Hai mai pensato di farcire un panino con delle fragole? O di aromatizzarci l'acqua? Questi succosi frutti rossi che sono di stagione in tarda primavera ed estate sono così deliziosi e versatili che è un peccato limitarsi a mangiarli nella macedonia o nei frullati.
Ecco 6 modi per gustare le fragole in maniera diversa dal solito, per rendere ancora più appetitosa la frutta (e facendo così scorta di vitamine e sali minerali).
Per colazione o merenda questo panino dolce è stratosferico, e si prepara in un istante.
Dopo aver tostato una fetta di pane integrale, spalmiamoci sopra della crema di cioccolata o di nocciole, quindi tagliamo a fette le fragole e sistemiamole sopra la crema. L'abbinamento fragole e cioccolato è da sempre tra i più raffinati: il motivo è uno, e cioè la delizia.
Solitamente il plum cake è fatto con lo yogurt o con le carote. In questo caso, puoi preparare un plum cake alle fragole seguendo questa semplice ricetta. La torta durerà poi qualche giorno e sarà perfetta per una colazione sana e homemade.
L'acqua aromatizzata la si può preparare con la frutta e le erbe aromatiche di stagione (come la menta e i frutti rossi in estate). Quando hai a disposizione le fragole, lasciale macerare nell'acqua frizzante o naturale con del succo di limone e delle foglie di menta. Dopo un paio d'ore l'acqua sarà pronta, gustosa e rinfrescante.
I bagel non sono solo salati, ma anche dolci: basta farcirli con la marmellata, la cioccolata... O le fragole. Per esempio, l'abbinamento fragole+crema di formaggio spalmabile+miele è davvero una bomba, ideale per uno spuntino zuccherino dolce ed energetico.
In estate e quando sono di stagione, possiamo approfittarne per dare una sferzata al gusto dello yogurt della mattina: invece di acquistare i cereali mixati con la frutta essiccata, possiamo prendere quelli base e tagliare nello yogurt la frutta fresca.
Anche i ristoranti più chic ormai lo propongono: il risotto con i frutti rossi e le fragole è delizioso. Basta preparare il classico risotto con il brodo di verdure e aggiungere le fragole pulite e tagliate a pezzetti verso la fine della cottura. Doneranno un tocco acidulo al piatto, rendendolo più intrigante.
Dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale italiana, che dichiarando illegittima e disparitaria la norma che prevede l'automatica assegnazione del cognome paterno quando un figlio viene riconosciuto ha stabilito anche che d'ora in poi il cognome automatico dovrebbe prevedere entrambi i cognomi dei genitori, secondo l'ordine deciso dalla coppia, sono molte le famiglie che stanno pensando di aggiungere retroattivamente il cognome della mamma.
Anche se la legge arriverà in seguito (la sentenza non è ancora normativamente attiva), le mamme, i papà e i figli (sì, anche loro, anche se sono già grandi e adulti!) che vogliano aggiungere il cognome materno possono già farlo. E la procedura non è così complicata come si sarebbe portati a pensare!
Insomma: anche chi è nato prima del 2022, quando non era possibile scegliere il cognome, può farlo retroattivamente.
Come prevedibile, aggiungere il cognome materno è possibile semplicemente facendo una richiesta alla prefettura territoriale. Non servono intermediari come per esempio degli avvocati o delle avvocate, ma basta seguire la procedura indicata sulla sezione "Cambio nome e cognome" della propria prefettura, consultabile a questo sito.
A seconda di chi si trovi a fare una richiesta (una persona maggiorenne o un genitore per un minorenne o un minorenne adotatto), i moduli saranno diversi, ma tendenzialmente ci sarà da pagare una marca da bollo di 16 euro e da compilare dei moduli che andranno poi firmati e inviati al prefetto tramite servizio postale.
Lo stesso procedimento vale nel caso del cambio di cognome per passare da quello paterno a quello esclusivamente materno, e quindi non solo per l'aggiunta del doppio cognome.
Quando il prefetto accoglie la richiesta, andando concretamente a modificare il nome aggiungendo o sostituendo il cognome, sarà necessario comunicare la variazione all'ufficio dello Stato Civile, rifacendo poi anche tutti i documenti, a partire dalla Carta d'Identità, dalla patente, dal passaporto e dal codice fiscale.
