesca Valan e altri professionisti del mondo dell’arte, dell’illustrazione e della fotografia), nelle quali si avvicineranno ad un diverso aspetto del colore e della luce, anche in chiave scientifica.

La prima delle quattro installazioni si intitola “Luce comanda color” ed è dedicata alle sinestesie e alla percezione dei colori (insomma: la luce modifica i colori, e i bambini lo scopriranno concretamente).

La seconda è “Esci dall’ombra”, sulla scomposizione e composizione della luce. I bambini giocheranno, con l’aiuto di una scatola e di una parete, con le ombre e con i colori.

La terza installazione si chiama “Che occhio!”: qui si risponderà a domande quali “cosa cambia nella nostra visione?”, “Gli esseri viventi vedono tutti alla stessa maniera?” e “Percepiamo tutti gli stessi colori?”, scoprendo così come un paesaggio cambia quando cambiamo occhi.

“Dove ti nascondi?”, infine, rivelerà ai bimbi la mimesi e lo scopo dietro ai colori, giocando all’intramontabile gioco di nascondino, rivisitato.

I biglietti (al costo di 6 euro sia i bambini sia gli adulti, e anche per i gruppi: è in corso la promozione “Promo Estate” per visitare sia Colore sia Remida Milano con un solo biglietto e con un ghiacciolo in omaggio!) sono disponibili all’acquisto online sul sito del Muba.

 

Certo che l’estate è (per molti) la stagione più bella dell’anno! Certo che ci sono mille e mille attività da svolgere! Ma è anche certo che alcune giornate si rivelano più noiose del previsto, complici le vacanze scolastiche e l’assenza di idee per riempire ogni giorno della settimana.

La noia quindi è dietro l’angolo. E anche se noi sosteniamo sempre quanto i bambini abbiano bisogno di sperimentare questa noia (senza riempire i tempi morti e i buchi durante le giornate con smartphone e tablet!), può esserci la soluzione per evitare di sprecare la giornata! In maniera pratica ma anche molto divertente.

Un’idea per combattere la noia estiva: le attività per non annoiarsi e rendere le giornate produttive e divertenti

L’idea è davvero carina e semplice: si chiama “barattolo della noia”. Di cosa si tratta? Semplicemente di un bel barattolo (come questo, perfetto grazie al bordo largo che permette di farci passare le mani!) decorato con la scritta “Mi sto annoiando!” e riempito con tanti cartoncini con proposte di attività.

Prendete i cartoncini ritagliati e su ognuno scrivete un’idea. Ecco qualche esempio:

“Andiamo a fare una camminata”

“Cuciniamo una torta”

“Realizziamo un tornado in barattolo

Creiamo una storia con i sassi

“Proviamo a fare gli origami

Suoniamo uno strumentouoniamo uno strumento

Impariamo a cucire

“Andiamo a vedere una mostra”

“Disegniamo la nostra casa”

“Inventiamo il nostro stemma di famiglia”

“Impariamo dieci parole in un’altra lingua”

“Puliamo il bagno”

“Puliamo sotto il letto”

“Giochiamo ad un gioco in scatola”

“Mettiamo un po’ di musica e balliamo forsennati”

“Scriviamo una poesia”

“Andiamo in biblioteca e scegliamo tre libri da leggere in estate”

“Diamo da bere alle piante della mamma”

“Puliamo tutti i vetri in maniera impeccabile”

“Inventiamo un gioco di ruolo”

“Facciamo un grande ritratto della famiglia”

E così via. Ci sono davvero infinite possibilità!

Al posto dei cartoncini possiamo anche utilizzare dei bastoncini per ghiaccioli oppure delle formine in legno (come queste) da infilare nel barattolo, oppure in un bel cestino (questo in vimini è bellissimo!), sui quali allo stesso modo scriveremo le attività.

 

Abitare sottosopra

Martedì, 18 Luglio 2017 13:58

Una storia di emozioni, una storia di cambiamenti, una storia di amicizia. Sabrina Colloredo ha scritto un libro, un grande e bellissimo albo illustrato dalla magnifica matita di Valeria Petrone, che dà davvero infiniti spunti. Si intitola “Abitare sottosopra”, è edito da Carthusia (19,90 euro) ed è una lunga filastrocca perfetta per bambini dai 5 anni. Ma anche per i bimbi più piccoli. E, perché no, per noi grandi.

