Durante la gravidanza, il corpo subisce molte trasformazioni. Sapere a cosa si andrà incontro però può aiutare a prepararsi.
Con il cambiamento del corpo, cambia anche la pelle. Potreste notare mutamenti nella pigmentazione e acne temporanea. Ad esempio, ci si può ritrovare con diversi brufoli sulla schiena, una condizione sulla quale è bene informarsi, ma che è del tutto normale in questo periodo.
Alcune donne, inoltre, sperimentano il cosiddetto melasma (noto anche come "maschera della gravidanza"). Il melasma provoca macchie brunastre sul labbro superiore e sulle guance, spesso dovute all'esposizione al sole o alle fluttuazioni ormonali. In alcuni casi può essere permanente se non viene trattato adeguatamente, ma di solito svanisce entro sei mesi dal parto.
Anche il mal di schiena è molto comune in questo periodo. Il peso del bambino che preme sulla colonna vertebrale, infatti, rende più difficile stare in piedi. Per curare questo disturbo, fate degli esercizi per rafforzare i muscoli dell'addome e della parte bassa della schiena. Un buon modo per farlo è seguire un corso di yoga, ma è anche possibile fare specifici esercizi in casa. Alcuni di questi aiutano ad assicurarsi che qualsiasi rigidità dovuta al sonno sia passata prima di alzarsi dal letto, in modo da evitare la pressione aggiuntiva del sedersi subito dopo il risveglio.
Gli ormoni responsabili della gravidanza, in particolare il progesterone e gli estrogeni, possono rilassare la valvola tra l'esofago superiore e lo stomaco. Di conseguenza, il reflusso acido può diventare più frequente. Se si avverte bruciore di stomaco, si può provare a dormire con un cuscino dietro alla schiena per non stare completamente distese, oppure a mantenere una posizione eretta dopo aver mangiato, per evitare che il cibo risalga.
Alcune donne sviluppano il bruciore di stomaco anche a causa dell'aumento di peso e dei cambiamenti nella dieta o nello stile di vita. L'aumento di peso durante la gravidanza esercita una pressione sull'addome e rallenta la digestione, entrambi fattori che possono causare problemi. Ricordate che anche mangiare pasti abbondanti può contribuire al gonfiore: se questo è il vostro caso, provate a mangiare pasti più piccoli durante la giornata, prestando sempre attenzione agli alimenti più idonei.
La gravidanza è un periodo di crescita, sia per il bambino che per la madre. Il vostro corpo cambierà, ma si tratta di alterazioni passeggere: nonostante possa sembrare di dover fronteggiare questa nuova quotidianità per sempre, in realtà una volta partorito tutto tornerà alla normalità. Questi cambiamenti sono notevoli e bellissimi, ma possono anche essere spaventosi e sconvolgenti. Ricordate che non c'è un modo giusto o sbagliato di sentirsi: potete sentirvi come volete! Dovete solo ascoltare il vostro corpo e rispettare le sue esigenze.
Costose, costosissime! È proprio vero. Ma valgono tutti i soldi del mondo! Le ciliegie sono il frutto dell'estate, e anche se durano poco (la stagionalità è davvero breve) puoi conservarle tutto l'anno mettendole sotto sciroppo in contenitori ben sterilizzati.
Per farlo, lava bene i barattoli di vetro e i coperchi e mettili a bollire per mezz'ora in una pentola colma d'acqua, avendo cura che il liquido stia anche all'interno dei barattoli. Dopodiché, lasciali scocciolare a testa in giù su uno strofinaccio pulito (senza passarli con il panno). In ogni caso, la sterilizzazione deve essere corretta e precisa: per sapere come procedere, è bene leggere le linee guida del Ministero della Salute.
Ecco dunque la ricetta delle ciliegie sciroppate e delle amarene sotto sciroppo, per conservare tutto l'anno il frutto rosso dell'estate. Se invece preferisci una ricetta diversa, qui trovi quella della torta estiva di ciliegie.
Sembra un clichè, uno stereotipo, una vecchia convinzione che, come tutte le convinzioni, andrebbe presa con le pinze. E invece è così: gli adolescenti e le adolescenti non ascoltano i genitori. E sì, potremmo dire tranquillamente che si tratta di uno stereotipo reale. Il motivo, infatti, non è solo sociale, ma anche neurologico.