Anche i contratti attivi (quelli con la banca, i servizi di telefonia, le assicurazioni, i contratti di lavoro...) andranno aggiornati con il nuovo nome, e ad essere informata dovrà essere anche la scuola (nel caso di minorenni e/o studenti e studentesse), così come l'ASL territoriale.
Sembra faticoso? È vero, lo è. Ma non è giusto lasciarsi scoraggiare dalla burocrazia. Se oggi la Corte Costituzionale ha sancito che il cognome materno ha la stessa importanza di quello paterno, è giusto che anche chi è nato prima del 2022 possa - se lo desidera - riconoscere la parità familiare aggiungendo il cognome della propria madre.
Qualsiasi insegnante di lingua spiega il vero segreto dell’apprendimento di un idioma straniero: guardare dei contenuti multimediali in lingua originale, per allenare l’orecchio e per padroneggiare con maggiore velocità questa competenza. Naturalmente, quando questa regola viene applicata ai bambini, la resa è massima. Questo perché i bimbi hanno un cervello molto più reattivo, che apprende a una velocità maggiore rispetto agli adulti. Vediamo dunque di approfondire questo tema.
Per prima cosa, si parte con un elenco dei vantaggi appartenenti alla visione di un film in lingua originale, soprattutto se si parla di bimbi e di apprendimento. Innanzitutto, l’inglese parlato è molto diverso da quello meramente accademico, pertanto abituare il proprio ascolto alle diverse varianti e alla pronuncia corretta delle parole è un modo efficace per allenare il cervello a riconoscerle e, successivamente, a saperle utilizzare. Naturalmente conviene sempre preferire i contenuti con audio parlato da madrelingua, per apprendere tutte le sfumature dell’idioma.
In secondo luogo, è bene che questa attività sia costante e ripetuta nel tempo: un solo film ovviamente non è sufficiente per padroneggiare una lingua, di conseguenza la capacità di listening deve essere allenata al pari di un muscolo, con esercizi dopo esercizi e senza mancare neanche una seduta di allenamento. Dove guardare questi contenuti? Oggi ci sono svariate opzioni da prendere in considerazione.
Si comincia chiaramente con le piattaforme di streaming come Netflix e Amazon Prime Video, che permettono di impostare la lingua originale con tanto di sottotitoli, fondamentali per migliorare la comprensione dell’inglese parlato. Da non sottovalutare le piattaforme di streaming gratuite come Youtube, anch’essa ricca di titoli adatti anche ai piccini.
Ci sono tantissime opzioni che i bimbi possono utilizzare per ottenere due risultati: passare del tempo insieme alla propria famiglia, e imparare l’inglese grazie ai contenuti in lingua originale. Prima di tutto, però, è importante abbonarsi a piattaforme come Netflix o Disney Plus, e dotarsi di una connessione ad internet illimitato per la propria casa, così da avere la garanzia della presenza di uno streaming stabile e senza interruzioni. In quel caso, infatti, la comprensione dell’inglese parlato risulterebbe molto più difficile.
Per quanto concerne i contenuti da gustarsi tutti insieme in famiglia, rigorosamente in lingua originale, ecco il film di animazione Coco, utile anche per apprendere parte della cultura messicana. Si prosegue questa lista citando altre opzioni come, ad esempio, la saga di Harry Potter: una soluzione eccellente per intrattenere tutta la famiglia, e per permettere ai bambini di apprendere l’inglese divertendosi.
Non si finisce qui, dato che è obbligatorio citare anche un cartone animato come Alla Ricerca di Nemo, insieme ad un altro amatissimo cartone come Peppa Pig per i giovanissimi. Se invece si desidera andare sul classico, ecco un film evergreen come Mary Poppins.
L'ulitma in ordine di tempo è stata Federica Pellegrini: è bastata una mezza giornata al mare in costume per fare partire la speculazione. "Il pancino sospetto: è incinta?", dicevano i titoli di alcuni giornali. Ma pensiamoci: ogni settimana ce n'è una nuova.
Siamo negli anni Venti del nuovo Millennio, eppure siamo ancora qua, a puntare l'obiettivo dei paparazzi sulle pance delle star. E (inevitabilmente e forse inconsciamente) a puntare gli occhi sulle donne attorno a noi.