Abitare sottosopra: il libro di Sabrina Colloredo per affrontare la paura del cambiamento

 

Sì, questa storiella è perfetta per tutti. Per i bambini, che a volte hanno paura dei cambiamenti e non sanno ancora decifrare le loro emozioni. E anche per noi grandi, che mentre leggiamo insieme ai nostri piccoli questa storia in rima ci ricordiamo di cosa voglia dire affrontare il cambiamento con la giusta predisposizione mentale, guardandolo dalla prospettiva più giusta.

“Abitare sottosopra” parla di una bambina che dopo essersi arrabbiata con la sua mamma per averle fatto sparire i giochi (“ora che è grande”) si ritrova nella città. Una città capovolta, “sottosopra”, appunto. Perché la bambina è arrabbiata, e vede tutto sfasato. Ha paura del cambiamento, come tutti noi!

Ma la filastrocca di Sabrina Colloredo accompagna i bambini nel bello di questo cambiamento. Tutto sembra sottosopra, tutto sembra strano, tutto sembra pauroso. Ma tutto è anche, allo stesso tempo, bellissimo! Soprattutto quando trovi qualcuno che esattamente come te sta affrontando un cambiamento o una situazione particolare.

Ecco, serve empatia, per capire che tutti abbiamo situazioni particolari da affrontare; serve amicizia, per starsi accanto e dimezzare la tristezza, raddoppiando la felicità; e serve positività, una positività che solo i bambini a volte hanno, ma che andrebbe presa in prestito per ricollocare tutto al suo posto.

I bambini leggendo capiscono anche che le emozioni sono tante, ed è normale non saperle decifrare al primo ascolto. L’importante però è seguirle, cercando di non nasconderle sotto il tappeto ma ascoltandole davvero. Proprio come insegnano i divertenti esercizi alla fine dell’albo: un collage, una storia, un disegno... Tutto per dare un volto alle loro emozioni!

Insomma, ci sono amicizia, amore, cambiamento, paura, emozioni, empatia. Ci sono tante emozioni, in questo grande, bellissimo libro per bambini. Un libro per bambini che ci aiuterà, da genitori, a fare capire ai nostri figli che non bisogna temere di diventare grandi. Perché il mondo è bello anche da adulti, anche se sembra buffo, sottosopra, capovolto e perfino strano. Basta tenere nel cuore e nella mente le nostre sensazioni d’infanzia: come i bimbi protagonisti del libro, dobbiamo sempre ricordarci di tornare ragazzini, “a sorridere/guardare/ascoltare/tutto quel che la vita/può mostrare”!

 

Estate è sinonimo di ciliegie! O almeno per noi che le amiamo tantissimo. Oltre ad abbuffarci di questi piccoli frutti rossi, amiamo trovare sempre nuove ricette per approfittarne. Eccone una!

La torta estiva di ciliegie: un modo sfizioso per gustare il frutto estivo

 

Giocare allo scienziato è sempre una buona idea: sia i bambini amanti della scienza sia quelli meno ferrati apprezzano sempre la concretezza dei risultati! Già, perché giocando riescono a capire direttamente gli effetti della fisica, della chimica e della natura in generale! Dopo gli esperimenti in cucina, quelli invernali, quelli montessoriani e quelli più giocosi (come ad esempio il tornado nel barattolo, sempre apprezzato!) ecco quindi una serie di esperimenti scientifici divertenti e perfetti per la stagione estiva!

Gli esperimenti scientifici da fare in estate: 8 idee per esperimenti divertenti perfetti per la stagione calda

 

- Partiamo dal vulcano di sabbia, perfetto nelle vasche di sabbia o in spiaggia. Con i bambini costruite una bella montagna attorno ad una bottiglia di acqua in plastica. Lasciate scoperto il buco dell’apertura della bottiglia. Versateci quindi 3/4 di acqua tiepida, un goccio di detersivo per piatti, qualche cucchiaio di bicarbonato di sodio (aiutandovi con un imbuto) e una tazza di aceto di vino (se volete, potere colorarlo con del colorante alimentare): ecco che il vulcano esploderà e si riempirà di lava!

