Mattel ha annunciato una nuova aggiunta alla linea Barbie Fashionistas: una Barbie non vedente.
Questa bambola cieca nasce per offrire a un numero crescente di bambini la possibilità di giocare con una bambola che li rappresenti e che rappresenti una fascia di popolazione spesso non considerata, arricchendo così le loro storie di gioco con nuovi spunti inclusivi. Questo lancio è il frutto di una collaborazione con l'American Foundation for the Blind (AFB), a conferma dell’impegno del marchio per la rappresentazione e l’accessibilità.
La nuova Barbie non vedente sarà dotata di una serie di caratteristiche pensate per rappresentare accuratamente le persone con cecità o ipovisione. Uno degli accessori principali è il bastone bianco e rosso, completo di una punta in gomma, usato come strumento di orientamento per le persone non vedenti. La bambola avrà inoltre degli occhiali da sole funzionali, pensati non solo come elemento di stile, ma anche per offrire una protezione aggiuntiva a chi è sensibile alla luce.
Un altro aspetto distintivo della Barbie non vedente è l’abbigliamento tattile. Il team di Barbie ha testato l’abito con bambini affetti da cecità e ipovisione, creando un'esperienza tattile coinvolgente grazie all’uso di tessuti differenti. La bambola indossa una camicetta rosa satinata abbinata a una gonna a balze con texture, ideata per stimolare il senso del tatto. Gli accessori sono stati progettati per essere facilmente rimovibili e il packaging stesso sarà accessibile, con l’etichetta "Barbie" scritta in Braille.
L'introduzione della Barbie non vedente rappresenta un passo avanti verso una maggiore inclusività nel mondo del gioco. Le bambole non sono solo oggetti di intrattenimento, ma strumenti per lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini. Studi dimostrano che giocare con bambole che riflettono la diversità aiuta i bambini a sviluppare empatia e consapevolezza delle differenze. Per i bambini non vedenti, vedere una Barbie che rispecchia la loro realtà può creare un senso di appartenenza e normalizzare la loro esperienza quotidiana.
La collaborazione con l'AFB (American Foundation for the Blind) ha garantito che ogni dettaglio della bambola fosse accuratamente studiato per rappresentare le persone con disabilità visive. Dalla posa degli occhi leggermente rivolti verso l'alto, alla cura del design accessibile del packaging, ogni elemento riflette una realtà spesso poco considerata, ma estremamente importante per moltissimi bambini e le loro famiglie.
La nuova Barbie non vedente fa parte della collezione Barbie Fashionistas, una linea che offre una varietà di bambole con differenti caratteristiche fisiche, etniche e legate a disabilità. Questa Barbie sarà disponibile online e nei principali punti vendita al prezzo di 14,99 euro.
La serie Fashionistas include già bambole con vitiligine, in sedia a rotelle, con protesi o apparecchi acustici, e continua a espandere la sua offerta per rappresentare una gamma sempre più ampia di bambini e le loro esperienze.
La ratatouille è un piatto originario della regione provenzale in Francia, in particolare della città di Nizza. Questo stufato di verdure, che risale al XVIII secolo, è un simbolo della cucina mediterranea per la sua semplicità, genuinità e ricchezza di sapori. Il nome deriva dal termine francese "touiller", che significa mescolare, rimestare, e fa riferimento alla preparazione del piatto che consiste nel cuocere diverse verdure insieme.
Nata come piatto povero, la ratatouille era un pasto preparato dai contadini con gli ortaggi di stagione, spesso raccolti direttamente dall'orto. Nel corso del tempo è diventato un simbolo della cucina francese, grazie anche alla sua presenza in numerosi ristoranti e persino nel cinema.
Dal punto di vista nutrizionale, la ratatouille è un piatto sano e bilanciato. Contiene una grande varietà di verdure come melanzane, zucchine, peperoni e pomodori, che forniscono vitamine, minerali e antiossidanti. Le verdure cotte mantengono molte delle loro proprietà benefiche, come la vitamina C dei peperoni, che è importante per il sistema immunitario, e le fibre, che aiutano la digestione. L'uso dell'olio d'oliva aggiunge grassi sani, utili per il cuore.
Preparare una buona ratatouille richiede tempo e attenzione. Il tempo totale stimato per la preparazione è di circa 1 ora e 30 minuti, di cui 30 minuti per la preparazione degli ingredienti e circa un'ora per la cottura. Tuttavia, la ricetta può essere preparata in anticipo, e spesso risulta ancora più gustosa il giorno dopo, quando i sapori delle verdure hanno avuto il tempo di amalgamarsi.