Perché, in pochissime parole, durante l'età dello sviluppo e della crescita, i ragazzi e le ragazze sono "programmati" per ascoltare le voci meno familiari, a discapito di quelle che fino a quel momento hanno fatto parte della loro quotidianità. Il motivo? Eccolo presto spiegato.
Pubblicata sul Journal of Neuroscience, la ricerca che spiega come gli adolescenti ascoltino meno le voci adulte familiari si intitola A Neurodevelopmental Shift in Reward Circuitry from Mother's to Nonfamilial Voices in Adolescence, ovvero Un cambiamento neuroevolutivo nei circuiti della ricompensa dalle voci materne a quelle non familiari nell'adolescenza. Lo studio è stato condotto dai dottori
E la dimostrazione è arrivata: se nei bambini più piccoli è la voce della madre ad attivare certe attività cerebrali, raggiunte la preadolescenza e l'adolescenza i ragazzi rispondono con la stessa attività cerebrale solo quando stimolati da voci diverse da quella della madre, e quindi da voci non familiari. Queste attività, nello specifico, riguardano i circuiti della ricompensa e altri processi uditivi, cognitivi e di valutazione sociale. Quelli, quindi, che fanno dire se un'infomazione sociale sia utile o meno.
In altre parole: se quando i bambini di 7 o 8 anni sentono la voce della madre attivano certe zone del cervello, lo stesso non accade con i ragazzi e le ragazze di 13 anni. Queste zone non si attivano più quando sentono la voce della propria madre, ma quando ascoltano quella di un'altra donna a loro sconosciuta.
La motivazione alla base di questo cambiamento potrebbe essere una preparazione inconscia che gli adolescenti portano avanti nel corso di questo periodo della vita, un tentativo di adattarsi all'età adulta cercando di trovare una propria indipendenza.
Ascoltando voci diverse da quelle familiari e di cura, possono studiare meglio le interazioni con gli altri, capire i punti di vista altrui, uscire dalla propria zona di confort... E allo stesso tempo danno priorità a ciò che hanno voglia di fare e a chi hanno voglia di ascoltare, come i nuovi amici (che spesso si fanno proprio a quest'età, magari anche per questa motivazione neurologica).
Se prima, quindi, davano priorità ai propri genitori, più o meno consapevoli dell'importanza della loro cura, in adolescenza si focalizzano (giustamente) su ciò che sta fuori casa e fuori-famiglia, preparandosi così all'età adulta.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
La risposta in breve? Sì. E non ci si può più scappare.
La siccità delle ultime estati, l'aumento delle temperature, i tremendi fenomeni atmosferici e la pessima qualità dell'aria non possono più essere ignorati. Anche perché hanno conseguenze dirette sulla nostra salute e su quella dei nostri bambini.
Tutto questo è un effetto diretto delle politiche industriali e alimentari degli ultimi due secoli e dell'uso sconsiderato dei combustibili fossili. Ma non solo.
E per quanto le scelte quotidiane di riuso e riciclo siano sostenibili, virtuose e benefiche, l'unica vera scelta che potrebbe cambiare davvero il destino del pianeta è quella relativa all'alimentazione: inquinamento, cambiamento climatico e scelte alimentari sono infatti strettamente collegate, più di quanto si creda, e in effetti la dieta vegetariana e vegana è quella più sostenibile. E ognuno può fare la differenza. Ecco perché.
Le diete vegetariana e vegana sono sempre più diffuse e i motivi che portano a non mangiare più carne o derivati animali sono diversi, a partire da quello relativo alla salute. Come fanno sapere da AIRC, "sempre più forte è la consapevolezza che una dieta basata prevalentemente sul consumo di alimenti vegetali possa favorire la riduzione del rischio di sviluppare patologie croniche, tra cui i tumori".
Accanto a questo, sicuramente tra le prime motivazioni sta quella etica: gli animali destinati alla macellazione o sfruttati per il latte e altri ingredienti di origine animale sono spesso tenuti in condizioni disumane ed eticamente discutibili, e non si vuole contribuire a questa sofferenza.
