L'educazione non è qualcosa di statico e lineare. Non è qualcosa di preciso e non ha regole definite. A volte l'educazione càpita. Càpita perché possiamo trarre insegnamenti da quello che la vita ci offre e da quello in cui ci imbattiamo un po' per caso: il Covid, ad esempio, è stato un periodo che ha messo alla prova duramente, offrendoci allo stesso tempo diversi spunti di riflessione.
Un altro esempio? Le Olimpiadi, che ogni quattro anni (stavolta ne sono passati cinque!) ci permettono di vedere in tv tutto il bello dello sport nelle sue sfaccettature migliori. Perché guardare le Olimpiadi con i bambini è educativo? Ecco tutti i motivi (e non solo perché è emozionante e coinvolgente!).
Se da un lato è giusto e doveroso lasciare che i bambini si esprimano come preferiscano e crescano seguendo le loro inclinazioni e tendenze naturali, è innegabile che la disciplina è fondamentale per una crescita sana e armoniosa, soprattutto quando intesa non come costrizione autoritaria, ma come auto-regolazione verso qualcosa di positivo. Lo sport, in questo, è un esempio positivo: gli atleti alle Olimpiadi hanno fatto loro questa filosofia!
Non esistono solo il calcio e la pallavolo, eppure i bambini tendono a scegliere le attività più mainstream. Durante le Olimpiadi si scoprono la scherma, il judo e la arti marziali, la ginnastica artistica, lo skate (esatto! Lo skateboard è una disciplina olimpica!), l'atletica leggera, il ciclismo, l'hockey, il canottaggio, l'arrampicata sportiva, la ginnastica acrobatica...
Certo, è bellissimo vedere l'Italia che trionfa. Ma alle Olimpiadi trionfa lo sport ed è facile tifare per atleti di una nazionalità diversa dalla nostra perché ci piacciono particolarmente! Viva il mondo aperto.
Le Olimpiadi possono anche diventare pretesto per parlare di storia e di civilità, introducendo la storia dei giochi olimpici che nacquero in Grecia nel 776 avanti Cristo.
L'universalità è un pilasto delle Olimpiadi, a cominciare dal simbolo: i cinque cerchi intrecciati rappresentano infatti i cinque continenti.
La ginnastica artistica non è praticata solo da femmine, il calcio non è solo per uomini. Unica pecca: la parità non è ancora raggiunta, se pensiamo che, ad esempio, il nuoto sincronizzato olimpionico è solo per donne (non è previsto nemmeno il misto...).
A cambiare dopo il parto non è solo il ciclo mestruale (qui trovi un articolo su come effettivamente cambia, e qui un altro in cui ti spieghiamo quando arriveranno le mestruazioni dopo il parto). Anche la libido si modifica moltissimo. Già in gravidanza avrai notato cambiamenti e fluttuazioni: beh, è normale. E se dopo aver partorito non hai proprio voglia di fare sesso, non preoccuparti: è normalissimo. A dirlo è addirittura la scienza.
Innanzitutto, è bene ricordare da quando è possibile avere rapporti sessuali dopo il parto: naturalmente, la prima regola è seguire le indicazioni del ginecologo o della ginecologa che hanno seguito gravidanza e parto, ma in generale i professionisti parlano di sei settimane.
Questo lasso di tempo permette di guarire al meglio ed evitare problemi, ma anche di assestarsi nel nuovo ritmo di vita inevitabilmente scombussolato (a livello fisico e mentale).
Le sei settimane sono quindi una norma, ma non una regola valida per tutte le persone. Anzi. Se trascorso questo tempo non ti è ancora tornata la libido e non senti per niente la voglia di avere rapporti sessuali, la ragione è fisica. E anche ancestrale. Il nostro corpo, infatti, è programmato per tendere alla sopravvivenza. Prevenire rapporti sessuali in queste settimane così delicate gli permette di "salvarsi", in modo che tu, proteggendo il tuo corpo da traumi in un momento così delicato, possa procreare anche successivamente. Proprio come fanno sapere gli studiosi in questa ricerca intitolata "Evoluzione e sessualità umana".
Questo istinto di sopravvivenza può manifestarsi in diverse forme. Può essere che tu ti senta esageratamente stanca e quindi, anche se la voglia a tratti c'è, ti sembra impossibile anche solo pensare al sesso. Oppure sono proprio gli ormoni a impedirtelo, evitandoti del tutto la voglia e, anzi, facendoti percepire il sesso come qualcosa di per niente appetitoso. Per nove mesi, infatti, gli ormoni responsabili della riproduzione umana sono stati in circolo nel tuo corpo a livelli altissimi. Immediatamente dopo il parto, però, si abbassano improvvisamente ed è normale non sentire più la libido che si provava (in molti casi) durante la gestazione.