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(Kid Spot)

- Altra esplosione, altro esperimento: i razzi effervescenti! Bastano dei porta rullini, dell’acqua e delle pastiglie effervescenti (come le vitamine). Versate un goccio di acqua nel contenitore, quindi infilate la pastiglia e chiudete molto bene il tappo. Scuotete un paio di secondi e appoggiate sul tavolo (all’aperto! Schizzerà acqua dappertutto) il contenitore (con il tappo rivolto verso il basso) e dopo qualche secondo - boom! - volerà nell’aria come un razzo! Legate un omino della lego al contenitore per fingere che sia davvero una navicella spaziale!

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(Science Sparks)

- Un esperimento propedeutico al giardinaggio, per capire com’è bello vedere l’erba spuntare: la testa erbosa! Prendete una vecchia calza in nylon e tagliate la punta (a circa 30 cm). Riempitela quindi con dei semi per prato e aggiungete una manciata di terra o segatura, formando una palla. Chiudete quindi la calza con un nodo e tagliate l’eccesso di nylon (devono restare, penzolanti, circa 10 cm). Appoggiatela su una tazza riempita d’acqua (la calza in eccesso fungerà da tramite, portando l’acqua ai semi) e disegnate due occhi. Dopo qualche giorno cominceranno a spuntare i capelli verdi!

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(Cooliyo)

- Lo stesso possiamo farlo con delle uova. Prendiamone alcune e svuotiamole bene, appoggiandole poi con il buco rivolto verso l’alto nel loro cartone. Riempiamole quindi di cotone e versiamo un po’ d’acqua. Spargiamoci sopra qualche seme d’erba, coprendo la “testa”. Appoggiamo le nostre uova, alle quali possiamo disegnare delle belle facce o dei ritratti di famiglia, su un davanzale, e in un paio di giorni cresceranno i capelli! Basta aggiungere qualche goccia d’acqua al cotone (se asciutto). Crescendo, i bimbi possono tagliare i capelli alle loro uova (sbizzarrendosi!), e l’erba ricrescerà di volta in volta!

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(Nature Store)

- Esperimento da provare in una giornata super soleggiata è quello del forno solare. Prendiamo un cartoncino di forma quadrata di circa 60 cm per 60 cm, nero. Incolliamo su una facciata della carta stagnola e pieghiamo quindi il nostro foglio a forma di cono. Mettiamolo fuori, alla luce diretta del sole, e infiliamoci dentro qualcosa da cuocere, come ad esempio delle fettine di mela per il dessert! Ci vorrà qualche ora, ma funzionerà proprio come un forno, sfruttando i raggi del sole.

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(Castle View Academy)

- Cogliete dei bei fiori bianchi (piccoli o grandi a vostra scelta): possiamo mostrare ai bambini come sia importante l’acqua che bevono le piante, colorando i loro petali e ottenendo così dei fiori divertenti e bellissimi! Basta reciderli e metterli in vasi trasparenti riempiti con acqua mischiata a colorante alimentare.

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(Growing a Jeweled Rose)

- Per mostrare la diversa densità dei liquidi, possiamo provare un esperimento “arcobalenoso” con ciò che abbiamo in casa, creando un arcobaleno in barattolo. Basta riempirlo, in questo ordine, con: miele, sciroppo di mais (colorato di viola con del colorante alimentare), detersivo per piatti, acqua colorata di blu, olio d’oliva e infine alcol denaturato colorato di rosso.

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(Playdoughtoplato)

- Bellissimo è l’esperimento sul tempo, per creare insieme ai bambini una meridiana. Bastano una matita, del pongo e dei sassi. Di prima mattina, appoggiate la matita al centro del giardino o del cortile, infilzandola nel pongo che farà da base. Appoggiate quindi il primo sasso esattamente sull’ombra della matita, segnando sopra l’orario (“le 9”). Ad ogni ora, appoggiate altri sassi, finché non otterrete una rudimentale meridiana che nei giorni successivi potrete utilizzare davvero come orologio esterno!

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(Otherwise educating)

 

L’importanza di farli giocare nel fango

Lunedì, 17 Luglio 2017 14:10

I bambini sono lavabili. I bambini sono forti. I bambini hanno un sistema immunitario in evoluzione che li protegge. E poi, già detto: i bambini sporchi sono più sani, l’intelligenza passa dalle pozzanghere, i microbi sono meglio degli antibiotici e giocare sotto la pioggia è quanto di più educativo possa esistere! E allora cosa stiamo aspettando? Ci vogliamo o no decidere a farli giocare nel fango, questi benedetti pupi?