Infine, il discorso ambientale: i dati che abbiamo oggi a disposizione parlano chiaramente di una forte responsabilità dell'industria alimentare - e in particolare quella degli allevamenti intensivi - nei confronti dell'inquinamento, a causa di diversi fattori come la deforestazione dovuta ai pascoli, alla produzione di gas metano da parte dei capi di bestiame e alla contaminazione delle falde acquifere per colpa dei reflui animali e zootecnici.
I numeri parlano abbastanza chiaro: l'industria alimentare rappresenta una fetta enorme della produzione di gas serra, praticamente un quarto del totale (il 25%). E quasi il 60% dell'inquinamento derivante dall'industria alimentare è dovuto alla produzione di carne, che richiede quantità enormi (ENORMI) di acqua. Non solo: i grandissimi pascoli portano alla deforestazione di ampie aree del pianeta (riducendo così la capacità delle piante di assorbire i gas responsabili del cambiamento climatico come la CO2) e lo stesso bestiame produce immense quantità di metano, altro gas deleterio per la salute della Terra.
C'è, naturalmente, chi pone interrogativi e mette in dubbio l'effettiva efficacia di questa scelta su larga scala, ma anche in questo caso un'attenta analisi fa capire come l'alimentazione veg resti comunque quella più sostenibilmente auspicabile.
Deforestazione dovuta alle monocolture e eccessivo sfruttamento dei terreni per coltivare alimenti come la soia? È vero, potrebbero rappresentare un problema; ma non si raggiungerebbero comunque mai l'inquinamento e lo squilibrio dato dagli allevamenti intensivi. Basta calcolare che la maggior parte delle porzioni di terreno impiegate oggi sono usate per la coltivazione dei foraggi; sono quindi molte di più le aree coltivate per dare da mangiare agli animali che verranno poi macellati (o che vengono sfruttati per il latte, ad esempio) che quelle destinate all'alimentazione umana. E il numero di capi di bestiame che oggi popolano il mondo a fini di macellazione è enorme, decisamente superiore agli 8 miliardi di persone sul pianeta.
Alcuni studi stimano che i polli destinati alla tavola rappresentino il 70% di tutti gli uccelli del pianeta. E non si va molto lontano nemmeno con i mammiferi: il 60% di loro è allevato per essere macellato o sfruttato per il latte.
In soldoni? Si ipotizza, a grandi linee, che nel mondo vengono uccisi a scopo alimentare 170 miliardi di animali ogni anno. 170 miliardi di animali che hanno bisogno di nutrimento per crescere. Un circolo vizioso, questo, facilmente visualizzabile.
A questo punto, è chiaro che la scelta vegetariana e vegana sia la più sostenibile in termini ecologici (e non solo etici, quindi: tutto un discorso a parte può essere fatto riguardo alle condizioni in cui il bestiame viene tenuto).
Ma non dobbiamo pensarla come a una rinuncia: togliere la carne (e i suoi derivati) non significa per forza dover ragionare per sottrazione. Siamo infatti abituati a pensare che essere vegetariani o vegani rappresenti una gabbia in cui mangiare solo insalata e tofu, ma non è così, e grazie ai ristoranti che propongono sempre più piatti variegati e veg, grazie ai social su cui si trovano ricette sfiziose e grazie alla scoperta di nuovi ingredienti naturali, è possibile sbizzarrirsi senza "rinunciare" a nulla!
E chi non riesce proprio a compiere una scelta vegetariana o vegana? Può cominciare diventando flexitariano. Perché il consumo di carne, ad oggi, è davvero insostenibile. Anche perché spesso si pensa che nel proprio piccolo non si consumi molta carne. Ma basta farci caso davvero, provando a tenerne traccia nel corso di una settimana: prosciutto, salumi, pollo, ragù... Non è solo la "classica bistecca". È tutto il resto.
I bambini, sin dai loro primi mesi di vita, sono esposti a moltissimi rischi e la priorità per noi genitori deve sempre essere quella di proteggerli garantendo loro la massima sicurezza non solo fuori casa ma anche all’interno delle mura domestiche. I pericoli sono infatti parecchi ed è per tale motivo che esistono accessori e dispositivi dei quali non possiamo fare a meno. Vediamo insieme quali sono.