L'invito delle autorità svedesi è un promemoria della necessità di bilanciare la tecnologia con le esigenze di sviluppo e benessere dei bambini. Limitare l'esposizione agli schermi, soprattutto nei primi anni di vita, può contribuire a un migliore sviluppo cognitivo e emotivo, garantendo ai bambini un futuro più sano e equilibrato.
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Le nuove linee guida dell'Agenzia di Salute Pubblica svedese sul tempo di esposizione agli schermi per i bambini hanno sollevato un dibattito su un tema sempre più rilevante nell'era digitale. Il 2 settembre, le autorità svedesi hanno lanciato un appello affinché i bambini al di sotto dei due anni vengano completamente tenuti lontani da TV, smartphone e altri dispositivi elettronici.
Queste raccomandazioni si basano su studi che evidenziano i pericoli associati a un'esposizione eccessiva agli schermi, specialmente per i più piccoli, e si inseriscono in un contesto di crescente preoccupazione per la salute mentale e fisica dei giovani.
La Svezia si è sempre distinta per l'attenzione alle politiche sociali e alla salute pubblica, e la recente presa di posizione sull'uso degli schermi non fa eccezione. Le nuove linee guida riflettono una crescente consapevolezza dei rischi che l'uso eccessivo di dispositivi elettronici può comportare. Per i bambini sotto i due anni, l'indicazione è chiara: nessun tipo di schermo dovrebbe essere parte della loro vita quotidiana. Questa posizione si basa su prove scientifiche che dimostrano come l'esposizione precoce agli schermi possa interferire con lo sviluppo neurologico e cognitivo dei bambini, oltre a compromettere il loro sonno.
Per i bambini tra i due e i cinque anni, l'Agenzia raccomanda un limite di un'ora al giorno di esposizione agli schermi, mentre per quelli tra i sei e i dodici anni, il tempo massimo consigliato è di due ore. Gli adolescenti tra i tredici e i diciotto anni dovrebbero limitare il loro tempo di fronte agli schermi a non più di tre ore al giorno. Il ministro della salute pubblica, Jakob Forssmed, ha sottolineato che gli adolescenti svedesi passano in media sei ore e mezza al giorno davanti agli schermi al di fuori dell'orario scolastico, un dato che ha contribuito a una "crisi del sonno" tra i giovani, con più della metà degli studenti tra i 15 e i 16 anni che non dorme a sufficienza.
La decisione della Svezia di raccomandare l'assenza totale di schermi per i bambini sotto i due anni non è casuale. Nei primi anni di vita, il cervello dei bambini è in una fase critica di sviluppo. Studi hanno dimostrato che l'uso precoce degli schermi può interferire con lo sviluppo delle capacità linguistiche, motorie e sociali. La stimolazione che un bambino riceve attraverso l'interazione con gli adulti e l'ambiente circostante è fondamentale per la costruzione delle connessioni neurali. Gli schermi, al contrario, offrono un tipo di stimolazione passiva, che può limitare queste interazioni essenziali.
Inoltre, l'uso precoce degli schermi è stato collegato a problemi di attenzione, difficoltà di apprendimento e problemi comportamentali. Gli schermi possono anche interferire con il sonno dei bambini, esacerbando problemi come l'irritabilità e la mancanza di concentrazione. La luce blu emessa dai dispositivi elettronici può sopprimere la produzione di melatonina, l'ormone che regola il sonno, rendendo difficile per i bambini addormentarsi e mantenere un sonno di qualità.
Limitare l'esposizione agli schermi, soprattutto in un mondo sempre più digitalizzato, è una sfida complessa. Tuttavia, la Svezia dimostra che è possibile adottare misure efficaci per proteggere i bambini. Una delle strategie potrebbe essere quella di creare ambienti domestici in cui l'uso di schermi sia regolamentato e bilanciato con altre attività, come il gioco all'aperto, la lettura e le attività sociali.
Educare i genitori sull'importanza di limitare l'uso degli schermi è cruciale. Molti genitori, pur riconoscendo i rischi, possono sentirsi sopraffatti dalla presenza pervasiva della tecnologia nella vita quotidiana. Le autorità svedesi propongono un approccio educativo, fornendo informazioni e supporto per aiutare le famiglie a trovare un equilibrio sano. Ad esempio, spegnere i dispositivi elettronici durante i pasti e prima di andare a letto può essere un primo passo importante per ridurre l'esposizione.
L'aspetto culturale non è da sottovalutare. In un mondo in cui la tecnologia è diventata una parte integrante della vita quotidiana, cambiare abitudini consolidate richiede un impegno collettivo. È necessario che anche le scuole, le comunità e i governi lavorino insieme per promuovere pratiche sane, come l'integrazione di attività fisiche e sociali nelle routine quotidiane dei giovani.
