La maggior parte di noi crede che “taglio cesareo” derivi da Giulio Cesare e dal fatto che lo stesso imperatore nacque attraverso un taglio. In realtà, semplicemente deriva dal latino (come specifica l’enciclopedia Treccani), dal termine “caesareus” e dal verbo “caedo, is, cecīdi, caesum, ĕre”, ovvero “tagliare”.

In ogni caso, il parto cesareo è quel parto che avviene tramite intervento chirurgico per estrarre il feto dalla parete addominale e uterina della partoriente, e non dal canale vaginale come durante il parto naturale.

Il taglio cesareo può essere programmato o eseguito urgentemente in fase di parto, e pur non privo di rischi, è sempre più diffuso, tanto che nel nostro paese una donna su tre lo subisce.

Ecco quindi tutto ciò che c’è da sapere sul parto cesareo, che sia programmato o urgente.

Tutto ciò che c’è da sapere sul parto cesareo: un vademecum sul taglio cesareo

Innanzitutto, il taglio cesareo solitamente viene deciso preventivamente per problemi pregressi della partoriente, e solo in rari casi viene eseguito per assecondare la paura e l’ansia delle future mamme, che non vogliono assolutamente un parto naturale perché terrorizzate dal dolore. Anche perché il taglio cesareo non è privo di rischi. Anzi.

Come fanno sapere i medici di Un Pediatra per Amico, il parto cesareo quando eseguito senza valido motivo aumenta il rischio di morte per la mamma e per il bambino. E nemmeno quando viene eseguito d’urgenza in fase di parto naturale è sicuro.

Ecco perché è bene essere informati e chiedere al proprio ginecologo tutto ciò che riguarda il parto cesareo, soprattutto quando programmato per prevenire altri problemi. Ciò che dobbiamo chiedere al medico è: quali sono i rischi di un parto naturale? E quali sono quelli di un parto cesareo? Perché spesso i medici si concentrano sui pericoli del parto, glissando sui pericoli del taglio chirurgico che si apprestano a fare.

La prima cosa da avere ben presente quando si parla di parto cesareo, infatti, è che si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, a differenza del parto naturale (qui le fasi del parto naturale). E come tutti gli interventi chirurgici presenta dei rischi (come il rischio di infezione o di emorragia). E per il bambino, il pericolo è quello di non riuscire ad adattarsi a livello respiratorio: rispetto al parto naturale, infatti, aumenta il rischio di “polmone bagnato”, dal momento che gli alveoli polmonari non vengono “spremuti” come durante il passaggio naturale dal canale vaginale.

Ecco perché solitamente anche quando il cesareo è programmato i medici consigliano di eseguirlo comunque a travaglio cominciato, in modo che le contrazioni agiscano e contribuiscano a questa spremitura.

Detto questo, la programmazione del parto cesareo avviene (o dovrebbe avvenire) solo in caso di comprovati problemi e rischi. E quando viene eseguito urgentemente, e quindi in fase di parto e non in maniera programmata, avviene sempre in comprovata presenza di problemi e complicanze che potrebbero mettere in pericolo di vita la mamma e il bambino.

Le situazioni che portano i medici a optare per il parto cesareo al posto di quello vaginale possono essere la sofferenza fetale, il distacco della placenta, la gestosi, il diabete, alcune nefropatie della mamma…

Dopo il taglio cesareo, il tempo di recupero della mamma è più lungo rispetto al parto naturale, e i giorni in ospedale saranno pertanto maggiori. Detto questo, i tempi si accorciano un pochino quando il cesareo è stato programmato. La ripresa sarà invece più lenta nel caso in cui la madre abbia subito un parto cesareo d’urgenza.

E la cicatrice? Molte mamme si preoccupano del “poi”, ovvero di ciò che resterà visibile, la cicatrice. Ogni donna è a sé e ogni taglio è a se, ma la visibilità dipenderà dall’entità del taglio, dai tessuti della mamma (più sono elastici, meno visibile sarà la cicatrice), da eventuali complicazioni (come alcune infezioni del taglio) e dal luogo dell’incisione, così come dalla tecnica utilizzata dal chirurgo.

I tagli eseguiti tra ombelico e pube sono quelli che restano solitamente più visibili. Quelli eseguiti appena sopra la linea dei peli, invece, rimarranno più nascosti.

Detto questo, un'incisione chirurgica non rende una mamma meno mamma. Un parto cesareo non è meno importante di un parto naturale. E il corpo di una mamma che partorisce con un taglio cesareo non ha sbagliato nulla. 