Il baby monitor è senza dubbio fondamentale ed è consigliabile acquistarlo ancora prima che il piccolo venga al mondo, in modo da poterlo utilizzare sin dai suoi primi giorni di vita. Grazie a questo dispositivo infatti è possibile controllare il neonato anche se ci si trova in un’altra stanza: percepire eventuali suoi movimenti, rumori, sentire quando piange e via dicendo. Grazie al baby monitor, in sostanza, possiamo allontanarci momentaneamente dal piccolo una volta che lo abbiamo messo in sicurezza nel suo lettino ma tenerlo sempre sotto controllo per poter intervenire non appena ha bisogno di noi. Un baby monitor di qualità si può acquistare anche online, su FarmaOra dove sono presenti moltissimi altri accessori per la sicurezza dei bambini utilissimi per mettere i piccoli al riparo da qualsiasi pericolo.
Un altro accessorio che possiamo considerare davvero indispensabile è il copripresa, da acquistare a partire dai 6 mesi di vita del piccolo. I bimbi infatti sono spesso dei veri e propri esploratori e quando ancora non sono in grado di camminare gattonano in giro per casa mettendo le manine praticamente ovunque. Le prese elettriche rappresentano in molti casi una vera e propria attrazione per i più piccoli, proprio perché si trovano alla loro portata ma costituiscono anche un grandissimo rischio. Per questo è sempre bene applicare dei copriprese, in modo da proteggere i bimbi dal pericolo di prendere la scossa.
Se in casa sono presenti degli spigoli vivi, come ad esempio quelli del tavolino del soggiorno o del tavolo da pranzo, c’è un altro accessorio che risulta davvero utilissimo per proteggere i più piccoli. Si tratta del paraspigoli e nella maggior parte dei casi è realizzato in plastica morbida o silicone. Lo si riesce ad applicare senza grandi problemi, utilizzando l’adesivo, e se il bimbo dovesse urtare un mobile o un tavolino non si farebbe troppo male.
Un ulteriore accessorio che possiamo considerare davvero utile per tutelare i più piccoli è il blocca ante. In commercio se ne trovano di varie tipologie e la sua funzione è quella di impedire ai bambini di aprire mobiletti e porte in autonomia. Come abbiamo accennato, i bimbi sono dei veri esploratori ed è dunque normale che abbiano la tentazione di curiosare all’interno dei cassetti, dei mobili e via dicendo. Potrebbero però farsi del male e trovare qualcosa di pericoloso, dunque è sempre meglio bloccare le ante.
Infine, un accessorio decisamente utile per quanto i bimbi iniziano a muovere i loro primi passi sono le redinelle, ossia le bretelle che permettono alla mamma di sostenerli e controllare i loro movimenti.
Ormai è evidente: negli ultimi anni non solo gli inverni sono meno freddi, ma le estati sono eccessivamente calde. Non si tratta più solo di allarmi (o allarmismi, come li definiva qualcuno) e di avvertimenti: il cambiamento climatico è reale. È qui. E ha conseguenze dirette sulla salute dei bambini.
Al di là della sensibilizzazione sul tema (non possiamo più nasconderci: il nostro stile di vita va cambiato), è bene prendere qualche precauzione. Perché il caldo non è solo fastidioso o deleterio per il pianeta; è anche pericoloso per la salute. E anche se i classici servizi del telegionale alla bisogna assumere molti liquidi e non uscire nelle ore più calde ci fanno sorridere, è meglio prendere sul serio insolazioni e colpi di sole (da non confondere con i colpi di caldo, che sono ancor più devastanti e pericolosi). Soprattutto quando si parla di bambini (e anziani).
Chiamata anche colpo di sole, un'insolazione è la conseguenza dell'esposizione prolungata ai raggi UV e al caldo eccessivo, soprattutto quando questo è particolarmente umido.
Il calore, infatti, aumenta la temperatura interna dell'organismo, mentre i raggi solari, con le loro radiazioni, provocano diversi disturbi come malessere generale, nausea, mal di testa...
Il colpo di sole diviene colpo di calore quando la temperatura interna corporea supera i 40 gradi. In questo caso la gravità della situazione è molto alta e c'è da chiamare i soccorsi.