C'è poi da considerare l'ossitocina: si tratta dell'ormone della felicità, che solitamente viene rilasciato proprio durante il sesso. Quando una mamma allatta, tuttavia, questa ossitocina viene rilasciata esattamente allo stesso modo, provocando una soddisfazione fisica e mentale che copre, essenzialmente, il bisogno di contatto fisico.
Cosa significa tutto questo? Tutto e niente. Semplicemente, vivi la sessualità con tranquillità, senza stress, godendoti i piccoli momenti, la nuova ruotine e il tuo nuovo corpo, evitando di farti schiacciare dalle pressioni esterne.
L'Unesco ha definito il judo la migliore attività fisica per ragazzi dai 4 ai 21 anni, perché completa ed educativa: serve altro? Beh, i benefici di questa disciplina orientale sono davvero moltissimi e comprendono sia la sfera fisica sia la sfera mentale. Ma cos'è il judo? Come si pratica? E fa davvero così bene ai bambini?
Arte marziale, il judo (che in giapponese significa "via della cedevolezza", "via della gentilezza") è una disciplina orientale educativa fondata dal maestro Jigoro Kano che prende ispirazione dalle azioni di attacco e di difesa. Lo spunto viene anche da altre arti marziali giapponesi, come il ju-jitzu, che si fondano sul controllo e sulla protezione della propria persona.
A livello pratico, nel judo si sfidano due persone con l'intento di fare cadere l'avversario, senza armi se non il proprio corpo e i propri movimenti, destabilizzando l'altro e sfruttando la sua forza e le sue tecniche. Il tutto si svolge sul perimetro di un tatami.
Il judo, come accennato, non prevede colpi e attacchi, ma proiezioni (la percezione del piano debole dell'avversario nel momento in cui si entra in conttato, proiettandolo al suolo grazie al centro di gravità), atterramenti (sfruttando gli errori dell'altro), sottomissioni (con pressioni e torsioni) e immobilizzazioni (quando l'avversario è già a terra).
Come tutte le attività fisiche, il judo è consigliatissimo sin dai primi anni di vita, perché permette di tenere in forma il corpo, di allenare l'equilibrio, di acquisire forza e di stare bene, coordinandosi anche al meglio.
Nello specifico, questa arte marziale nasce come metodo educativo, e ha quindi, oltre ai benefici fisici più classici, dei pro prettamente mentali e psicologici. Favorisce, infatti, l'autostima, ma anche il rispetto degli altri e delle regole, la propriocezione (non solo fisica) e l'autonomia (essendo uno sport individuale).
Il judoka (colui o colei che pratica il judo) impara presto anche molti valori importanti come il rispetto, la costanza per raggiungere i propri obiettivi e l'importanza della non violenza. Il judo infatti è solo apparentemente violento: non a caso l'ideogramma indica la gentilezza e non a caso l'obiettivo è l'immobilizzazione a terra.
Il tofu, alimento vegetale a base di semi di soia ricchissimo di proteine, è detto anche formaggio vegano, ma possiamo utilizzarlo in moltissimi modi! Ad esempio, come sostituto della carne durante le grigliate, per essere eticamente ed ecologicamente più sostenibili senza rinunciare al gusto.
Spoiler alert: non potrete più farne a meno! Sono così semplici e così gustosi che non ci crederete.
La grigliata veg, quindi, non sarà più la stessa senza gli spiedini vegetariani di tofu ai semi: ecco la ricetta!
In estate un must have sono le piccole piscine gonfiabili per bambini: ideali quando si hanno un piccolo giardino, un cortile o un terrazzo particolarmente spazioso, queste piscinette sono davvero manna dal cielo nei giorni più caldi e afosi dell'anno.
Sono piccole, non ingombrano, fanno felici i bambini e permettono di rinfrescarsi giocando: niente di più bello!
Ma siamo sicuri di utilizzarle come si deve? Se non usate correttamente le piscine gonfiabili per bambini possono diventare davvero pericolose. Ecco perché è bene conoscere i pericoli e soprattutto capire quali siano le attenzioni da adottare quando i nostri bambini giocano nelle piscinette.