Insinuare che una celebrity sia incinta sembra innocuo. Sembra una curiosità tenera, dolce. Ma non lo è per niente. Si tratta di una curiosità in realtà morbosa e invadente, e soprattutto di una pratica che lede la libertà individuale. Un po' come gli hate speech e i commenti da parte degli hater, si pensa che i VIP non vengano scalfiti da certe considerazioni, ma sono esseri umani. E la pressione riguardo a una gravidanza può fare davvero molto male. Per tanti motivi.
Una persona, per esempio, potrebbe non volere figli.
Un'altra potrebbe volerli moltissimo e non riuscirci, vivendo momenti di sconforto davvero profondi.
Un'altra ancora potrebbe essere davvero in attesa, ma chi lo sa se sia un'attesa serena? Chi lo sa se la gravidanza non sia a rischio? Chi lo sa se quel bambino sia voluto o meno?
Insomma: evitare di speculare è una forma di rispetto. E non farlo sarebbe benefico anche per la società. Queste speculazioni sulle gravidanze VIP, infatti, non fanno che perpetuare stereotipi e concezioni vecchie, pericolose e poco rispettose. Come quella che una donna sia davvero donna solo se mamma. Che avere un figlio sia il fine ultimo di ogni coppia. Che allargare la famiglia sia necessario per la felicità.
Non sono quindi solo i "toto pancino" ad essere deleteri.
Hailey Bieber da quando ha sposato Justin non può stare in pace nemmeno per un attimo che i rotocalchi si chiedono perché non sia ancora incinta. Esatto: ancora. Come se fosse obbligatorio per una donna eterosessuale sposata dover figliare non solo appena le viene messo un anello al dito, ma in generale. Perché la scelta di non avere figli non è nemmeno contemplata. Pensiamo a Jennifer Aniston: ha fatto capire in tutti i modi che non sopporta le domande e le insinuazioni sulla sua maternità o la sua non maternità: la fanno sentire come se fosse "meno donna" solo perché non è diventata madre.
Tutto questo si somma alla normale pressione della società, una società in cui la parità di genere non è ancora lontanamente raggiunta e nella quale si fatica a dare i giusti spazi e i legittimi diritti alle donne. La maternità, infatti, dovrebbe essere una scelta consapevole, e non un obbligo dettato dalle aspettative esterne.
Ah, e non dimentichiamo i risvolti estetici: perché, di grazia, una pancia un filino meno piatta dovrebbe per forza significare gravidanza? Un altro macigno che pesa sui pensieri delle donne di tutto il mondo occidentale, che ancora, a quanto pare, si arrocca sulla convinzione che "magro" sia sinonimo di "normale" e "bello".
Irrequietezza, pianti, stravolgimenti nella routine della nanna... Ad un certo punto, sono molti i genitori che si accorgono di questo cambiamento improvviso nel proprio neonato. Le cause naturalmente possono essere diverse, ma quando si tratta di neonati e lattanti dai 3 mesi circa in su, le probabilità che si tratti di uno scatto di crescita sono elevate.
Sì: i bambini crescono molto velocemente e questo può provocare sensazioni nuove che li scombussolano.
Ecco dunque come riconoscere gli scatti di crescita per gestirli e per affrontarli al meglio, e la loro correlazione con l'allattamento.
Gli scatti di crescita sono esattamente ciò che suggerisce il nome, ovvero accelerazioni in termini di crescita che avvengono solitamente durante il primo anno di età dei bambini e delle bambine. Non hanno, purtroppo, una durata definita: a volte persistono per un paio di settimane, altre volte passano nel giro di due giorni.
L'impressione che i genitori potrebbero avere, è di non sapere più come gestire il bebè, non sapendo come rispondere alla sua irrequietezza che apparentemente non ha un senso preciso e immediatamente riconoscibile.
Durnate gli scatti di crescita, alcuni bebè potrebbero richiedere più latte del solito, sconvolgendo la routine delle mamme che allattano al seno e dei genitori che allattano artificialmente. Sono però soprattutto le madri che allattano a provare la tensione maggiore: spesso non riconoscono lo scatto di crescita, si scoraggiano, temono di non avere abbastanza latte, si innervosiscono e abbandonano l'allattamento (soprattutto quando lo scatto dura a lungo, più di qualche giorno). In questo caso, il supporto del pediatra o della pediatra o di una figura professionale è essenziale.