Seguire le raccomandazioni svedesi può essere difficile, ma ci sono diversi modi in cui i genitori possono ridurre l'esposizione agli schermi per i loro figli. Ecco alcuni consigli pratici:
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
L'arte e la creatività svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo dei bambini. Queste attività non sono semplicemente un modo per riempire il tempo libero o per intrattenere i più piccoli; esse costituiscono una parte essenziale del loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. Attraverso l'arte, i bambini imparano a esprimere le proprie emozioni, a risolvere problemi in modo creativo e a comunicare in modi non verbali. La creatività, inoltre, è un elemento chiave per il successo nella vita adulta, poiché stimola la capacità di adattamento, l'innovazione e il pensiero critico.
L'arte offre ai bambini un mezzo per esplorare il mondo che li circonda e per esprimere le proprie esperienze interiori. I bambini, specialmente in età prescolare, utilizzano l'arte come un linguaggio alternativo, capace di veicolare emozioni e pensieri che potrebbero essere difficili da esprimere con le parole. Disegnare, dipingere, modellare e creare oggetti artistici permette loro di esplorare concetti complessi, come il colore, la forma, lo spazio e la prospettiva.
Numerosi studi dimostrano che l'arte aiuta a sviluppare la coordinazione motoria fine, la concentrazione e la capacità di osservazione. Partecipare ad attività artistiche promuove anche la fiducia in se stessi e l'autostima, poiché i bambini si sentono realizzati quando vedono un prodotto finale tangibile creato da loro stessi. Questa sensazione di realizzazione è particolarmente importante in un mondo sempre più digitalizzato, dove le esperienze fisiche e tattili rischiano di essere messe in secondo piano.
L'arte svolge anche un ruolo cruciale nello sviluppo emotivo. Attraverso il processo creativo, i bambini possono esplorare e comprendere meglio le proprie emozioni, imparando a gestirle in modo costruttivo. Ad esempio, un bambino che dipinge può utilizzare colori intensi per esprimere rabbia o tristezza, trovando così un modo sicuro per elaborare questi sentimenti. In questo modo, l'arte diventa uno strumento terapeutico, aiutando i bambini a superare traumi o situazioni difficili.
La creatività nei bambini si sviluppa in diverse fasi, ognuna delle quali contribuisce alla formazione di abilità fondamentali. Comprendere queste fasi può aiutare genitori ed educatori a supportare e stimolare il potenziale creativo dei bambini in modo appropriato.
Fase del gioco simbolico (2-4 anni): In questa fase, i bambini iniziano a utilizzare oggetti e simboli per rappresentare idee e concetti. Questo è il momento in cui i bambini iniziano a disegnare figure umane, animali e altri oggetti riconoscibili, anche se in modo molto stilizzato e semplificato. Il gioco simbolico è fondamentale perché rappresenta il primo passo verso la rappresentazione di idee astratte, un'abilità che sarà fondamentale per la creatività futura.
Fase del realismo (5-7 anni): Durante questa fase, i bambini iniziano a prestare maggiore attenzione ai dettagli e cercano di rappresentare il mondo che li circonda in modo più realistico. Cominciano a confrontare le loro opere con la realtà e a chiedersi se ciò che hanno creato "sembra giusto". Questo può portare a una maggiore frustrazione, ma è anche il momento in cui imparano a risolvere problemi e a perfezionare le loro abilità.
Fase dell'espressione personale (8-10 anni): In questa fase, i bambini iniziano a sviluppare uno stile personale e a sperimentare con diverse tecniche e materiali. Si sentono più sicuri nelle loro capacità e sono più disposti a prendere rischi creativi. Questo è anche il periodo in cui i bambini iniziano a utilizzare l'arte per esplorare temi personali, come l'identità e le relazioni sociali.
Fase dell'integrazione e della sintesi (11 anni e oltre): Durante l'adolescenza, i bambini iniziano a integrare le loro esperienze e conoscenze in un'arte più complessa e riflessiva. La creatività diventa più sofisticata, coinvolgendo spesso la risoluzione di problemi complessi e l'esplorazione di temi astratti. Gli adolescenti possono iniziare a vedere l'arte non solo come un'attività ludica, ma come un modo per esplorare questioni esistenziali e sociali.
Stimolare la creatività dei bambini richiede un ambiente che incoraggi l'esplorazione e l'espressione senza paura del giudizio. A casa, i genitori possono creare uno spazio dedicato alle attività artistiche, dove i bambini possono sperimentare con materiali diversi, come colori, argilla, stoffe e materiali di riciclo. È importante offrire ai bambini la libertà di creare senza imporre modelli o aspettative, permettendo loro di seguire il proprio istinto creativo.