Purtroppo, l'annegamento è una causa di morte davvero diffusa: a dirlo è l'IIS, Istituto Superiore di Sanità, che fa sapere che ogni anno sono circa 400 le persone che muoiono per annegamento (in piscina ma anche al mare, nei fiumi o nei laghi). "Gli annegamenti e le lesioni alla colonna vertebrale conseguenti ad attività ricreative in aree di balneazione rappresentano eventi molto gravi che interessano spesso la fascia di popolazione più giovane", fanno sapere sul Bollettino Epidemiologico Nazionale, sottolineando proprio l'incidenza di queste tragedie.
Il pericolo è davvero subdolo perché, a differenza di altri incidenti, silenzioso: quando il bambino o l'adulto si trovano in pericolo sott'acqua, infatti, non riescono a gridare per chiamare aiuto. E non vale solo dove l'acqua è alta: bastano pochi centimetri e l'annegamento può avvenire in poche manciate di secondi.
"Anche in mancanza di dati più precisi", si legge sempre sul Bollettino, "possono essere prese una serie di misure di carattere generale volte alla riduzione del fenomeno. Queste includono una diffusa informazione sui rischi associati al consumo dell'alcol, una maggiore sorveglianza dei bambini da parte degli adulti, un miglioramento delle capacità natatorie e un miglioramento delle conoscenze di primo e pronto soccorso in particolare fra gli addetti alla sorveglianza".
Per prevenire questi incidenti, lo stesso Istituto Superiore di Sanità ci fornisce qualche consiglio.
Prima di tutto, è sempre raccomandato controllare a vista i bambini, vigilandoli visivamente e uditivamente e cercando di stare vicino per essere svelti nel caso in cui dovesse accadere qualcosa.
Fino ai 5 anni, è bene stare in piscina (o appena fuori) con il bambino, evitando di affidare la responsabilità ad un altro bambino, seppur più grande.
Quando ci allontaniamo ed usciamo dall'acqua con i bimbi, assicuriamoci di togliere tutti i giocattoli o gli oggetti che potrebbero attirarli di nuovo in acqua.
Infine, svuotiamo sempre e puliamo la piscina dopo l'uso, per evitare il proliferarsi dei batteri, che si depositano sul fondo rendendolo scivoloso e quindi molto rischioso.
Molto utile è poi iscrivere fin da piccoli i bambini e le bambine ad un corso di nuoto: prenderanno confidenza con l'acqua, impareranno a trattenere il fiato sott'acqua e altri trucchi importantissimi.
Infine, se la piscina presenta filtraggio o pompe, è bene proteggere questi elementi con apposite grate, in modo da evitare risucchi pericolosi o che i bambini si impiglino pericolosamente con il costume o i capelli.
Dici "polpette" e non ti viene in mente un piatto estivo. Anzi! Eppure anche le polpette estive esistono. Una buona notizia, se i tuoi figli o le tue figlie mangiano le verdure e i legumi solo in questa forma!
Ecco quindi una ricetta semplice e veloce per preparare polpette che profumano di agrumi e di Mar Mediterraneo, per una cena divertente anche quando fa caldo.
Prendersi cura di noi stessi non può prescindere dall'attenzione verso il pianeta. Curare la Terra facendo scelte ecosostenibili significa infatti curare il nostro organismo, che beneficia direttamente della salute dell'ambiente in cui vive. Se tutti compissimo scelte consapevoli, dunque, il Pianeta starebbe meglio, e noi con lui.
Un argomento che concilia le due cose è la scelta della crema solare per bambini: proteggere i bambini dai raggi UV è infatti importantissimo, ma allo stesso tempo è necessario scegilere creme e protezioni che non facciano del male al pianeta. Le creme solari classiche, infatti, sono pericolose per la biodiversità e intaccano la sopravvivenza delle barriere coralline.
Ecco quindi tutto ciò che c'è da sapere su come proteggere davvero i bambini dal sole e quali creme e protezioni scegliere per preservare la salute della Terra.
Proteggere i bambini dai raggi UV è importantissimo, soprattutto quando si parla di bambini. Non importa quale sia il fototipo: la loro pelle è più delicata e scottarsi è facilissimo. E se è vero che in estate è bene passare molto tempo all'aria aperta e al sole per fare incetta di vitamina D, è altrettanto vero che la protezione dai raggi del sole è imprescindibile.