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Il perfetto kit per il post-parto

Venerdì, 07 Febbraio 2020 09:19

La valigia per l’ospedale: fatta. Il corredino: preparato. Ok, siamo tranquille. Ma perché non concentrarci anche sul dopo-parto? E non parliamo di ciò di cui ha bisogno il bambino, perché quello siamo certe sia già tutto bell’e che pronto.

Parliamo di ciò che servirà a noi future mamme. Perché il post-parto non è solo un momento meraviglioso dal punto di vista delle emozioni e scombussolante dal punto di vista delle abitudini. È anche un momento molto delicato, nel quale prenderci cura di noi sarà difficile, ma necessario per il nostro benessere e per quello del nostro bambino.

Ecco quindi qualche consiglio per arrivare al dopo parto preparate, con un kit che ci verrà in aiuto nel momento in cui avremo bisogno di prenderci cura di noi.

Il perfetto kit per il post-parto: cosa preparare per arrivare al parto preparate, per prenderci cura di noi una volta a casa

Partiamo dagli accessori più pratici e necessari, anche se poco glamour: gli assorbenti. Meglio prepararci già con grandi quantità di assorbenti apposta per il post-parto. Meglio se in cotone, dal momento che li useremo per un po’, come questi.

Il nostro corpo in questo momento avrà bisogno di molte più cure e di più delicatezza. E per aiutarlo a superare, anche esteticamente, la fatica della gravidanza e del parto, e per rilassarci un momento facendoci un auto-massaggio, prepariamo della crema antismagliature, da utilizzare tutte le sere o tutte le mattina dopo la doccia, prendendoci un momento per noi.

Nel kit non potrà poi mancare la biancheria intima comoda e abbondante, per sentirci comode e non costrette in elastici e guaine fastidiose.

Lo stesso vale per l’abbigliamento. Nei primi giorni concediamoci tessuti morbidi e abbondanti e abiti dalle forme non costrittive. E non significa stare tutto il giorno in pigiama o in tuta (non tutte lo amano!), ma semplicemente scegliere abiti più comodi, come vestitoni abbondanti, pantaloni larghi, camicie morbide…

Per le mamme che allattano, nel kit non potrà mancare una crema seno (come la crema seno Clemulina), per lenire e addolcire la zona del capezzolo e del seno (e per idratare labbra e mani in inverno!).

L’allattamento prevede anche la preparazione, se vogliamo essere comode e sempre preparate, di abiti e abbigliamento smart, intelligente, che ci permetta di sfoderare il seno in facilità. Compriamo quindi dei reggiseni fatti apposta per l’allattamento, e prepariamo nel guardaroba, a portata di mano, le camicie (che possono essere sbottonate velocemente), le magliette scollate elasticizzate, i cardigan e i capi più “semplici”, accantonando per un attimo i dolcevita e i capi più difficili.

Per le notti passate in piedi, possiamo poi preparare qualche lettura che ci faccia compagnia e che ci concili il sonno. È vero che leggere diviene più difficile, una volta nato il bambino, ma possiamo sfruttare questo hobby proprio per dormire meglio. Anche solo qualche pagina a sera o a notte fa molto bene. Prepariamo quindi i romanzi che più amiamo, oppure approfittiamone e leggiamone qualcuno dedicato proprio a gravidanza e postparto, come “Un post parto senza segreti”, “Mamme pret a porter - il primo anno insieme” o il famosissimo “Il linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg.

Benedetti ormoni, che ci rendono la chioma meravigliosa e che ci fanno emozionare. Ma maledetti ormoni allo stesso tempo, che ci fanno piangere anche davanti alle pubblicità, che ci fanno provare un senso di nausea per mesi e che ci stravolgono il corpo. Sì, certo, ci dicono che siamo “raggianti”. Ma è sempre così?

In realtà non bisogna vergognarsi a dire che la gravidanza scombussola. E scombussola anche la pelle. E la nostra bellezza. E la nostra autostima. Insomma: non è sempre rose e fiori. E, anzi, l’acqua di rose a volte potrebbe venire in nostro aiuto…

Pelle secca e acne, ad esempio, sono solo alcuni dei problemi cutanei che la gravidanza porta con sé. E sono comuni a molte donne. Ecco perché è bene parlarne! Anche perché, sì, scompariranno dopo il parto. Ma nel frattempo è bene prendersi cura della propria pelle. Cercando sempre di utilizzare prodotti delicati e naturali.