L'idratazione è la prima, vera medicina preventiva contro le insolazioni, non c'è dubbio. Restare idratati è essenziale, ed è importante assicurarsi di bere molto (anche quando non si è abituati a farlo e quando non si sente lo stimolo). Per essere certi di non restare a corto di liquidi ci sono alcuni accorgimenti e trucchi; per esempio, in estate un'ottima abitudine è quella di insegnare ai bambini a bere sempre una bottiglia di acqua prima di andare a dormire (se non hanno problemi di pipì a letto) e una alla mattina, soprattutto quando la giornata successiva prevede molto tempo passato all'aperto, magari ai centri estivi o una gita di famiglia. Giocando e muovendosi sotto il sole, infatti, i bambini (come gli adulti) perdono moltissimi liquidi, ma partire con "il serbatoio pieno" è già un buon inizio.
Tenere sempre con sé una borraccia è un altro accorgimento: i bambini saranno stimolati dalla sua vista a bere di più. Soprattutto se la borraccia l'hanno scelta loro! Mai sottovalutare il potere dei Me contro Te, dei Paw Patrol o di altri personaggi disegnati sulla borraccia.
Per quanto riguarda l'abbigliamento, meglio scegliere tessuti naturali e traspiranti, e soprattutto chiari.
Infine, meglio scegliere sempre zone con tanta ombra e opportunamente ventilate, in modo da evitare il sole cocente (soprattutto nelle ore più calde nel bel mezzo della giornata).
Purtroppo, anche prendendo le giuste precauzioni il caldo potrebbe comunque colpire. Te ne accorgerai perché i bimbi si mostreranno stanchi, affaticati e nervosi, meno coordinati del solito, anche se più agitati. In questo caso, meglio spostarsi subito all'ombra, bere altra acqua fresca ed eventualmente mangiare un frutto succoso e fresco, oppure un gelato, per abbassare la temperatura interna del corpo idratandolo allo stesso tempo.
Se accanto alla fatica i bambini sentono anche crampi, allora la disidratazione è ancor più forte e in questo caso dell'acqua addizionata con sali minerali non farà che bene (chiedendo consiglio al/alla farmacista).
Infine, se i bambini mostrano anche nausea e vomito, allora l'insolazione è a livelli molto alti. Anche in questo caso sarà necessario abbassare la temperatura corporea idratando l'organismo allo stesso tempo, chiamando il proprio medico e seguendo le sue indicazioni. Idem nel caso di giramenti di testa e svenimenti: chiamare la guardia medica o i soccorsi è necessario, perché in quel caso il colpo di sole è molto grave.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Nei primi mesi di gravidanza, tra i tanti acquisti da programmare per i futuri genitori, il passeggino è sicuramente quello più importante. Una spesa non da poco che richiede, quindi, una attenta valutazione. Sul mercato esistono tantissime tipologie di passeggini e non è semplice fare la scelta giusta. Tanti sono i fattori da tenere in considerazione: budget a disposizione, qualità, tipologia di utilizzo prevista, spostamenti in auto più o meno frequenti, luogo in cui si vive e stile di vita. In generale, il nostro consiglio è di comprare un passeggino leggero per non rendere troppo complicati gli spostamenti di ogni giorno e i viaggi in auto. In questa breve guida, vi presenteremo le principali tipologie di passeggini per bambini presenti sul mercato e le diverse caratteristiche.
Come abbiamo precedentemente accennato, prima di scegliere il passeggino ideale per le proprie esigenze e modalità d'uso, è importante conoscere cosa offre il mercato. Possiamo individuare queste principali tipologie di passeggini:
Un passeggino di qualità accompagnerà il vostro bambino per almeno tre anni. Ecco perché è fondamentale scegliere un passeggino di marca e valutare tutte le caratteristiche imprescindibili che deve avere il modello che andrete ad acquistare.
Partiamo dall'angolo massimo reclinabile. Se si decide di utilizzare il passeggino fin dai primissimi giorni di vita, quando è ancora troppo presto per acquistare un trio, è fondamentale optare per un modello di passeggino con lo schienale rigido completamente reclinabile. Il poggiapiedi che andrà a posizionarsi sotto le ginocchia del bimbo quando sarà cresciuto, deve avere la possibilità di essere rialzato nella parte terminale della seduta. Questo è un aspetto molto importante per il riposo del bambino; infatti, un un poggiapiedi rialzabile fornirà al piccolo uno spazio adeguato e confortevole per la nanna. Passati i primi sei mesi di vita del bambino, si può optare anche per passeggini con schienali reclinabili in diverse posizioni, che non necessariamente devono appiattirsi totalmente. Un sedile rialzabile fino a 90 gradi in posizione verticale, è l'ideale per i bimbi più grandi che solitamente tendono a non appoggiarsi allo schienale.