Non bastano, però, le creme solari (che vanno sempre scelte con un SPF di 50+ o maggiore). Quelle sono l'ultimo schermo protettivo.
Prima di tutto, bisogna cercare di tenere i bambini il più possibile all'ombra, soprattutto nei primi anni di vita.
Secondo: mai dimenticarsi occhiali da sole con lenti protettive e cappelli a tesa larga.
Sì, poi, a magliette leggere in cotone e a indumenti che proteggano la pelle lasciandola comunque fresca.
Il tutto proteggendo sempre la pelle con la crema solare, che andrà spalmata frequentemente e non solo all'arrivo in spiaggia o nel prato. Soprattutto dopo i bagni o quando i bambini sudano particolarmente.
Il problema delle creme solari è che inquinano moltissimo. Per anni abbiamo utilizzato schermi protettivi per niente sostenibili: la maggior parte di quelli in commercio sono infatti chimici, e hanno la funzione di assorbire le radiazioni convertendole in calore. I filtri chimici, però, si disciolgono in mare ogni volta che facciamo il bagno, provocando la morte dei coralli e destabilizzando così l'ecosistema e la biodiversità, fondamentali per la vita sul pianeta.
Esistono invece dei filtri minerali: in questo caso, si tratta di diverse sostanze presenti in natura che svolgono una funzione di schermo, riflettendo le radiazioni e proteggendo la pelle. Che, pealtro, rimane più fresca (proprio perché i filtri riflettono la luce). Ad esempio, esistono filtri minerali a base di zinco e biossido di titanio (che troviamo anche in altri cosmetici come i fondotinta).
Importante è quindi scegliere creme solari dichiaratamente eco-compatibili, senza octinoxate e oxibenzone. Essendo minerali e quindi schermanti, queste creme risulteranno leggermente più cremose e difficili da spalmare rispetto alle creme scorrevoli e di facile assorbimento, ma è un inconveniente minimo rispetto ai benefici.
La crema solare 50+ MyKay, il latte solare Omia 50+, lo Spray solare Eco Cosmetic 50+ per bambini o la Kids Mineral Sunscreen di Suntribe sono tutte creme con filtro minerale certificate, rispettose della barriera corallina e (come nel caso di MyKay, senza microplastiche).
Ci sono però anche alternative plastic-free. Ad esempio, la crema a base di zinco per surfisti Surfyogis, che crea una barriera fisica contro i raggi ultravioletti e che è ecocompatibile con la barriera corallina e biodegradabile (ed è confezionata nel metallo riciclabile). Oppure lo stick per viso e zone sensibili 50+ di Aloha Care, la cui formula è priva di filtri chimici e nanoparticelle ed è sicura per la vita acquatica, oltre che essere confezionata in un tubetto di carta riciclabile.
Monitorare la propria fertilità è utile sia per evitare una gravidanza indesiderata, sia quando si è in cerca di un bebè. In generale, conoscersi e conoscere il proprio ciclo mestruale è una buona pratica: attraverso l'ascolto e l'osservazione del proprio corpo si prevengono fastidi, si tiene monitorata la propria salute e ci si conosce meglio, vivendo anche la sessualità in maniera più serena e consapevole.
Una delle prime cose da conoscere? I giorni fertili. Ecco quindi come sapere quali siano i giorni del ciclo più fertili e adatti al concepimento, ovvero quelli in cui (teoricamente) avviene l'ovulazione.
L'ovulazione, innanzitutto: l'ovulazione è l'espulsione da parte di una delle ovaie dell'ovocita (la cellula uovo, detta anche ovulo). Quest'ovulo, che ha raggiunto la sua maturazione grazie agli ormoni femminili (estrogeni) esce quindi dall'ovaio e si immette nella tuba di Falloppio. È qui, lungo questo tragitto, che l'ovocita potrà essere fecondato dagli eventuali spermatozoi e dando avvio al concepimento di un bambino o di una bambina.
L'ovulazione avviene proprio a metà ciclo, 14 giorni dopo l'ultima mestruazione e 14 giorni prima della successiva. I giorni più fertili sono quindi quelli a metà del ciclo mestruale, da un giorno prima dell'ovulazione a quattro giorni dopo circa. Anche se l'ovulazione dura solo 24 ore, infatti, gli spermatozoi possono vivere fino a 72-96 ore all'interno dell'utero e di conseguenza la finestra si apre leggermente.