Come spiegano i pediatri di Uppa, in generale durante lo scatto di crescita è bene assecondare la richiesta di latte del neonato, sia al seno sia in formula (aumentando per i giorni dello scatto la quantità solita e tornando poi alle solite abitudini quando il bebè si calma e rallenta la frequenza delle poppate). Per capire che si tratta di richiesta di latte dettata dallo scatto di crescita e non di mancanza di latte, basta fare attenzione al pannolino: se la pupù è regolare, liquida e giallastra, e se le urine continuano ad essere piuttosto trasparenti, c'è da stare tranquilli.
Tendenzialmente, gli scatti di crescita avvengono con alta frequenza durante il primo anno di vita, a partire dalle prime settimane e arrivando ai 12 mesi, ma continuano anche durante l'infanzia e l'adolescenza. Le sensazioni sono quelle di irrequietezza, dolori sparsi, stanchezza, aumento inspiegabile della fame e sonnolenza.
Se, tuttavia, per i neonati e i lattanti gli scatti di crescita sono regolari (avvengono più o meno a 3 settimane, 6 settimane, 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi di vita), via via che i bimbi e le bimbe crescono questi scatti si fanno meno frequenti nel tempo, fino a scomparire con lo sviluppo.
Non c'è una regola precisa, ma la presenza della mamma e del papà è essenziale: i bambini e le bambine durante gli scatti di crescita hanno bisogno di rassicurazione, di presenza, di contatto... Lasciare che dormano insieme nel lettone è quindi conigliatissimo, così come l'utilizzo di marsupi e fasce per portare i bebè.
Anche assecondare la fame e i ritmi del sonno e della fatica è essenziale, per ascoltare il corpo e aiutarlo durante il cambiamento che sta affrontando.
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Breve, intenso e benefico: il pisolino non è per pigroni. È per genitori, lavoratori e persone che vogliono migliorare la propria memoria e la propria giornata. Concedendosi di fatto un attimo di relax che porta con sé notevoli benefici in termini di performance.
Ma il riposino non dev'essere un riposino qualsiasi. Deve essere quel Power Nap studiato dai ricercatori della Sarlaand University, in Germania, ovvero un momento dedicato al sonno che può davvero ricaricare le batterie in maniera super efficiente. Ed essendo breve e intenso, ce lo si può concedere anche nel caso ci si stia occupando di un neonato.
Alla Saarland University, i ricercatori e le ricercatrici hanno provato a misurare gli effettivi benefici dei pisolini durante il giorno, per capire se questi siano davvero un boost per l'energia. Prima di tutto, i risultati hanno mostrato loro come i riposini straregici migliorino le prestazioni mnemoniche: la performance della memoria, infatti, migliorerebbero di cinque volte. "Anche un breve ciclo di sonno di circa tre quarti d'ora migliora di cinque volte la capacità di recuperare informazioni dalla memoria", dichiarano infatti gli studiosi e studiose.
La ricerca, peraltro, non si basa solo sull'osservazione della memoria dei partecipanti, ma dall'analisi dell'attività cerebrale tramite un EEG. L'ippocampo, in particolare, è stato esaminato a fondo, in quanto protagonista del trasferimento delle informazioni nel cassetto della memoria a lungo termine. "Abbiamo osservato in particolare un tipo di attività cerebrale, la "sleep splinder", che gioca un ruolo importante nel consolidamento della memoria durante il sonno". Si tratta di rapide oscillazioni dell'elettroencefalogramma che appaiono appunto durante il sonno e i riposini. Maggiore è il numero di sleep splinder che appaiono sull'EEG, più solida è la memoria delle informazioni processate.
Alla fine, in base all'osservazione dell'EEG e alle risposte mnemoniche dei partecipanti, lo studio ha concluso che un breve sonnellino in ufficio, a scuola o a casa implementa significamente la memoria e le informazioni ricordate.
Il Power Nap per essere un Power Nap che si rispetti (e che funzioni) deve essere piuttosto breve (tra i 45 e i 60 minuti al massimo, ma c'è anche chi riesce ad addormentarsi profondamente e risvegliarsi in 20 minuti).