Due fattori molto importanti da tenere in considerazione quando si deve acquistare il passeggino sono la tipologia di utilizzo che si farà e il luogo in cui si vive. In città, dove è frequente trovarsi di fronte a passaggi obbligatori su stretti marciapiedi, salire sui mezzi pubblici o caricare il passeggino in auto o in ascensore, il peso e le dimensioni sono fondamentali. Ideale è scegliere, quindi, un passeggino leggero e maneggevole che possa essere chiuso con una sola mano e che resti in piedi da solo una volta chiuso. A tal riguardo, esistono due sistemi di chiusura:
Esistono passeggini più grandi di quelli tradizionali, che prevedono tre o quattro ruote. Sono passeggini molto comodi per il bambino, con una seduta molto ampia e hanno ruote grandi e ammortizzate. Solitamente, c'è la possibilità di regolare e orientare la seduta in due modi: nel senso di marcia o contro. Sistema di blocco anteriore della ruota e freno al manubrio fanno sì che questi passeggini siano maneggevoli e pratici da trasportare nonostante le dimensioni e il peso maggiore. L'ingombro è, però, un fattore che potrebbe creare problemi. Infatti, anche smontati questi passeggini sono piuttosto ingombranti. Sono sconsigliati, quindi, per chi non ha un auto con bagagliaio molto grande o deve far entrare il passeggino in ascensore o addirittura per le scale.
Esistono, quindi, pro e contro per ogni tipologia di passeggino. In sintesi, ricapitoliamo quali sono, per capire qual è il passeggino perfetto per voi!
pro:
contro:
- scomodo per passeggiate lunghe su terreni sconnessi
- poco adatto a nanne molto lunghe perché lo schienale non è reclinabile al 100%
pro:
contro:
pro:
contro:
pro:
contro:
Nonostante l'ingombro e il peso, molte mamme hanno scelto il trio in questi anni per i numerosi accessori, per la durata nel tempo e per il suo stile fashion e le tante opzioni di design offerte dal mercato.
Il trio è un sistema componibile compost da 3 strumenti differenti da accoppiare ad un unico telaio.
Come dicevano, uno dei plus del trio è dato dai numerosi accessori (non sempre inclusi) come ad esempio telo pioggia e borsa passeggino.
Il cuore del passeggino trio è il telaio. Questa componente sorregge i vari accessori e le ruote.
Quindi, è al telaio che si agganciano tutte le diverse componenti del trio e gli accessori come la borsa passeggino o lo scomparto portaoggetti.
La navicella, che viene anche chiamata carrozzina è il primo strumento che viene utilizzato sul trio quando il bambino è nei primi mesi di vita.
Un'ottima scelta è quella di acquistare dei trio con navicella già predisposta al trasporto in auto. La navicella è una culletta da passeggio che garantisce il massimo confort durante la nanna ed è in grado di garantire protezione dall'aria e dal freddo quando si è in giro a passeggiare.
La navicella che fa parte dei trio prevede un utilizzo nel periodo che va da 0 a 5 mesi. Questo dipende dal modello di trio e dalla rapidità crescita del bebè.
L'ovetto per auto viene utilizzato per gli spostamenti e può essere estratto comodamente dall'auto senza dover disturbare inutilmente il bambino. Adatto solo per i bambini che hanno un peso compreso tra 0 e 13 Kg.
Quando il bambino inizia a crescere, si utilizza il passeggino del trio. La seduta e la conformazione del passeggino trio sono studiate per permettere al bambino di scoprire e osservare il mondo circostante. I passeggini trio si differenziano, tra le altre cose, per la posizione fissa (fronte mamma o fronte strada) o per la posizione variabile. Il vantaggio della maggior parte dei trio presenti sul mercato è che il genitore può scegliere come orientarlo.
Dopo aver letto la nostra guida, avrete sicuramente le idee più chiare sull'acquisto più importante da fare in vista dell'arrivo di un bebè nella vostra vita!