Se il ciclo è irregolare, purtroppo, sarà difficile capire e calcolare quando avviene l'ovulazione. Più che al calendario, quindi, ci si può affidare all'ascolto del prorpio corpo. Il muco vaginale, infatti, si fa più fertile, ovvero più abbondante e denso. Toccandolo e prendendolo tra due dita, produrrà filamenti lunghi. Può capitare, poi, che il seno cominci a dolere, facendo male fino alla mestruazione successiva.
Per quanto riguarda i giorni, invece, l'unico tentativo può essere quello di monitorare i cicli precedenti: quanto sono durati? L'ovulazione avviene sempre 14 giorni prima del mestruo, e di conseguenza puoi fare una stima. Ad esempio, se i cicli ti durano in media 40 giorni, l'ovulazione potrebbe avvenire intorno al ventiseiesimo giorno dopo che ti sono venute le mestriazioni l'ultima volta.
Un altro metodo è quello di tenere sotto controllo la prorpia temperatura basale (con un termometro si misura la "febbre" ogni giorno: i gradi aumentano leggermente quando avviene l'ovulazione) oppure affidarsi ad alcune App per il monitoraggio del ciclo mestruale.
Infine, esistono dei test d'ovulazione: sono simili a quelli di gravidanza, ma invece di indicare se è in corso una gestazione, dicono se l'ovulazione è avvenuta o meno.
Bollire rientra tra i metodi di cottura più tradizionali, e non solo quando parliamo di bollito (ovvero della carne cotta in acqua bollente, tipica in molte zone d’Italia). Bollire le verdure e altri cibi in acqua bollente (ovvero attorno ai 100 gradi centigradi) è un modo di cuocere tra i più sani, che permette di utilizzare meno grassi, di rendere più digeribili gli alimenti e di conservare più a lungo i cibi.
Ecco quindi tutti i vantaggi e i benefici della bollitura, insieme agli svantaggi e ai contro.
Probabilmente, tutti sanno come bollire la carne. Ma sapete qual è la differenza tra carne bollita e carne lessa? La carne bollita la si prepara cuocendo il pezzo di carne in acqua bollente, quando l’acqua è già calda, mentre la carne a lesso la si ottiene immergendo il pezzo quando l’acqua è ancora fredda, e quindi a inizio cottura.
Il tempo di cottura varierà a seconda del taglio, del tipo di carne e della ricetta.
Anche le verdure possono essere cotte tramite bollitura: basta immergerle in acqua bollente e lasciare che il calore le cuocia e le ammorbidisca.
L’acqua che bolle può essere usata tuttavia anche solo per sbollentare le verdure (sia surgelate, sia fresche), per ammorbidirle solo un attimo prima di procedere con la cottura prevista.
Quando lessiamo un alimento, questo, nel momento in cui viene immerso nell’acqua fredda, rilascia nell’acqua il sapore e i nutrienti. Ecco perché la carne o le verdure risultano più saporite, così come il brodo che si ottiene.
Bollire quando l’acqua è già a 100 gradi, invece, permette di mantenere maggiormente le sostanze nutritive.
Bollire i cibi è ritenuto benefico per diversi motivi, e su tutti per la leggerezza della cottura, che non prevede burro né olio e che risulta quindi meno grassa. Anche il sale può essere ridotto, grazie allo scambio di sapore tra i cibi e l’acqua di cottura. Bollire gli alimenti li rende, inoltre, più digeribili (soprattutto nel caso di amidi e proteine, come quando cuociamo la pasta o le patate).
Vengono, inoltre, uccisi tutti i microorganismi che potrebbero trovarsi nel cibo, che diventa quindi molto più sicuro (pensiamo alle verdure in gravidanza).
La bollitura aumenta, infine, la biodisponibilità di ferro e di carotenoidi.
A causa della temperatura così alta, soprattutto nel caso dei cibi vegetali le vitamine (soprattutto quelle idrosolubili come la C e quelle del gruppo B) si dissolvono e si dispendono. Lo stesso vale per certi composti e certi nutrienti (come antocianine e glucosinolati), che si riducono di moltissimo durante la bollitura.
Avete mai provato gli agrumi in un primo piatto? Questo cous cous è davvero intrigante: abbina i sapori della cucina mediterranea in maniera perfetta, per un piatto leggero e fresco che possiamo anche mangiare il giorno dopo (una perfetta schiscetta, insomma!).
Se amate i primi piatti che non appesantiscono ma che inebriano con il loro profumo e il loro sapore, questo cous cous agli agrumi fa decisamente per voi.