Le scuole, da parte loro, possono svolgere un ruolo cruciale nell'incoraggiare la creatività attraverso l'integrazione dell'arte nel curriculum scolastico. Oltre alle lezioni di arte, gli insegnanti possono incoraggiare il pensiero creativo in altre materie, come la matematica e la scienza, utilizzando approcci interdisciplinari. Ad esempio, un progetto di scienze potrebbe includere la costruzione di un modello tridimensionale di un ecosistema, combinando così abilità artistiche e conoscenze scientifiche.
Le attività di gruppo sono particolarmente efficaci per stimolare la creatività, poiché permettono ai bambini di collaborare, scambiare idee e apprendere l'uno dall'altro. È importante anche riconoscere e valorizzare la diversità delle espressioni creative, evitando di confrontare i lavori dei bambini tra loro. Ogni bambino ha un proprio stile e un proprio ritmo di sviluppo, e il ruolo degli adulti è quello di supportarli nel loro percorso individuale.
Infine, è essenziale che sia a casa che a scuola si crei un ambiente che valorizzi l'errore come parte del processo creativo. I bambini devono sentirsi liberi di sperimentare e sbagliare, sapendo che l'errore è un'opportunità di apprendimento e non una causa di fallimento. Un approccio positivo e incoraggiante aiuta i bambini a sviluppare una mentalità creativa e a mantenere viva la loro curiosità e passione per l'esplorazione artistica e creativa.
L’entrata in vigore delle nuove norme rappresenta un passo importante verso una maggiore sicurezza stradale per i bambini. È fondamentale che i genitori siano informati e adeguino i propri comportamenti per garantire che i più piccoli siano sempre protetti al meglio durante i viaggi in auto.
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Garantire la sicurezza dei bambini durante i viaggi in auto è fondamentale, ed è per questo che le normative riguardanti i seggiolini auto sono in continua evoluzione. A partire dal 1° settembre 2024, entreranno in vigore nuove regole in Italia che riguardano l’omologazione dei seggiolini, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la protezione dei più piccoli durante gli spostamenti in auto.
I seggiolini auto, noti come “sistemi di ritenuta per bambini”, rappresentano uno dei dispositivi di sicurezza più importanti per i giovani passeggeri. L’utilizzo corretto di un seggiolino può ridurre drasticamente il rischio di lesioni gravi o mortali in caso di incidente.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nonostante l’importanza di questi dispositivi, solo il 36% degli italiani utilizza la cintura di sicurezza posteriore, e in molti casi non viene utilizzato alcun seggiolino per i bambini. Questo dato è preoccupante se si considera che l’uso corretto del seggiolino auto riduce il rischio di morte del 70% nei neonati e del 54% nei bambini piccoli.
I seggiolini sono progettati per offrire una protezione ottimale ai bambini di diverse fasce d’età e peso. Esistono diversi tipi di seggiolini, adatti alle diverse fasi di crescita del bambino: dal “ovetto” per i neonati, ai seggiolini per i bambini piccoli, fino ai rialzi per i bambini più grandi. Ognuno di questi dispositivi deve essere omologato secondo le normative vigenti, che garantiscono che il prodotto sia stato sottoposto a test di sicurezza rigorosi.
A partire dal 1° settembre 2024, entrerà in vigore una nuova normativa che regolerà l’omologazione dei seggiolini auto in Italia. Questa normativa prevede che solo i seggiolini conformi alla norma ECE R129 (nota anche come i-Size) potranno essere prodotti e commercializzati. La norma ECE R129 è stata introdotta per migliorare ulteriormente la sicurezza dei bambini in auto, e rappresenta un’evoluzione rispetto alla precedente norma ECE R44/04.
Le principali differenze tra le due normative riguardano i criteri di classificazione dei seggiolini e i test di sicurezza. Mentre la normativa ECE R44/04 suddivide i seggiolini in base al peso del bambino, la nuova normativa ECE R129 li classifica in base all’altezza. Inoltre, la norma ECE R129 prevede test di impatto laterale, che non erano richiesti dalla precedente normativa, e incoraggia l’uso del sistema ISOFIX, che garantisce una maggiore stabilità del seggiolino e riduce il rischio di installazioni errate.
Le nuove regole sono entrate ufficialmente in vigore il 1° settembre 2024. Fino a quella data era ancora possibile acquistare e utilizzare seggiolini omologati secondo la vecchia norma ECE R44/04. Tuttavia, a partire dal 1° settembre, solo i seggiolini conformi alla normativa ECE R129 potranno essere messi in commercio.
Chi ha già acquistato un seggiolino conforme alla normativa ECE R44/04 potrà comunque continuare a utilizzarlo fino alla fine del ciclo di vita del prodotto.