I problemi della pelle più frequenti in gravidanza: dalla pelle secca all’acne, i disturbi cutanei comuni alle donne incinte

Durante la gravidanza, innanzitutto, è normale trovarsi a volte più disidratate. Questo influenza anche la salute della pelle, che potrebbe risultare a tratti molto secca e pruriginosa. In questo caso, solitamente si tratta proprio di pelle secca. Ma se il prurito è molto forte, meglio chiedere consiglio al ginecologo: potrebbe trattarsi del sintomo di una condizione chiamata colestasi gravidica, e in quel caso è necessario fare analisi più approfondite.

Altro problema comune a molte gestanti è la pelle grassa e molto oleosa, che pare fare tornare ai tempi dell’adolescenza. In questo caso da additare come colpevoli sono gli ormoni ballerini! Per contrastarla, puntiamo su una crema idratante leggera e mat, sfruttando anche della cipria quando ci trucchiamo per uscire.

Accanto alla pelle grassa, beh, ovvio: arrivano anche i brufoli e l’acne! Eh già. Proprio come quelli che avevamo a sedici anni. Di nuovo, la colpa è degli ormoni. In questo caso è consigliato sfruttare il potere delle maschere purificanti (come quelle all’argilla rosa), e di utilizzare prodotti delicati che puntino alla purificazione della pelle con azione antinfiammatoria allo stesso tempo.

Anche la pelle opaca può essere un problema riscontrabile in gravidanza, insieme alle occhiaie. Nel primo caso, scegliamo un illuminante con ingredienti naturali per dare un colorito più splendente alla pelle. Nel secondo caso, dovuto al continuo rigirarsi nel letto a causa dei calci del bambino o al non dormire perché troppo scombussolate, dobbiamo cercare di rallentare i ritmi, rilassarci, dormire meglio e bere molta acqua. Affidandoci a qualche buon correttore naturale per coprire quei fastidiosi cerchi neri sotto gli occhi!

Infine, problema comune a molte gestanti sono i capillari e le vene visibili. Durante la gravidanza, infatti, le vene sono molto più visibili e il corpo sembra diventare una cartina stradale! Non è un problema (ma, anzi, è il sintomo del funzionamento della circolazione, che in questo periodo è accentuata!), ma per molte donne può essere un fastidio estetico. In alcune occasioni, quindi, possiamo coprirle con del fondotinta naturale multivitaminico, che copra l’inestetismo e nutra allo stesso tempo la pelle.

Il consiglio, in ogni caso e per ogni situazione cutanea, è quello di comprare creme specifiche in base al proprio disturbo, stando tuttavia attente agli ingredienti. In gravidanza è meglio sempre puntare su ingredienti naturali e delicati, evitando retin-a, idrochinone, formaldeide, diidrossiacetone, perossido di benzoile e acidi salicilici.

Impossibile spostare lo sguardo. Doveroso non chiudere gli occhi. Perché il bullismo riguarda tutti, non solo le vittime. Riguarda la società, la scuola, i genitori. Riguarda i bulli. E riguarda i ragazzi che assistono ogni giorno agli atti di bullismo e cyber bullismo.

Ma quali sono i dati esatti? Difficile dirlo, ma da un recente studio dell’Osservatorio Indifesa escono numeri davvero paurosi. La fotografia è allarmante: più di 4 ragazzi su 10 hanno subìto atti di bullismo. E le brutte notizie non finiscono qua.

È doveroso dunque diffondere questi dati e queste infografiche, perché parlarne è il primo passo per debellare questo fenomeno sconcertante e pericoloso. Il secondo? Agire.

4 ragazzi su 10 hanno subìto atti di bullismo, i dati allarmanti dell’Osservatorio Indifesa: un recente studio mostra come il bullismo, purtroppo, sia una realtà estremamente presente nelle scuole

Il 7 febbraio ricorre la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, nonché il Safer Internet Day. Per l’occasione, Terre des Hommes e Scuola Zoo stanno diffondendo i dati raccolti dal loro Osservatorio Indifesa, che ha chiesto le opinioni a più di 8000 ragazzi italiani delle scuole superiori su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting. Questi dati sono preoccupanti, e mostrano come purtroppo il bullismo e il cyberbullismo siano i fenomeni più temuti e presenti tra gli adolescenti, dopo la violenza sessuale e le droghe.

Il dato che più balza all’occhio è quello del bullismo subìto, perché se pensiamo che il bullismo non riguardi i nostri figli (dal punto di vista delle vittime e dei carnefici), ci sbagliamo. Più di 4 ragazzi su 10 hanno subito angherie da parte di ragazzi più o meno della loro età. 6 su 10 hanno assistito a fenomeni di violenza online o offline. Il cyberbullismo è temuto dal 40% dei ragazzi. E 1 ragazzo su 10 dichiara di essere stato “bullo”.