La piadina da piatto tipicamente romagnolo si è diffusa in tutta Italia ed è amata praticamente da tutti. Anche dai bambini e dalle bambine!
Spesso si parla della piadina come di un piatto pesante e poco sano, ma in realtà bastano pochi accorgimenti per renderla un pasto completo equilibrato, ben bilanciato e più salutare. A partire dall'impasto: invece di scegliere quello classico con lo strutto, basta optare per quello all'olio d'oliva, con farine prive di glutine nel caso di celiachia.
E poi? E poi possiamo rinunciare agli affettati. Ché anche se la piadina tradizionale è quella crudo, squacquerone e rucola, di opzioni vegetariane di piadine senza salumi ce ne sono davvero moltissime.
Ecco quindi una carrellata di idee per piadine senza affettati che non vi faranno rimpiangere, crudo, cotto, speck e salame.
Una piadina gustosa e sostanziosa, con ingredienti salutari e grassi buoni: alle zucchine grigliate unisci la crescenza, spalma la piadina con il patè d'olive e alla fine sbriciola delle noci (l'elemento croccante che rende tutto più godurioso).
Ti è avanzata della Babaganoush? Puoi usarla come crema per la piadina. Spalmala su tutta la superficie, poi cospargi con pomodorini tagliati a pezzetti e completa con un po' di yogurt greco. Se ti piace il piccante, anche una leggera spruzzata di paprika ci starà benissimo!
Hai ai provato ad abbinare l'hummus di ceci ai pomodori freschi? Stanno benissimo insieme e puoi usarli per farcire una piadina senza affettati.
Dopo aver preparato del semplice hummus di barbabietola, mettilo nella piadina. Farcisci poi con noci, olive taggiasche e spinaci.
L'alpigiana è il classico formaggio cremoso che chiamiamo philadelphia, e che è davvero ottimo nelle piadine. Puoi usarlo per una piadina melanzane, formaggio cremoso e rucola, gustosa e fresca.
Se ti piace il basilico, in estate puoi farcire una piadina con zucchine grigliate, crescenza, pinoli e pesto, per un pasto non troppo pesante e molto saporito.
Per chi mangia pesce, tonno e salmone sono una valida alternativa agli affettati. Un'idea per una piadina gustosa? Salsa tonnata, uova sode e rucola. Per preparare la salsa tonnata (che possiamo fare anche vegetariana scegliendo il Vuna o altre preparazioni vegetali al gusto di tonno) basta cuocere un uovo sodo, mettere il tuorlo in un mixer con due cucchiai di tonno sgocciolato, il succo di mezzo limone e qualche cucchiaio di olio evo, frullando il tutto molto bene e regolando di sale e pepe.
Non se ne parla molto. Anzi: se ne parla parecchio, ma sempre in termini piuttosto superficiali. La paura del parto accomuna moltissime donne (e papà-cavalluccio) ed è totalmente normale e sdoganata, ma quando il timore diventa un terrore denso di ansia e di panico, questa paura assume contorni ancora più importanti e prende il nome di tocofobia.
Questa paura profonda del parto spesso colpisce le nullipare (termine tecnico per indicare le persone che non hanno mai partorito e che sono quindi al primo figlio biologico): in questo caso si parla di tocofobia primaria, non dovuta quindi a un'esperienza specifica, ma semplicemente causata dalla non conoscenza di ciò che accadrà. Non avendo mai fatto esperienza del parto e avendo d'altro canto sentito solo storie tremende di dolore (o, ancora, avendo un rapporto difficile con il proprio corpo e il proprio apparato riproduttivo magari a causa di traumi), le nullipare spesso si trovano a immaginare dolori e complicanze, non riuscendo a gestire la paura.
La tocofobia secondaria, invece, colpisce chi ha già partorito, magari subendo un'esperienza negativa, a livello psicologico o a livello fisico. Una seconda o una terza gravidanza possono infatti risvegliare sensazioni traumatiche.
A fare maggiormente paura? Non solo il dolore fisico di cui sempre si parla quando ci si riferisce al parto vaginale, ma anche le possibili complicazioni che possono avvenire in sede di parto. Il tutto sommato ai timori riguardanti il cambiamento sostanziale che la propria vita (probabilmente) subirà una volta nato il bebè.