La decisione di passare alla nuova normativa è stata presa con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la sicurezza dei bambini in auto, allineandosi agli standard più recenti e ai progressi tecnologici. Chi non rispetterà le nuove regole rischierà sanzioni economiche che variano da 80 a oltre 300 euro, oltre alla decurtazione di punti dalla patente. In caso di recidiva, è prevista anche la sospensione della patente per un periodo che va da 15 giorni a due mesi.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Tagliare le unghie di un neonato può sembrare un'operazione semplice, ma per molti genitori è una fonte di preoccupazione. Questa non è una domanda banale, perché le unghie dei neonati crescono rapidamente e possono facilmente diventare un problema se non curate correttamente.
Se lasciate troppo lunghe, le unghie possono graffiare il viso o gli occhi del bambino, causando piccoli traumi o irritazioni. Inoltre, mantenere le unghie pulite e ben tagliate riduce il rischio di infezioni, soprattutto se il neonato tende a mettere le mani in bocca. È quindi fondamentale sapere come tagliarle correttamente per garantire il benessere del bambino.
Per tagliare le unghie di un neonato in sicurezza, è necessario disporre degli strumenti giusti. Non tutti i tagliaunghie sono adatti a un bambino così piccolo, e l'uso di strumenti inappropriati può aumentare il rischio di ferire il neonato. Gli strumenti principali sono:
Assicurati che gli strumenti siano sempre puliti e in buono stato per evitare infezioni o tagli irregolari.
Prima di iniziare, è importante scegliere il momento giusto. Molti genitori trovano più facile tagliare le unghie del neonato mentre dorme o subito dopo il bagno, quando le unghie sono più morbide. Ecco i passaggi da seguire:
Mentre tagli le unghie del neonato, è fondamentale prestare attenzione a diversi aspetti per garantire la sicurezza del bambino:
Nonostante tutte le precauzioni, può capitare di tagliare accidentalmente la pelle del neonato. In tal caso, non farti prendere dal panico. Segui questi passaggi:
Se la ferita è profonda o non smette di sanguinare, consulta il pediatra o la pediatra.
La frequenza con cui tagliare le unghie del neonato dipende dalla velocità di crescita delle sue unghie. In generale, le unghie delle mani crescono più rapidamente di quelle dei piedi. È consigliabile controllarle almeno una volta alla settimana. Le unghie dei piedi, invece, possono essere tagliate ogni due o tre settimane, a seconda della necessità.
Scatti d'ira, rabbia ingiustificata, capricci: capita sempre più spesso, e non è un caso.
La ragione potrebbe essere la tecnologia. Se, infatti, i tablet possono offrire vantaggi educativi e di intrattenimento, è essenziale che i genitori siano consapevoli dei potenziali rischi associati a un uso eccessivo. Monitorare e limitare il tempo trascorso davanti agli schermi, promuovere attività alternative e fornire un supporto emotivo adeguato sono passi cruciali per garantire che i bambini possano sviluppare le competenze emotive necessarie per affrontare le sfide della vita.
Ma facciamo un passo indietro. L'uso del tablet nei bambini in età prescolare è un fenomeno in costante crescita. Sempre più spesso, i genitori ricorrono a questi dispositivi per intrattenere i propri figli, utilizzandoli quasi come dei "babysitter" virtuali (nessun giudizio: sono pochi i genitori che non l'hanno mai fatto). Anche se molti giochi interattivi ed educativi promettono di stimolare lo sviluppo cognitivo e le capacità motorie, il pericolo di un utilizzo eccessivo è reale e ben documentato. I tablet sono spesso visti come una soluzione pratica per gestire i momenti difficili, come i capricci o le attese, ma un nuovo studio pubblicato su JAMA Pediatrics suggerisce che il loro uso frequente potrebbe avere conseguenze negative sullo sviluppo emotivo dei bambini. E non solo perché interferiscono pesantemente con il sonno.
Uno studio recente, condotto su un campione di 315 bambini in età prescolare in Nuova Scozia, Canada, ha esaminato il legame tra l'uso del tablet e le espressioni di rabbia e frustrazione nei bambini di età compresa tra 3 e 5 anni. La ricerca, realizzata durante la pandemia di COVID-19, ha seguito lo sviluppo di questi bambini in tre fasi: a 3,5 anni, a 4,5 anni e a 5,5 anni, analizzando l'utilizzo del tablet riportato dai genitori e le manifestazioni di rabbia e frustrazione, misurate tramite il Children's Behavior Questionnaire.
I risultati dello studio mostrano che un aumento nell'uso del tablet all'età di 3,5 anni è associato a un incremento del 22% nelle espressioni di rabbia e frustrazione all'età di 4,5 anni. Questo effetto non è unidirezionale: infatti, una maggiore tendenza alla rabbia e alla frustrazione a 4,5 anni è correlata a un ulteriore aumento nell'uso del tablet a 5,5 anni. Questo ciclo suggerisce che l'uso precoce dei tablet potrebbe contribuire a un circolo vizioso che ostacola lo sviluppo delle capacità di autoregolazione emotiva nei bambini.