Le più prese di mira in rete sono le ragazze (il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi), con commenti a sfondo sessuale (subìti dal 32% delle intervistate) e questo dimostra come le differenze di genere e il sessismo siano purtroppo fenomeni già presenti tra i giovanissimi. Ma i più colpiti fisicamente sono i maschi.

“Chi vive queste esperienze sviluppa sentimenti di vergogna, ansia e malessere - anche fisico - e le conseguenze, come la bassa autostima, si possono protrarre fino all'età adulta se l'adolescente non viene correttamente aiutato a superare il trauma”: a farlo sapere è proprio l’Osservatorio Indifesa, che non ha raccolto le testimonianze solo delle vittime, ma anche dei carnefici. Al questionario hanno infatti risposto tutti, e 1 ragazzo su 10 ha ammesso di avere compiuto atti di bullismo. Nel caso delle ragazze, 1 su 20.

"La violenza tra pari, online e offline, è una realtà con cui i nostri ragazzi e ragazze devono fare i conti. Realmente subìta, o soltanto percepita, entra nelle loro vite, probabilmente li agita e li condiziona e lascia dei segni sulla loro personalità”, dichiara Paolo Ferrara, Direttore di Terre des Hommes. "È una violenza fatta di contatto fisico, ma ancora più spesso è un attacco alle proprie insicurezze, a quella identità che va formandosi, in modo sempre più marcato, proprio negli anni dell'adolescenza. Questo ci dice l'Osservatorio indifesa, diventato ormai un punto di riferimento unico, per contenuti e numero di ragazzi coinvolti, nel panorama italiano. Un luogo di ascolto fondamentale che ha permesso a Terre des Hommes e ai suoi partner di costruire percorsi di partecipazione giovanile sempre più innovativi e coinvolgenti, quali il Network indifesa o il ProteggiMI Tour”.

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Oltre a queste infografiche, Terre des Hommes presenta anche il video @pri gli Occhi# del regista Stefano Girardi (visibile in fondo all'articolo), realizzato dalla casa di produzione Moovie On. Il corto parla dei due diversi tipi di carnefici, o “bulli”, ovvero quelli che fisicamente fanno del male agli altri e quelli che osservano girandosi dall’altra parte, o addirittura ridono, mostrando ai ragazzi come nel caso del cyberbullismo questo sia ancora più accentuato e quanto i bulli indiretti siano quasi i più pericolosi.

Ormai è una legge: i dispositivi anti-abbandono per i seggiolini sono obbligatori. E in un mare di prodotti, quale scegliere? Semplicità e sicurezza devono essere caratteristiche imprescindibili, ed è per questo che iSave è un dispositivo anti-abbandono consigliatissimo.

A norma di legge, Made in Italy e con connessione via cavo (molto sicura!), iSave è pensato per la sicurezza dei nostri bambini, finalmente protetti dalla “Legge Salva Bebè” o “Legge Anti Abbandono”.

iSave, il dispositivo antiabbandono semplice e sicuro: con iSave i nostri bambini sono protetti contro l’abbandono in automobile

Purtroppo, abbandonare i propri bambini in automobile non è impossibile. Può capitare a tutti, a causa dello stress, della stanchezza, delle distrazioni… E anche se in molti vogliono chiudere le orecchie, la sicurezza non è mai troppa. Ecco perché un dispositivo anti-abbandono, piccolo e sicuro, non invasivo e per niente ingombrante, è la soluzione.

Il dispositivo di cui vi parliamo oggi si chiama iSave, è ideato e fabbricato in Italia ed è piccolo, sicuro e semplicissimo da utilizzare. Si tratta di un device stand-alone, ovvero applicabile su tutti i seggiolini e su tutti gli ovetti auto, composto da una centralina, da un cuscino con sensore di pressione (che rileva la presenza del bambino) e un cavo di controllo che si alimenta attraverso la presa 12V dell’auto.

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Rispetto agli altri dispositivi anti abbandono in commercio, iSave è molto più comodo per due motivi principali: è l’unico stand-alone, ovvero “indipendente” da altri dispositivi, e inoltre non si collega tramite Bluetooth al cellulare o allo smartphone (con l’obbligo, quindi, di scaricare le applicazioni e di avere sempre a portata di mano il cellulare per utilizzarlo), ma si attiva automaticamente con un allarme sonoro e invia, in caso di emergenza, un sms a 3/5 numeri di telefono (cellulari e fissi), con le coordinate in cui si trova l’automobile e con la temperatura dell’abitacolo (<7° e >37°). 
Inoltre funziona, al contrario degli altri dispositivo, anche nel caso in cui la vettura a motore spento continuasse ad alimentare l’accendisigari.