La tocofobia, come tutte le paure, non è facilmente gestibile per tutte le persone. Ognuno vive l'esperienza con gli strumenti che ha e con l'attitudine che possiede, ma quando la fobia diventa particolarmente debilitante, quando rende le giornate difficili e quando interferisce con la quotidianità e la serenità (importantissima durante la gravidanza) è bene affidarsi a una figura specializzata, come uno psicologo o una psicologa, che possa fornire l'aiuto più efficace per superare la paura.
Di base, la tocofobia può essere superata con una forte consapevolezza sulla natura umana: chi partorisce, possiede visceralmente le capacità di farlo, il suo corpo è pronto, preparato e adatto allo scopo. E soprattutto, accanto a chi partorisce ci sono sempre professionisti e professioniste navigati, lì apposta per supportare, guidare e alleviare il parto.
Infine, un consiglio è quello di non ascoltare i commenti, i clichè e le raccomandazioni non richieste, selezionando solo le informazioni più veritiere e confortanti, senza paura di risultare maleducati.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Negli ultimi anni la salute mentale ha trovato finalmente il giusto ruolo che merita, acquisendo sempre più peso e perdendo l'aura di tabù che le aleggiava attorno. Soprattutto relativamente al benessere dei ragazzi e delle ragazze: anche i più piccoli soffrono di ansia, depressione e stress (oltre che dei disturbi più noti come ADHD o iperattività) e fare luce su questo aspetto è estremamente importante e benefico. Fare finta di niente e chiudere gli occhi è infatti deleterio e controproducente, e può avere conseguenze anche a lungo termine.
Detto ciò, prevenire e curare i disturbi mentali più frequenti, come ansia, stress e depressione, è possibile. Prima di tutto affidandosi a personale esperto, come psicologhe e psicologi, psichiatre e psichiatri e professionisti del settore. E in secondo luogo adottando uno stile di vita e delle abitudini particolarmente consigliate per il benessere mentale, come per esempio le camminate all'aperto e l'attività fisica.
L'attività fisica, in particolare, è davvero molto importante. E ai benefici "classici" si aggiunge in questi giorni un'altra notizia che fa ben sperare: i ragazzi e le ragazze che scelgono di praticare uno sport di squadra, a quanto pare, soffrirebbero meno dei disturbi psicologici e mentali più diffusi, come appunto ansia e stress.
Lo studio che ha scoperto come gli sport di squadra aiutino ad abbassare ansia e depressione è stato pubblicato su Plos One ed è stato condotto presso la California State University. Il campione di ragazzi e ragazze analizzato era particolarmente ampio: 11.235 bambini e adolescenti tra i 9 e i 13 anni.
Lo scopo della ricerca era capire la relazione tra la partecipazione negli sport di squadra e le difficoltà relative alla salute mentale. I risultati hanno parlato abbastanza chiaro.
Rispetto ai ragazzi e alle ragazze che non facevano sport di squadra, quelli impegnati in attività come calcio, rugby, football e pallavolo hanno registrato un 10% in meno di ansia e depressione, un 17% in meno di problemi della sfera sociale e un 12% in meno di problemi relativi all'attenzione e alla concentrazione.
Anche a livello di attitudine e comportamento i benefici dello sport di squadra sono risultati chiari: la partecipazione in team ha significato un 20% in meno di tendenza alla rottura delle regole, e quindi di insubordinazione.
Al contrario, i ragazzi e le ragazze impegnati negli sport individuali hanno registrato un 16% in più di ansia e depressione.
La conclusione a cui studiosi e studiose sono arrivati, quindi, è questa: la partecipazione negli sport di squadra può essere associata a una diminuzione delle difficoltà relative alla salute mentale, mentre gli sport individuali aumentano questi disturbi.
Naturalmente, ogni famiglia e ogni bambino sceglierà lo sport migliore in base all'attitudine, alla passione e alla disponibilità. Ma certamente i ragazzi e le ragazze con difficoltà relazionali, problemi di stress e tendenza all'ansia possono beneficiare degli sport di squadra come il rugby, la pallanuoto, la pallavolo...
Ma quale sport scegliere anche in base all'età? Qui trovate delle regole generiche e qualche consiglio, da calibrare sulle proprie esigenze.
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