I risultati di questo studio sono preoccupanti, poiché indicano che l'uso del tablet nei bambini in età prescolare non è solo una questione di tempo trascorso davanti a uno schermo, ma anche di come questo possa influenzare negativamente il loro sviluppo emotivo. La capacità di autoregolazione è cruciale per il benessere a lungo termine di un bambino, influenzando tutto, dalle relazioni sociali all'apprendimento scolastico. L'incapacità di gestire emozioni come la rabbia e la frustrazione può portare a comportamenti problematici che possono persistere nel tempo, creando difficoltà non solo durante l'infanzia, ma anche nell'adolescenza e oltre.
Il fatto che l'uso del tablet e la manifestazione di rabbia siano correlati bidirezionalmente suggerisce che i bambini potrebbero utilizzare il tablet come una sorta di "valvola di sfogo" per gestire emozioni difficili. Tuttavia, invece di aiutare i bambini a sviluppare strategie efficaci per affrontare queste emozioni, il tablet potrebbe amplificare il problema, riducendo il tempo e le opportunità per imparare a gestire la rabbia in modi più sani.
Alla luce di questi risultati, è fondamentale che i genitori adottino misure per limitare l'uso del tablet nei loro figli e promuovano attività alternative che favoriscano uno sviluppo emotivo sano. Ecco alcuni suggerimenti su come prevenire l'eccessivo utilizzo dei tablet e aiutare i bambini a sviluppare migliori capacità di autoregolazione.
È importante stabilire regole chiare riguardo all'uso del tablet. I genitori dovrebbero definire un limite di tempo giornaliero per l'uso dei dispositivi elettronici, basato sulle linee guida dell'American Academy of Pediatrics, che raccomanda non più di un'ora al giorno di schermi per i bambini dai 2 ai 5 anni. È altrettanto importante spiegare ai bambini perché questi limiti sono necessari, rendendoli consapevoli dei benefici di un uso moderato.
Incoraggiare i bambini a partecipare a giochi fisici, attività creative o a trascorrere tempo all'aperto può aiutare a ridurre la dipendenza dai dispositivi elettronici. Queste attività non solo stimolano lo sviluppo fisico, ma offrono anche l'opportunità di imparare a gestire emozioni e frustrazioni in un ambiente reale, piuttosto che virtuale.
Quando i bambini utilizzano il tablet, è utile coinvolgerli in discussioni su ciò che stanno facendo e imparando. Chiedere loro di raccontare un gioco o un video che hanno visto può aiutare a trasformare il tempo di schermo in un'attività più interattiva e riflessiva, riducendo la passività e aumentando la consapevolezza del contenuto.
I bambini tendono a imitare i comportamenti degli adulti, quindi è importante che i genitori diano il buon esempio quando si tratta di uso degli schermi. Mostrare ai bambini che esistono alternative interessanti e gratificanti al tempo trascorso davanti ai dispositivi elettronici può incoraggiarli a fare lo stesso.
Infine, è fondamentale creare un ambiente familiare in cui i bambini si sentano sicuri e supportati nel gestire le proprie emozioni. Ascoltare le loro preoccupazioni, validare i loro sentimenti e offrire comfort nei momenti difficili può ridurre la necessità di ricorrere al tablet come meccanismo di fuga.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
La feta al forno con verdure è un piatto semplice e versatile, perfetto per chi cerca un pasto sano e saporito. Questa ricetta combina la sapidità della feta, un formaggio greco noto per il suo sapore deciso, con la dolcezza dei pomodorini e il gusto leggermente pungente delle cipolle rosse. Il risultato è un piatto colorato e ricco di sapori, che può essere facilmente personalizzato con gli ortaggi di stagione che preferisci. Per esempio, in autunno è ottimo con dei dadini di zucca e in primavera con gli asparagi tagliati a rondelle (senza nemmeno sbollentarli prima).
Che tu voglia prepararlo come antipasto, contorno o piatto principale, la feta al forno con verdure è una scelta gustosa e nutriente che conquisterà tutti a tavola.
Ed è davvero semplicissima da fare, oltre che versatile e personalizzabile: la preparazione è molto facile e il forno farà il resto.
L'istituto comprensivo di Salice Salentino-Guagnano, in provincia di Lecce, ha recentemente preso una decisione che ha scatenato un acceso dibattito: dall'anno prossimo, i bambini della scuola dell'infanzia indosseranno un grembiule verde, al posto dei tradizionali rosa per le femminucce e azzurro per i maschietti.