Come si utilizza? È molto semplice. Si prende il cuscino e lo si posiziona sotto la seduta del bambino nel seggiolino, dopodiché si posiziona la centralina iSave (il device vero e proprio) sotto al sedile del passeggero o del guidatore o nel baule (dipende da dove è presente la presa 12V). Infine, basta collegare l’alimentazione, collegando il cavo alla presa dell’accendisigari.

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Una volta installata una SIM all’interno di iSave, il device permetterà di inviare un SMS al numero dell’utenza per registrare i numeri che verranno contattati in caso di emergenza (da tre a cinque contatti).

Una volta installato, iSave ci permetterà di non avere più pensieri. Una volta che il bimbo sarà legato nel seggiolino, all’accensione dell’automobile il device si accenderà con un piccolo segnale acustico. A veicolo fermo e spento, la modalità allarme si attiverà. In quel caso, se il dispositivo rileverà la presenza del bambino nel seggiolino, prima con un allarme immediato allo spegnimento del motore dell’auto, poi con l’SMS ai contatti in cui riporterà anche le coordinate GPS, la temperatura interna del veicolo e lo stato della batteria (che, in caso di allarme, ha una autonomia fino a 9 ore). A quel punto, trascorsi 5minuti, iSave chiamerà uno ad uno i contatti, permettendo loro di ascoltare l’audio di ciò che sta accadendo all’interno del veicolo fermo grazie al microfono incorporato.

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Questo allarme (che potrà essere sentito anche nei pressi dell’automobile, dal momento che continuerà a suonare a 95 db) continuerà ad essere attivato ciclicamente, fino a che il bambino non verrà tolto dal seggiolino.

Per chi ha più bimbi, iSave è il device antiabbandono più consigliato: permette infatti di aggiungere per ogni device sino a 3 cuscini per 3 bambini in una vettura, evitando di comprare più dispositivi e, quindi, risparmiando. E si può collegare anche al trasportino dei nostri animali domestici!

Insomma, un dispositivo sicurissimo, tecnologico, semplice e affidabile, che può davvero salvare la vita di un bambino. Per tutte le novità e le informazioni potete seguire iSave anche sulla pagina Facebook, acquistando il device direttamente online, su Amazon.

La musica è un grandissimo stimolatore. Non a caso non è più bizzarro trovare future mamme con le cuffie sul pancione che tentano di fare ascoltare Mozart ai bambini che portano in grembo. Sono molti gli studi che mostrano che la musica (ascoltata o eseguita) aiuta i bambini a sviluppare autostima, creatività, abilità sociali, concentrazione… E da adulti sappiamo bene il potere benefico della musica, che ci aiuta a rilasciare lo stress, a rilassarci, a emozionarci…

Pensiamo dunque ai benefici della musica sullo sviluppo dei bambini! E come fare per includerla quotidianamente nella crescita? Proponendo attività semplici e godibili che tuttavia sappiano rendere la musica un elemento importante e imprescindibile nella vita di ogni giorno.

Attività quotidiane con la musica per stimolare creatività, concentrazione e autostima: come includere la musica nella vita di ogni giorno per una crescita armonica

Ascoltiamo la musica mentre disegniamo

Disegnare è un’attività praticamente quotidiana. I bambini almeno una volta al giorno - tendenzialmente - prendono in mano matite, pastelli, pennarelli e compagnia bella ed esprimono la loro creatività su un foglio. Mentre lo fanno approfittiamone e accendiamo la musica. Possiamo lasciarla in sottofondo, molto naturale, oppure, ancora meglio, utilizzarla come spunto: cosa ci ispira la musica classica? E quella di David Bowie? Come scorre sul foglio la matita mentre ascoltiamo della musica pop?

Leggiamo dei libri musicali

Ci sono moltissimi libri dedicati alla musica, per scoprire ogni sua forma. Come questi di cui vi avevamo parlato, per scoprire quella classica attraverso la musica, le parole e delle bellissime illustrazioni.

Suoniamo uno strumento

Per i bambini che lo desiderano e che mostrano una particolare inclinazione o un particolare interesse nei confronti di uno strumento, imparare a suonarne uno è un’ottima idea. E qui vi spieghiamo i 10 motivi per cui regalare uno strumento musicale è un’ottima idea.