Perché il fango è un elemento importantissimo, per la loro crescita. Lo è, e non ci scappiamo.

L’importanza di farli giocare nel fango: perché lo sporco, la terra e le pozzanghere di pioggia dovrebbero sempre essere un gioco e qualche attività consigliata

Il fango ha dei risvolti davvero bellissimi.

1) Innanzitutto, permette al bambino di studiare con le sue mani la terra e l’acqua, e la trasformazione degli elementi quando si incontrano.

2) In secondo luogo, gli permette di venire a contatto con certi germi con i quali il suo corpo prenderà confidenza, sviluppando gli anticorpi per le più comuni malattie. Non solo: nel fango sono presenti sia il Mycobacterium vaccae che stimola la serotonina e quindi allontana la depressione, ma anche dei batteri che stimolano la crescita di neuroni e accelerano l’apprendimento.

3) Terzo, ma altrettanto importante: stimola la creatività, perché quando il bambino si trova immerso nel fango fino alle ginocchia, gli vengono in mente mille mila attività da svolgere (e vi stupirete di certi giochi che riescono ad inventarsi i bimbi!).

4) I bambini si rilassano e si calmano, immergendo le mani e impiastricciandosi in libertà con il fango.

5) Ultimo, ma non per importanza (e in realtà nemmeno ultimo definitivamente, perché se ci mettessimo qui ad elencare tutti i benefici faremmo notte): è uno stimolo per il bambino a prendere confidenza con la natura, e quindi ad amarla, imparando cosa sono l’ecologia e la bellezza di preservare questo elemento in cui viviamo.

Qualche idea per cominciare a giocare con il fango?

Possiamo cucinare insieme ai bambini delle torte di fango o dei gelati alla terra e fiori...

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(MotherNatured.com)

... Creando anche una cucina all’aperto apposta per realizzare manicaretti con fango, foglie, terra, fiori, lombrichi...

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(Land Of Nod)

Oppure possiamo trasformarci in artisti realizzando delle sculture accostando delle palle di fango.

Che dire poi dei dipinti? Basta aggiungere al fango un po’ d’acqua e del colorante alimentare, e poi utilizzarlo come fosse un colore! Oppure possiamo lasciarlo al naturale, stendere un telo in gradino e realizzare degli immensi dipinti naturali.

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(LearnPlayImage)

Infine, perché non trasferirne un po' in una bacinella e giocare agli animali da salvare dall’alluvione? Magari un giorno che abbiamo voglia di stare in casa, senza comunque rinunciare ai materiali della natura!

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(SimplyLearningKids)

Tenendo sempre a mente una cosa: il gioco libero è sempre, da sempre e per sempre il più educativo. Accostiamolo al fango, e lasciamo che la fantasia faccia il suo corso!

 

tRiciclo, Bimbi a Basso Impatto

Lunedì, 17 Luglio 2017 13:38

Scarpine che possono indossare per due mesi e poi il piede cresce. Pannolini che ogni giorno riempiono il cestino. Vestiti che prendono la polvere in scatoloni perché ormai sono “scappati”... I bambini sono bellissimi. Ma sono anche, per loro natura, ad alto impatto ambientale! 

tRiciclo, Bimbi a Basso Impatto: l’associazione che dice stop allo spreco per i nostri bambini riducendo l’impatto ambientale

A cercare una soluzione a questo problema di apparentemente inevitabile spreco infantile ci sta pensando una associazione: tRiciclo - Bambini a basso impatto. E ha trovato una parola (da mettere in pratica) che riassume benissimo il “cosa fare”: condivisione!

L’associazione è nata circa un anno fa, dopo che un gruppo di genitori già da qualche anno stava pensando a come mettere in pratica i suoi principi di basso impatto per bambini. Alla base di tutto c’erano due impegni: l’utilizzo dei pannolini compostabili (acquistati anche attraverso dei gruppi d’acquisto per risparmiare) e lo scambio di prodotti e strumenti tra di loro, in modo da non buttare nulla di riutilizzabile e per non comprare inutilmente niente che già non fosse in circolo.