L'obiettivo dichiarato dall'istituto è quello di promuovere l'uguaglianza di genere e crescere le future generazioni senza stereotipi. La scelta è stata accolta con favore da molti, ma ha anche suscitato polemiche, soprattutto a livello politico.
La decisione dell'istituto di Salice Salentino-Guagnano non è nata dal nulla, ma è il risultato di una proposta avanzata nel 2023 dalla commissione Pari Opportunità del Comune. L'intento è chiaro: eliminare i rigidi stereotipi di genere che si insinuano fin dalla prima infanzia attraverso il simbolismo dei colori.
Tradizionalmente, il rosa è stato associato alle bambine e l'azzurro ai bambini, rinforzando implicitamente l'idea che esistano ruoli e aspettative diverse per i due generi. In questo contesto, il grembiule verde rappresenta un passo verso una società più equa, dove i bambini possano crescere senza essere limitati da etichette di genere. Il colore verde, simbolo di speranza, è stato scelto proprio per sottolineare la volontà di costruire un futuro in cui le differenze individuali siano valorizzate, piuttosto che confinate in categorie predefinite.
Nonostante la buona intenzione, la decisione ha sollevato critiche, soprattutto da parte di esponenti politici. Il deputato salentino di Fratelli d'Italia, Saverio Congedo, ha espresso il suo dissenso, preoccupato che questo possa essere un primo passo verso l'inclusione di concetti, a suo dire, controversi, come l'inesistenza delle differenze naturali tra uomo e donna, nell'educazione scolastica. Tuttavia, il sindaco di Guagnano, Francois Imperiale, ha risposto alle critiche sottolineando che non si tratta di un'iniziativa ideologica, ma di una scelta volta a costruire una società moderna, in cui i talenti e le inclinazioni dei bambini siano valorizzati indipendentemente dal loro genere.
La scelta di adottare grembiuli verdi al posto dei tradizionali rosa e azzurro non è solo un simbolo, ma rappresenta una presa di posizione importante nella lotta contro gli stereotipi di genere. Fin dai primi anni di vita, i bambini sono esposti a influenze culturali che determinano le loro percezioni di sé stessi e degli altri, spesso limitandoli in base a preconcetti legati al loro genere.
Diversi studi hanno dimostrato che i bambini sviluppano presto una consapevolezza di genere, spesso influenzata da segnali esterni come i colori, i giocattoli e le attività a cui vengono incoraggiati a partecipare. L'uso di colori specifici per identificare i generi può rafforzare l'idea che esistano ruoli e caratteristiche innate e distintive per maschi e femmine. Questa distinzione granitica può influenzare le aspettative su cosa sia appropriato per ciascun genere, limitando così le opportunità di crescita e sviluppo per i bambini.
Adottare un grembiule verde, un colore neutrale, può quindi contribuire a eliminare queste barriere invisibili. Questa scelta promuove l'idea che ogni bambino, indipendentemente dal genere, abbia il diritto di esplorare liberamente le proprie inclinazioni e talenti senza essere confinato in categorie predefinite. In altre parole, si tratta di una misura che può favorire l'eguaglianza di opportunità fin dalla tenera età, contrastando le dinamiche di potere e i pregiudizi che ancora oggi influenzano la società.
Inoltre, questa iniziativa non è isolata, ma si inserisce in un movimento più ampio che mira a rivedere e aggiornare i modelli educativi per renderli più inclusivi e rispettosi delle diversità. L'idea non è negare le differenze di genere, ma riconoscere che queste non devono essere un ostacolo per il pieno sviluppo delle potenzialità di ogni individuo.
La decisione di Salice Salentino-Guagnano mette in luce un problema più ampio: in Italia, la parità di genere è ancora lontana dall'essere raggiunta. Nonostante i progressi fatti negli ultimi decenni, persistono profonde disparità in vari ambiti della vita quotidiana, dall'occupazione all'istruzione, dalla rappresentanza politica alla divisione dei compiti domestici.
Un rapporto del World Economic Forum del 2023 colloca l'Italia al 79° posto su 146 paesi nel Global Gender Gap Index, indicando che il nostro paese ha ancora molta strada da fare per colmare il divario di genere. Le donne in Italia guadagnano mediamente meno degli uomini, sono meno rappresentate nelle posizioni di leadership e sono ancora spesso le principali responsabili delle cure familiari. Questo squilibrio è alimentato da una cultura che, in molti casi, continua a perpetuare ruoli di genere tradizionali e a considerare le differenze biologiche come giustificazioni per disuguaglianze sociali ed economiche.