Giochiamo a “Sarabanda casalingo”

Ricordate Sarabanda? Possiamo replicarlo a casa. Ognuno canticchierà a bocca chiusa una canzone, e gli altri membri della famiglia dovranno indovinarla!

Creiamo degli strumenti musicali di riciclo

In un giorno di pioggia in casa possiamo giocare con i bambini a costruire degli strumenti musicali con ciò che abbiamo in casa. Possiamo usare dei vecchi tappi in alluminio in una scatola, fare una chitarra con i Lego, usare bottiglie di plastica riempite di riso per fare delle maracas, sfruttare le vecchie pentole e i mestoli… E fare un concerto tutti insieme!

Incoraggiamo le “scenette”

I bambini spesso vogliono fare delle “scenette”, ovvero dei mini concerti in cui recitano, cantano, ballano… Incoraggiamole e rendiamole serie, con gli abiti adatti, i microfoni e un bel palco creativo.

Balliamo

Ballare, ballare, ballare! Un’attività perfetta, perché stimola l’orecchio musicale, allena il senso del ritmo, fa stare in movimento, fa sfogare, rilassa… Prendiamo dieci minuti al giorno per divertirci ballando, scegliendo ogni giorno una musica differente, dando la possibilità ad ogni membro della famiglia di proporre una canzone!

I più bei costumi di carnevale da comprare

Lunedì, 03 Febbraio 2020 09:55

Noi lo sappiamo: quest’anno (e probabilmente i prossimi anni) le feste di Carnevale saranno predominate da un costume e uno solo. Esatto: Elsa di Frozen! La bellissima principessa del ghiaccio è amatissima da tutti i bambini e Carnevale è il momento giusto per travestirsi proprio da lei. Detto questo, ci sono un sacco di travestimenti davvero favolosi, per tutte le tasche, per stupire gli altri bambini e trasformarsi per un giorno in qualcun altro! Ecco dunque una selezione di costumi di carnevale per bambini e bambine da acquistare online senza spendere un capitale.

I più bei costumi di carnevale da comprare

Il bimbo de Gli Incredibili

Per i bimbi dagli 0 ai 18 mesi ecco una tutina (che in realtà è un semplice pigiamino!) che li trasformerà nel favoloso bebè della famiglia de Gli Incredibili della Disney.

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Wonder Woman

Simile a quello precedente, bellissimo è il costume-pigiamino di Wonder Woman, per bimbi dagli 0 ai 18 mesi.

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Lady Bug

Per i bambini che amano “Miraculous - Le storie di Ladybug e Chat Noir”, ecco la tuta da coccinella!

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La scimmietta

Per i bimbi di due-tre anni, ecco un costume simpaticissimo e super tenero, quello da scimmietta!

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Il leone

Bellissimo è il costume da leone, con coda e criniera, disponibile per bambini dai 2 anni fino ai 9 anni circa.

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Undici di Stranger Things

Per i bambini più cool e aggiornati, il tema “serie tv” è d’obbligo. E qui abbiamo un costume per trasformarsi in Eleven (o Undici), la protagonista favolosa di Stranger Things.

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La casa di carta

Altra serie tv, altro costume: le tute rosse dei ladri de La casa di Carta, semplicissime e super d’effetto!

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Harry Potter

Infine, sempre attuale e meraviglioso è il costume da Harry Potter, per trasformarsi in studenti di Hogwarts della Casa di Grifondoro!

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Pancia gonfia e dieta, pratici consigli

Venerdì, 31 Gennaio 2020 15:06

Il gonfiore addominale è un sintomo frequente che si associa a diverse condizioni cliniche, tra cui la sindrome del colon irritabile, l’intolleranza al lattosio, la sindrome da sovvracrescita batterica, la celiachia e ad altre. Essendo un sintomo aspecifico, è utile una valutazione medica per inquadrare la causa e contestualizzare il disturbo, che pur non essendo un segno di allarme, può essere avvertito come molto fastidioso e causare discomfort fisico ed emotivo in chi ne è affetto.

Pancia gonfia e dieta, pratici consigli: le cause del gonfiore addominale e le buone pratiche alimentari per contrastarlo

La principale causa di gonfiore addominale (meteorismo in gergo medico) è la produzione di gas che deriva dalla fermentazione del cibo e delle feci da parte della flora batterica intestinale, (il microbiota intestinale). La produzione di gas distende le anse intestinali e questo causa gonfiore e in alcuni soggetti anche dolore. Nella gestione del meteorismo la dieta e lo stile di vita possono avere un ruolo fondamentale, soprattutto se questo è causato dalla sindrome del colon irritabile, che è una patologia estremamente diffusa, soprattutto tra le donne in età fertile.