I genitori si sono così riuniti in associazione, e da allora la loro piattaforma principale (oltre alla pagina Facebook, sulla quale pubblicano anche le notizie più interessanti riguardanti il riciclo, i bambini e le migliori innovazioni sostenibili) è una chat su Whatsapp, nella quale si scrivono le attività e le novità dell’associazione (come ad esempio gli incontri per conoscersi meglio o gli swap party, feste durante le quali si portano gli oggetti che non si utilizzano più per tornare a casa con ciò che ci serve, scambiandoli con gli altri) e attraverso la quale i membri possono pubblicare le offerte di scambio. Vestiti, giocattoli, tutine, scarpe, libri, prodotti... Tutto diventa possibile merce, e potenzialmente in questo modo i genitori, regalando e ricevendo, potrebbero non comprare più nulla!

Naturalmente questo gruppo è quindi piccolo, e i genitori di tRiciclo hanno un sogno: realizzare un’App per smatrphone e tablet che sia una sorta di “Gruppo WhatsApp” allargato, nel quale i genitori possano, da qualunque parte d’Italia, pubblicare le fotografie degli oggetti da scambiare, in modo da allargare questa economia circolare a impatto zero e ridurre il più possibile l’inquinamento e lo spreco, allargando il campo d’azione ma anche allungando il ciclo di vita di ogni oggetto, finché utilizzabile!

Perché l’associazione è di Genova, e per forza di cose il suo raggio d’azione arriva fino ad un certo punto. Ma l’intenzione è nobilissima, condivisibile e pure invidiata (a noi piacerebbe molto fare parte di un gruppo come il loro), e per questo una piattaforma più grande è quanto di più bello si possa immaginare.

Riduzione dei rifiuti e condivisione: due campi davvero interessanti, l’uno perché fa bene all’ambiente e l’altro perché fa bene alla vita. Perché tRiciclo non è solo un momento per fare bene al pianeta, ma anche alle relazioni sociali, creando nuovi legami e creando soprattutto una nuova fiducia nel prossimo.

 

Un bambino su 50000 nasce con una malformazione genetica molto importante eppure poco conosciuta; si tratta della sindrome del Cri du chat (traduzione italiana: "grido del gatto") o delezione 5p, che deve il suo nome proprio al tipico pianto dei neonati che risulta essere molto simile ad un vero e proprio miagolio. Conosciamola insieme.

La sindrome del Cri du chat, una malattia rara da conoscere: cosa significa nascere con un cromosoma compromesso

La sindrome del Cri du Chat è una malattia genetica rara, ed è dovuta alla perdita, più o meno consistente, di una parte del braccio corto del cromosoma 5. Nella maggioranza dei casi la mutazione avviene in maniera del tutto casuale, senza che vi sia una componente ereditaria, presente solo nel 5-10% dei casi noti. La Cri du chat causa la crescita anomala della laringe (responsabile del miagolio appunto) e man mano che il bambino cresce, i sintomi, tra cui il pianto acuto e monotono, si fanno meno riconoscibili: dopo i due anni di età la si fatica a diagnosticare, soprattutto se il materiale genetico perso è di poca rilevanza.

Ci sono però altre caratteristiche fisiche che possono rendere riconoscibile la sindrome: cranio molto più piccolo della media, differente crescita rispetto ai bambini ‘normodotati’, difficoltà di alimentazione, mento piccolo e sfuggente, viso rotondo, il particolare taglio e la distanza degli occhi, bassa attaccatura delle orecchie, la fusione delle dita, una linea sola sul palmo delle mani, in alcuni casi si possono riscontrare alla nascita malformazioni cardiache o renali. I bimbi nati con questa sindrome presentano, sin dalla nascita, un iperuditismo che li porta a mal tollerare i rumori troppo forti, e l’ipotono (meno tono muscolare) è presente in tutti i neonati. I campanelli di allarme sono quindi davvero molteplici e sarà il medico solitamente un genetista, attraverso una analisi citogenetica a confermare la diagnosi di Cri du Chat.

Come già accennato, in alcuni casi, peraltro non molti, i bambi possono nascere con gravi malformazioni cardiache o renali, in questo caso difficilmente superano il primo anno di vita. Se non presentano alcuna malformazione, o si riesce ad intervenire adeguatamente, i soggetti affetti dalla sindrome del Cri du chat hanno un’aspettativa di vita del tutto normale.

I bambini affetti da sindrome del Cri du chat presentano un grave ritardo psicomotorio e di linguaggio, nessuna anomalia fisica, ma possono ottenere una buona autonomia se supportati dalle giuste terapie riabilitative.
Questa sindrome non necessita di alcuna cura farmacologica, ma di un programma riabilitativo psico-fisico, intellettivo ed educativo, se precoce meglio, che permetterà un miglior inserimento sociale del bambino e una migliore qualità della vita per la famiglia.