In ambito educativo, l'Italia sta iniziando a fare passi avanti, ma permangono resistenze significative. Le iniziative volte a promuovere l'uguaglianza di genere, come quella dei grembiuli verdi, spesso incontrano ostacoli ideologici e politici. Molti considerano queste azioni come un attacco alla "tradizione" o una minaccia ai valori familiari, piuttosto che un'opportunità per costruire una società più equa e inclusiva.
Un altro fattore che contribuisce alla mancanza di parità di genere in Italia è la scarsa educazione alla diversità nelle scuole. Sebbene esistano programmi di educazione civica che trattano questi temi, sono spesso insufficienti o scarsamente implementati. La formazione degli insegnanti su come affrontare e superare gli stereotipi di genere è limitata, e questo si riflette nel modo in cui vengono gestite le dinamiche di genere all'interno delle aule.
Per promuovere un reale cambiamento, è necessario un impegno costante a tutti i livelli della società. Le iniziative come quella di Salice Salentino-Guagnano possono rappresentare un punto di partenza, ma devono essere supportate da politiche educative e sociali più ampie, che mirino a decostruire gli stereotipi di genere e a promuovere una cultura dell'uguaglianza e del rispetto per le diversità. Solo in questo modo sarà possibile avvicinarsi a una vera parità di genere in Italia.
L'aumento delle temperature globali e i cambiamenti climatici stanno alterando profondamente l'equilibrio ecologico del nostro pianeta, con conseguenze dirette sulla salute pubblica. Tra le problematiche più urgenti, vi è la diffusione di malattie virali trasmesse da vettori come zanzare e zecche, che fino a poco tempo fa erano prevalentemente confinati ai climi tropicali.
In Italia, queste malattie stanno diventando una realtà sempre più preoccupante, con un aumento significativo di casi di Dengue, Chikungunya e altre infezioni virali. Ecco perché la protezione dei bambini assume un'importanza cruciale: la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha lanciato un appello per sensibilizzare le famiglie sull'importanza di adottare misure preventive adeguate.
Le malattie trasmesse da vettori come zanzare e zecche rappresentano una minaccia crescente in molte regioni del mondo, inclusa l'Europa. L'Italia, in particolare, sta assistendo a un aumento preoccupante di casi di malattie che fino a poco tempo fa erano rare o assenti nel nostro paese.
Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, nel 2024 sono stati segnalati 283 casi di Dengue, 5 casi di Chikungunya e 4 casi di infezione da Zika-virus, tutti importati e riguardanti prevalentemente adulti. Il dato più allarmante è l'incremento di circa sei volte dei casi di Dengue rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Questi virus, un tempo confinati ai climi tropicali, si stanno diffondendo a causa dei cambiamenti climatici, che favoriscono la proliferazione di vettori come la zanzara Aedes, responsabile della trasmissione di Dengue, Chikungunya e Zika. Anche le zecche, vettori di malattie come l'encefalite da zecche (TBE) e il virus Toscana, stanno estendendo il loro raggio d'azione.
Nel 2024 sono stati segnalati 20 casi di infezione neuro-invasiva da TBE e 12 casi di infezione da virus Toscana, tutti autoctoni. Sebbene i casi pediatrici siano rari, è fondamentale mantenere alta l'attenzione, soprattutto perché i bambini sono una popolazione vulnerabile.
La prevenzione è la chiave per proteggere i bambini dai virus tropicali trasmessi da zanzare e zecche. La Società Italiana di Pediatria ha stilato una serie di raccomandazioni che le famiglie possono seguire per ridurre il rischio di esposizione ai vettori.
La Società Italiana di Pediatria, rappresentata dalla Presidente Annamaria Staiano e dal Professore Associato di Pediatria Vania Giacomet, sottolinea l'importanza di una consapevolezza diffusa e di una prevenzione attiva. Anche se i casi di malattie tropicali in Italia sono ancora relativamente pochi e perlopiù riguardano adulti, il rischio di un'ulteriore diffusione, soprattutto tra i più piccoli, non può essere sottovalutato.
La SIP evidenzia come i cambiamenti climatici stiano trasformando il panorama delle malattie virali trasmesse da vettori. In quest'ottica, è fondamentale che le famiglie siano informate e adottino le misure necessarie per proteggere i loro figli. La protezione dei bambini non riguarda solo la salute individuale, ma è una questione di salute pubblica, considerando che i bambini rappresentano una fascia particolarmente vulnerabile della popolazione.
Infine, la SIP invita le istituzioni e la comunità scientifica a intensificare gli sforzi per monitorare e prevenire la diffusione di queste malattie. La cooperazione internazionale, la ricerca scientifica e le campagne di sensibilizzazione sono strumenti essenziali per affrontare questa sfida globale. La prevenzione resta la migliore strategia per garantire un futuro sicuro e sano per i bambini e per l'intera società.