Per essere efficace, gli studiosi consigliano di farlo - per sfruttare i benefici mnemonici e di performance - subito dopo un intenso periodo di concentrazione: un breve e rilassante sonnellino può aiutare moltissimo a cementificare quanto svolto.
Quando ci si prende cura di un neonato, il sonno può spesso scarseggiare, perché i ritmi si sconvolgono notevolmente, seguendo quelli del lattante. Le mamme e i papà, quindi, si ritrovano in situazioni poco piacevoli di privazione del sonno, che tuttavia possono essere attenuate proprio con un power nap. Non è semplice, è vero, ma provare a dormire per almeno 30 minuti mentre il bebè sta facendo uno dei suoi pisolini diurni è un'ottima idea. Al di là della memoria, infatti, il power nap rilassa molto il corpo e la mente permettendo loro di ricaricarsi. Dormire abbassa infatti anche i livelli di stress, fisico e mentale.
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È vero, è molto calorico. Ma non serve mangiarne in quantità enormi! E nemmeno rinunciarvi. Il burro d'arachidi, in realtà, se non è zuccherato è energico, sì, ma anche ricco di nutrienti, come le proteine e l'acido oleico. Possiamo quindi prepararlo in casa con un solo ingrediente (esatto! Le arachidi, buonissime anche nei biscotti), proprio come il burro di mandorle, senza aggiungere né sale né zucchero, e spalmare poi il nostro burro di arachidi fatto in casa su una fetta di pane integrale abbrustolito a colazione o a merenda, senza esagerare.
Ecco dunque la ricetta del buonissimo burro d'arachidi fai da te, da preparare semplicemente frullando delle arachidi.
"Bubuuuu, sette-te", "Cuu-cuu", "Di' bene maaaammm-mmma": quando ci mettiamo a fare le vocine con i bambini sembriamo scemi? Sì, ma anche molto teneri! E la buona notizia è che questo atteggiamento è decisamente educativo.
Sapete perché ci viene istintivo parlare lentamente, con una vocina acuta e facendo quasi il verso ai bebè? Perché in questo modo imparano meglio a comunicare e pronunciare le parole.
Uno studio condotto presso l'Università della Florida e pubblicato qui dimostra come a quanto pare parlare ai propri bebè facendo le vocine sia propedeutico all'apprendimento del linguaggio. In altre parole: pronunciare le paroline storpiandole e usando un tono acuto e carino non è solo simpatico, ma anche educativo.
Spesso gli adulti parlano ai bambini istintivamente in questa maniera, rallentando la proncuncia ed esagerandola ad esempio, perché sono convinti che piaccia ai bebè. In effetti è così: li coinvolge maggiormente. Ma i benefici non si limitano all'attenzione, perché secondo i ricercatori parlare in questa maniera favorirebbe anche l'apprendimento delle parole e la formazione di discorsi propri.
Il motivo è semplice: rallentando e massimizzando la pronuncia (come accade con "le vocine") i bambini e le bambine riescono ad afferrare meglio le sillabe e i tratti più brevi del discorso, permettendo loro di ragionare su come questi suoni possano uscire dalla loro bocca. Ascoltando parole più brevi e semplici (suoni limitati), ai bambini viene più voglia di provare da sé la pronuncia.
Lo studio riporta che i bambini presi in considerazione, infanti tra i 4 e i 6 mesi di vita, tentano di pronunciare suoni (vocali) che abbiano qualcosa di infantile nelle vocali, piuttosto che imitare i suoni di una voce più adulta, suggerendo quindi la presenza di una speciale "banca mnemonica" riguardante proprio la produzione di nuovi suoni durante l'infanzia.
Questo modo di parlare da parte degli aduli, quindi, "sembra stimolare la produzione motoria del parlato, e non solo la percezione di esso": a dirlo è il dottor Matthew Masapollo, del Department of Speech, Language and Hearing Sciences dell'Università in cui si è svolta la ricerca. "Non si tratta di meri gu-gu e ga-ga. (...) (Quando lo facciamo) stiamo tentando di coinvolgere i bambini mostrando loro qualcosa riguardo alla produzione fisica delle parole, spingendoli a provare con la loro voce".