Alcuni pazienti attribuiscono la comparsa del sintomo all’assunzione di un determinato alimento, e quindi si autoimpongono diete drastiche, escludendo molti alimenti, mangiando in bianco. Queste diete restrittive non portano a nessun beneficio ma espongono solo a rischi di deficit nutrizionali. Anche l’esclusione del lattosio senza aver eseguito un test specifico non ha senso, e peggio ancora è la moda di impostare un’alimentazione priva di glutine, che a parte casi selezionati come la celiachia o la gluten sensitivity, non porta nessun tipo di benefico.

Piuttosto, è importante avere pasti regolari, creare un ambiente sereno e rilassato, mangiare seduti, a tavola, ad orari fissi, non consumare cibo prima di coricarsi, masticare lentamente.
Alcuni accorgimenti possono poi aiutare ad alleviare il sintomo: alcuni studi hanno dimostrato che l'alcol, la caffeina, il cibo piccante e i cibi ricchi di grassi possono peggiorare i sintomi in chi soffre di colon irritabile, e pertanto potrebbe essere utile evitare di assumere questi alimenti. È importante avere una dieta varia ed equilibrata, che eviti di avere deficit nutrizionali.

Se si pensa che alla base del gonfiore addominale ci sia un’alterazione della flora microbica intestinale potrebbe essere utile potenziale la flora intestinale con alimenti che la facciano stare bene. Queste sostanza sono definite prebiotici e in natura si trovano in numerosi alimenti come nei porri, negli asparagi, nella cicoria, nei carciofi, nelle cipolle, nelle banane, nei fagioli di soia, negli spinaci, nei broccoli, nel ribes nero, nelle ciliegie, nei frutti di bosco, nelle prugne, nel melograno nel tè verde e nero, nel caffè, nel cacao e nel cioccolato fondente puro, nelle castagne, nelle mele, nelle nocciole e nell’olio di oliva. In chi non è abituato ad assumere questi alimenti, inizialmente se consumati ad alte dosi potrebbero peggiorare i sintomi, per cui si consiglia, generalmente, di assumerne inizialmente una piccola dose e incrementarla successivamente poco alla volta. Anche il consumo di yogurt, agendo sulla flora batterica intestinale, sembra portare benefici sui sintomi intestinali; lo yogurt è ben tollerato anche in chi non tollera il lattosio, perché questo zucchero è già parzialmente digerito.

Un’altra possibile strategia dietetica per migliorare i sintomi del gonfiore addominale è quella di seguire una dieta FODMAP, ovvero una dieta in cui vengono eliminati temporaneamente alimenti fermentanti, con l’intento di ridurre così la produzione di gas intestinali. Questa dieta che ha inizialmente una fase fortemente restrittiva è seguita da una fase di reintroduzione degli alimenti fermentanti al fine di creare una dieta nutrizionalmente corretta, e deve essere eseguita sotto controllo medico, per evitare deficit nutrizionali.

Le linee guida di nutrizione attualmente considerano efficaci in egual misura la dieta fodmap o una dieta equilibrata seguita da un medico. Per cui la scelta di impostare una o l’altra strategia terapeutica viene eseguita valutando attentamente il singolo caso.

Dr.ssa Marta Lombardini
Medico chirurgo
Specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva
Esperto in nutrizione

Capita a tutte le mamme che allattano (più spesso al seno, dato che si allatta anche da sdraiate, ma anche con il biberon - e quindi ai papà): essendo un’attività che non ha orari e che spesso ci tiene svegli la notte, è normale avere l’occhio che cade, rischiando di addormentarsi mentre nutriamo i nostri bambini.

E allora la domanda sorge spontanea, perché in quei momenti, oltre al sonno infinito, abbiamo in mente soprattutto la sicurezza dei nostri bebè: è sicuro addormentarsi? Oppure è rischioso? C’è pericolo di soffocamento?

Ecco tutto ciò che dobbiamo sapere sull’allattamento e l’addormentarsi.

Addormentarsi durante l’allattamento: è rischioso?

Innanzitutto, parlando di allattamento al seno è bene sottolineare quanto questa pratica estremamente naturale sia essenzialmente molto sicura, perché “progettata” per esserlo. E oltre ad essere sicura “al momento” lo è anche ad altri livelli, poiché riduce il rischio di infezioni e riduce il rischio di SIDS. Detto questo, l’allattamento non è fatto per addormentarsi mentre lo facciamo. Né con il biberon, né al seno. Perché?