La prevenzione non è impossibile, l’anomalia cromosomica potrebbe essere vista con le normali tecniche, amniocentesi e Bites, ma essendo questa sindrome molto rara, ne nasce 1 ogni 50.000, e si parla di più di 6.000 sindromi genetiche rare riconosciute, giustamente tali esami individuano le più comuni. Tuttavia esistono specifici test genetici (a pagamento) che possono individuare la microdelezione e diagnosticare la sindrome già in utero.

In Italia l’associazione di riferimento è A.B.C Associazione Bambini Cri du chat Onlus con sede in provincia di Firenze che riunisce poco più di 200 famiglie in tutta Italia. L’associazione si occupa di aiutare, sostenere e informare le famiglie e gli operatori socio-sanitari, promuove e sostiene la ricerca scientifica attraverso un Comitato Scientifico interno composto da medici e specialisti di vari settori.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Nené con l’acqua fa da sé

Venerdì, 14 Luglio 2017 13:13

Parliamo sempre di educazione montessoriana. Vi proponiamo articoli sulle learning tower, sull’importanza del fare i mestieri, sui rituali della pulizia, sui consigli di Maria Montessori, sui giochi montessori da fare all’aperto, su come imparare a leggere secondo il metodo montessoriano... Ma se ci pensiamo tutti questi sono materiali per noi genitori. Siamo noi a leggere le indicazioni e i consigli, e a proporre poi gli strumenti ai bambini.

E se ci fosse un libro che parla invece direttamente ai bambini, indicandogli giocosamente delle attività che lo portino all’indipendenza e alla praticità manuale teorizzata da Maria Montessori? Questo libro esiste, ed è solo il primo di una lunga serie: si intitola “Nenè con l’acqua fa da sé(15 euro), è edito da Carthusia e fa parte della serie “Piccole avventure Montessori”.

Nené con l’acqua fa da sé: un libro montessoriano per bambini, per imparare ad essere indipendenti

 Attraverso le avventure di Nené, i bambini leggono e capiscono cosa significa, quindi, “fare da soli”. Vedono tutti i giorni la mamma lavare i piatti, lavare i panni, stendere... Perché, quindi, non possono farlo loro?

Certo che possono! Anzi, devono! Il primo libro delle avventure montessoriane di Nené parla proprio dell’acqua e di tutto ciò che i bambini possono imparare da essa, concretamente e attivamente. Non solo giocando a spruzzarsi (un’attività educativa, soprattutto se fatta all’aperto!) ma anche impegnandosi nelle attività degli adulti.

Si comincia quindi dal chiudere e aprire il rubinetto, e da lì si passa al bagnarsi, all’asciugare il pavimento, a strizzare i panni, a stenderli, a lavare i peluche, ad aprire lo stendipanni, a travasare...

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Tutto questo è raccontato attraverso una bellissima filastrocca in rima, ma soprattutto con l’aiuto di semplici ed esaustive illustrazioni, bellissime e intriganti, che incuriosiscono i bambini. Con poche parole gli autori, Ruggero Poi (educatore montessoriano) e Sabina Colloredo (autrice di libri per l’infanzia), aiutati dalle illustrazioni di Giulia Orecchia, riescono davvero a ingolosire i bambini, che possono vedere nel dettaglio tutto ciò che è possibile fare da soli con l’acqua e ciò che le sta attorno. Si tratta di azioni quotidiane, che magari non li avrebbero mai incuriositi o che forse non avrebbero intrapreso se non stimolati. Ecco, questo libro è uno stimolo buonissimo e interessantissimo: con naturalezza i bambini entrano in un mondo fatto di indipendenza, di normalità del “fare le cose”, di un “aiutami a fare da solo”, proprio come vorrebbe Maria Montessori.

La serie di Nené si preannuncia così già dal primo titolo un piccolo tesoro per stimolare genitori e bambini a sperimentare i principi del metodo montessoriano in maniera quotidiana ma divertente!

Da leggere da soli, o da farsi leggere dai genitori, anche più volte, imparandolo a memoria proprio come fosse una filastrocca da ripetere mentre laviamo i piatti o mentre stendiamo i peluche bagnati!

 

Sara

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Cecilia

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