Se ne parla sempre, ma quanti sanno cosa sia davvero l'ossitocina? Si dice che sia l'ormone della felicità, della fedeltà maschile, e che sia l'elemento fondamentale per il bonding, che sia essenziale per dimenticare i dolori del parto, che addirittura favorisca la fedeltà tra partner, che amplifichi il senso di protezione nei confronti dei figli... Effettivamente, tutto questo è vero. Perché l'ossitocina è potentissima, e qui ti spieghiamo il motivo.
Ecco tutto ciò che c'è da sapere sull'ossitocina e sul suo ruolo in gravidanza e per la maternità e la paternità, partendo dalla spiegazione scientifica su cosa sia questo ormone.
L'ossitocina è un ormone e un neurotrasmettitore che agisce da messaggero, portando messaggi e impulsi da una cellula all'altra. Chimicamente, favorisce il passaggio di segnali tra i neuroni e le cellule nervose. Viene prodotta dall'ipotalamo, una parte del nostro cervello, e viene immessa nel sangue attraverso il lobo posteriore della ghiandola pituaria.
Tra i messaggi e le funzioni specifiche che l'ossitocina favorisce ci sono esattamente quelle di legame e di fiducia nei confronti degli altri. Ecco perché il sistema recettivo dell'ossitocina gioca un ruolo fondamentale durante il travaglio e l'allattamento, e in generale sul comportamento umano e sociale.
L'ossitocina è un ormone essenziale poiché facilita il travaglio, l'allattamento e il legame che si crea sin dai primi istanti tra madre e figlio. Ma come? A livello fisico, prima di tutto questo ormone stimola la contrazione dei muscoli uterini, azione fondamentale per il parto naturale. Questo accade proprio quando il bambino è pronto: lanciando il segnale di "via libera al travaglio", fa sì che il corpo rilasci l'ossitocina che facilita le contrazioni.
Allo stesso tempo, non facilita solo il travaglio, ma lo rende meno faticoso e meno doloroso, abbassando anche i livelli di stress e ansia sia della partoriente, sia del nascituro intento a discendere il canale vaginale.
Appena il bebè è nato, il corpo della mamma continua a produrre ossitocina, che insieme alla prolattina è necessaria per l'allattamento al seno. Insieme, ossitocina e prolattina favoriscono il flusso del colostro, il primo "latte". Si tratta peraltro di un circolo virtuoso: l'ossitocina favorisce l'allattamento, e allo stesso tempo la poppata stimola i capezzoli, che favoriscono la produzione di ossitocina, rilassando allo stesso tempo la madre.
Succhiare i capezzoli, infatti, è tra i primi stimoli per la produzione di questo ormone. Anche solo annusare, guardare e toccare il bambino può tuttavia aiutare: si tratta di gesti sensoriali molto potenti a livello fisico.
L'ossitocina, insomma, resta in circolo e continua a venire prodotta anche nei giorni successivi al parto. Ecco perchè alcune gestanti potrebbero avvertire delle contrazioni dell'utero nel periodo che segue la nascita.
In generale, l'ossitocina è un ormone che favorisce le relazioni umane e sociali, dal momento che ha conseguenze dirette sulle emozioni e sensazioni. Anche nelle relazioni amorose: il tocco della persona amata, soprattutto nelle persone di sesso femminile ha un effetto diretto sui livelli di ossitocina, ed è per questo che viene chiamato "ormone dell'amore" o "della felicità". Alcune ricerche l'hanno dimostrato: le donne che si trovano in relazioni amorose soddisfacenti (e quindi serene) presentano più alti livelli di ossitocina rispetto a chi, invece, non è in una relazione.
Li si può usare per condire la pasta, così, senza nient'altro; sulle bruschette, per un sapore speciale e diverso dal solito; per guarnire i piatti più diversi... I pomodorini confit sono davvero molto semplici da preparare e diventano un ingrediente base perfetto per molte altre ricette. Si possono infatti conservare per qualche giorno in un contenitore ermetico, immersi nel loro sughetto, e utilizzare all'occorrenza.
La ricetta dei pomodorini confit è semplice e veloce, e ti basterà scaldare il forno e lasciare che cuociano con dolcezza. Ecco la nostra, che abbiamo sperimentato per voi e che abbiamo promosso a pieni voti!