Bisogna dirlo chiaro e tondo: addormentarsi mentre si allatta è pericoloso. Innanzitutto, lo è quando allattiamo da seduti, dal momento che addormentandoci i nostri muscoli si rilassano e rischiamo di fare cadere il nostro bambino involontariamente. Di conseguenza, lo è anche addormentarsi mentre lo stiamo tenendo in braccio, anche se in quel momento non sta succhiando.

L’altro rischio, che è presente sia quando allattiamo sia quando teniamo il braccio il bambino, è quello di soffocare il bambino mentre sta appoggiato a noi.

Anche addormentarsi mentre allattiamo a letto, sdraiate, è tuttavia sconsigliato e pericoloso. Anche qui il rischio che il bambino soffochi è reale, ma in questo caso perché potrebbe rotolare sulla schiena senza che ce ne accorgiamo. E oltre a soffocare, in questo caso, il pericolo è quello di cadere dal letto o di colpire il muro accanto.

Questo, tuttavia, non ha niente a che vedere con il co-sleeping, che è invece molto sicuro se prendiamo le giuste precauzioni, come una culla next-to-bed.

Un ultimo accorgimento: non siamo solo noi a dover stare svegli durante l’allattamento. Meglio che sveglio rimanga anche il nostro bambino, proprio per evitare il rischio di soffocamento e per abituarlo ad addormentarsi senza attaccarsi al capezzolo o alla tettarella, abitudine sconsigliata soprattutto sul lungo periodo (perché difficile, poi, da togliere). Se vediamo che si sta per addormentare, possiamo solleticare i piedini o fargli fare il ruttino.

8 attività per bambini di 4 anni

Venerdì, 31 Gennaio 2020 09:11

Avete finito le idee e la fantasia? Non sapete come intrattenere i bambini con attività che li divertano e che allo stesso tempo sviluppino le loro capacità, la loro creatività e la loro fisicità? Volete semplicemente tenerli occupati oppure volete giocare insieme? Queste sono tutte attività adatte per essere svolte insieme o, una volta imparate, da soli, per allenare concentrazione, fisico, manualità, creatività…

8 attività per bambini di 4 anni: come tenere occupati i bambini di quattro anni con giochi divertenti e stimolanti

La tavoletta delle trecce montessori

Ecco un’attività perfetta per i bambini di quattro anni, che li terrà concentrati, li divertirà, allenerà la loro manualità e la loro coordinazione e permetterà loro di creare qualcosa di molto carino, una treccia che potrà diventare una decorazione, un segnalibro… Qui le istruzioni su come crearla.

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Una corsa ad ostacoli

Se avete un salotto molto grande o uno spazio esterno comodo, potete costruire una corsa ad ostacoli nella quale i bambini potranno allenare il loro equilibrio e le loro capacità. Usate ciò che avete in casa: gli hula hoop per creare dei cerchi in cui saltare, i peluche come ostacoli, dei cuscini, dei tubi di stoffa (quelli a “tenda”)…

Nascondino

A volte i giochi più classici sono ancora perfetti. Proprio come nascondino, uno dei giochi preferiti dai bambini di tutto il mondo! I bambini possono giocare tra di loro oppure con noi, inventando sempre nuovi nascondigli.

Gli origami

Gli origami non sono solo per adulti, ma anche per bambini (qui trovate un po’ di idee e pattern!). Basta partire dalle realizzazioni base per arrivare di volta in volta a nuove forme bellissime, che affascinano i bambini e che li rendono orgogliosi di averle create con le loro mani.

Le working station

Conoscete le working station? Sono delle “stazioni” di materiali pensati per allenare la manualità fine. Sono montessoriane, e quindi educative, ma allo stesso tempo divertenti e pensate per stimolare la concentrazione.

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La pasta di sale

Modellare, modellare, modellare! I nostri piccoli scultori possono divertirsi e concentrarsi moltissimo modellando la pasta di sale, che possiamo prima preparare insieme a casa, invece che comprare in negozio le solite paste modellabili.

I lavoretti di carta

Qui trovate un po’ di lavoretti di carta da poter realizzare con i bambini, bellissimi da vedere e pure eco-consapevoli, dal momento che per realizzarli possiamo usare la carta di riciclo che abbiamo in casa.

Fare giardinaggio

Soprattutto in primavera possiamo con i bambini cominciare a fare un po’ di giardinaggio, con attività semplici e gratificanti, per iniziare a prendere confidenza con la natura! Qui le nostre attività di giardinaggio con i bambini preferite.

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Sara

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Cecilia

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